Musica / L’evento

Apoteosi «Articolo 3ntino»: con la Banda Sociale di Lavis un vero concerto sinfonico per il Primo Maggio

Pubblico da tutto esaurito al Parco Urbano per l’esperimento: le canzoni «brodeghe» del complesso, con l’accompagnamento della Banda Sociale. Ed è stato un successo trionfale, pubblico in delirio a cantare a squarciagola

di Gigi Zoppello

LAVIS. Trenta e oltre anni di carriera, gli «Articolo 3ntino» sono la band trentina più famosa e seguita. Il loro show non cambia, a base di hit che il pubblico ormai attende e canta a squarciagola. Che sia «il pompista» o «Gioana dame en pom», il vernacoliere del trentino non sbaglia un colpo. Ma il Primo Maggio a Lavis si è superato.

Merito della festa provinciale dei sindacati, quest’anno ospitata al Parco Urbano. Merito del Comune di Lavis. E merito del maestro della Banda Sociale, Adriano Magagna, il quale ha avuto la temeraria idea di unire la verve ruspante degli Articolo, alla sinfonia corale della banda. Con un gigantesco lavoro di orchestrazione, con un vorticoso ricopiare di spartiti, alla fine è andata in scena una serata memorabile. «Che banda!» il titolo dello spettacolo, che ha visto in scena una versione quasi «còlta» dei successi dialettali.

Va detto che la band, a cominciare dal leader Roberto Laino, non ha rinunciato ai suoi intermezzi di cabaret pecoreccio e scatologico: narrazioni di diarree, balòni da foc, imprese erotiche improbabili, leggende da bar non sono mancate. Ma poi le canzoni, supportate dal vigoroso organico di fiati, percussioni e persino da un quartetto d’archi, sono apparse in tutt’altra luce.

Apoteosi «Articolo 3ntino»: con la Banda di Lavis un vero concerto sinfonico per il Primo Maggio

Pubblico da tutto esaurito al Parco Urbano per l’esperimento: le canzoni «brodeghe» del complesso, con l’accompagnamento della Banda Sociale. Ed è stat un successo trionfale

Va detto: per chi non li conosce, gli Articolo 3ntino suonano canzoni che sono vere hit internazionali, ma con un testo rimaneggiato in dialetto. Ecco che «Ramaya» di Afric Simone diventa «Teresa dàmela», e la celeberrima sigla tv di Sandokan – opera dei fratelli De Angelis – diventa «San Donàààà», cantata ancora una volta all’unisono dal pubblico entusiasta. Ma con il potente arrangiamento del maestro Magagna il tutto raggiunge un epos da musical di Broadway, dato che nel passato del conduttore c’è stato anche un «Fantasma dell’opera».

Tantissima gente, nell’anfiteatro di Lavis: per tutto il giorno si sono susseguiti gruppi musicali, ed il pubblico non è mancato. Ma alle 21, ora di «Che Banda!», eravamo al limite del tutto esaurito.

Laino, la sua spalla e chitarrista Renato Labalestra, il bassista Pietro Cappelletti, il batterista Max Vit, e il chitarrista Nicola Conci hanno dato tutto. La Banda è stata impeccabile. Il maestro Magagna ha calcato il palco dividendosi fra la conduzione (verso il fondo del palco) e il suo ruolo da frontman aggiunto (falsetti e chitarra elettrica compresi). Ha fatto un grande lavoro, e come lui i bandisti, eccellenti e sempre sul pezzo. E davvero titanica l'opera dei fonici, capeggiati dall'eccellente Marco Dallago.

Ma soprattutto la gente: anziani e giovani, mamme e nipoti, montanari e rocker, tutti pronti ad intonare i cavalli di battaglia del complesso. Con una memorabile «Canzone dei canederli» che in pratica non è neanche stata suonata perché è stata cantata dall’inizio alla fine dal pubblico in delirio. E un gran finale con «Tullio Pinter» scandita a mo’ di coro da stadio. 

Peccato, si direbbe, per chi ha perso questa memorabile serata. Ma siamo tranquilli: davanti e dentro il palcoscenico una selva di cine-operatori e fotografi ha fotografato e ripreso ogni interstizio, ogni battuta, ogni sputacchio ed ogni accordo. Non mancherà, crediamo, l’arrivo di un kolossal hollywoodiano su questo Primo Maggio. Ma per chi era presente, rimarrà il caldo ricordo dell’esperienza. Anche se, parlare di «caldo ricordo» con gli Articolo 3ntino è un pericolo: il Laino è sempre pronto a spiegarti che «te pareva Nutella, ma l’era...»

 

 

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