Un salto nel passato, nella Trento che non c’è più

di Matteo Lunelli

I siti internet, i social network, YouTube hanno tante virtù. Servono per informarsi, per tenersi in contatto, per ritrovare vecchi amici, per capire cosa accade nel mondo. Ma, soprattutto, sono una manna per i nostalgici. E questo accade anche in Trentino, anche a Trento. Su Facebook sono nati, nel tempo, decine di pagine e di gruppi con lo sguardo rivolto più al passato che al futuro. E su YouTube sono tantissimi i video storici che, mentre li guardi, non può non scapparti un sorriso o un sospiro. Ad esempio c’è “Trento da bere anni 80”. Un tuffo nel recente passato che rappresenta per gli over 30 - anche 35 - un filmino di famiglia, di quelli che si riguardano a Natale o nelle grandi occasioni.


Chi non ricorda la cabina a gettoni di piazza Italia, quando alle 23 si chiamava a casa per farsi venire a prendere, perché non c’erano più autobus. E chi non ricorda il Chesani, la Standa, l’Upim, il reparto giocattoli del Nicolodi, un paese della cuccagna per i bambini. E ancora: i cigni in piazza Dante, quando quell’area era un grande parco giochi e non un luogo pericoloso dal quale girare alla larga, o l’orso a Gocciadoro, da vedere almeno una volta nella vita. Era la Trento del Moro, che portava panini e brioches nelle scuole la mattina e che c’era, sempre, dovunque e comunque, con l’uva e le noci caramellate. La sua Ape, i suoi poster di Platini, erano un must tra il primo e il secondo tempo del Trento, quando il Trento era l’orgoglio della città e gli Aquilotti degli idoli per i ragazzi. E poi i panini nella stagnola da mangiare in seggiovia sul Bondone, le marine alla Tilt o al Vicenza, la nevicata dell’85, il Checco Moser e le dediche romantiche di radio Dolomiti. Tutto questo, e molto altro, in un video che farà sorridere e sospirare. E, volendo, si potrebbero aggiungere Sol di Andrea Castelli, le partite nella polvere al Santissimo o in Santa Maria o all'Oratorio del Duomo, la festa di Mesiano, gli scioperi del Da Vinci, le estati in piscina, la piccionaia di Sociologia, i punk a carnevale, il Freddie Mercury di Trento, l'Arturo e moltissimo altro ancora. 


Poi Facebook. E’ già cult il gruppo “Sei di Trento se...”, con tutte le varianti: “Sei di Predazzo se”, “Sei di Cles se”, “Sei di Riva se”. Perché uno di Trento non può conoscere i personaggi e i luoghi rivani, come uno di Cavalese non può capire quelli di Cles. Centinaia di utenti si lasciano andare ai ricordi. Come diceva Picasso “La gioventù non ha età”, ma forse, quando si sorride e si sospira troppo guardando il video “Trento da bere anni 80” o leggendo le frasi di “Sei di Trento se”, vuol dire che si è vecchi, o meglio maturi.


Quelli tra i 30 e i 40, si scateneranno su questi gruppi. Perché si renderanno conto che la propria bacheca Facebook non è più invasa da inviti a feste ma da foto di neonati, che il Capodanno lo si organizza il 31 dicembre mattina e non più a settembre, che si parte per le vacanze con pannolini e trolley invece che con zainone, lonely planet e moleskine, che alle 23 si sbadiglia invece che prepararsi per uscire, che nella posta si trovano bollette o inviti a matrimoni invece di cartoline dall’altro capo del mondo degli amici. Il tempo passa ed è giusto così: però, di tanto in tanto, è giusto anche concedersi un tuffo in quel passato che non c’è più, e che diventa più bello ogni anno che passa. Perché, in fin dei conti, i gettoni per le cabine non c’erano mai, i cigni di piazza Dante erano brutti e antipatici, i panini del Moro erano un po’ come la Luisona di Stefano Benni, con 10mila lire il massimo era margherita e birra e l’orso è più bello ritrovarselo di fronte alla porta di casa che non in gabbia a Gocciadoro (quest’ultima forse no...).

 

TRENTO DA BERE ANNI 80

 

 

P.S. Se avete vecchie fotografie o ricordi che volete condividere con i lettori (un breve articolo magari), non esitate a inviarli e verranno pubblicati sul sito o qui sul blog.

(Mail: m.lunelli@ladige.it)

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