Con la moto investe un cervo in pieno giorno, il centauro ferito a Pieve di Bono
Pochi giorni fa un altro episodio a Saone, con l’animale che è saltato dalla scarpata su un’auto in transito sfondando il tetto, per fortuna non c’era nessun passeggero nel sedile posteriore
PIEVE DI BONO. Nuovo scontro tra veicoli e cervi, sulle strade del Trentino: dopo l’episodio di Roncegno, nella tarda serata di venerdì, quando un’auto aveva centrato un animale, ieri mattina è stato un motociclista a ritrovarsi davanti un cervo, in Valle del Chiese.
L’incidente è avvenuto sul viadotto della statale 237 del Caffaro che corre alle porte di Pieve di Bono. Erano passate da poco le undici, quando il motociclista, un tedesco di 55 anni, stava percorrendo quel tratto di statale - inaugurato nel 2018 per scavalcare Pieve di Bono, nella media valle del Chiese - si è trovato davanti un cervo. Inevitabile lo scontro.
L’animale ha avuto la peggio: infatti è morto sul colpo. Occorre dire che è andata certamente meglio al motociclista, che è caduto, ma se l’è cavata con ferite e contusioni non gravi rimediate dopo il volo a terra. Sul luogo dell’incidente sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco volontari di Pieve di Bono del comandante Cesare Balduzzi, insieme alle forze dell’ordine e all’ambulanza, che ha trasportato il malcapitato all’ospedale di Tione, dov’è stato ricoverato per accertamenti e per ricevere le necessarie cure. In particolare, il motociclista ha subito una brutta botta alla gamba, evidentemente a seguito della caduta. Abbiamo parlato di un incidente fuori dall’ordinario. Per almeno due motivi. Primo: gli investimenti di cervi accadono abitualmente quando la luce del sole è scomparsa dietro le montagne. Nelle ultime notti sulle strade delle Giudicarie (ma non solo) la cronaca ne ha dovuti raccontare più d’uno. L’ultimo domenica scorsa nei pressi di Saone (fra Tione e le gallerie di Ponte Pià), dove un cervo, intorno alle 21, è sceso dal versante della montagna, piombando sull’auto guidata da un ragazzo e sfondando la fiancata destra ed il tetto.
Fortunatamente non c’era nessuno sui sedili posteriori, perché avrebbe fatto una brutta fine.
Secondo motivo: raramente capita che sia una moto ad investire un cervo. Stavolta è toccato proprio ad un motociclista, e, come detto, tutto sommato è andata bene. Un grave episodio si registrò quindici anni fa all’Acquaviva, fra Trento e Calliano, quando un motociclista morì in seguito all’investimento notturno di un grosso ungulato che attraversava la strada diretto all’Adige.