Politica / Il congresso

Marchiori attacca la giunta Fugatti: ecco perché il Patt lancia il progetto per una nuova coalizione

Quali sviluppi dopo l'appello del segretario dal palco dell'auditorium Sant'Orsola a Pergine? Le ipotesi su nuove alleanze: «Incontriamoci entro fine maggio fra i civici, territoriali, popolari e autonomisti: non c'è più tempo da perdere». Le critiche all'attuale governo di piazza Dante, silenzio dell'area filo-leghista del partito

POLEMICA Patt, Luigi Panizza contro “le politiche discriminatorie e razziste della giunta Fugatti”

di Luisa Maria Patruno

TRENTO. «Se fra i civici, territoriali, popolari e autonomisti, vi è chi è davvero interessato a costruire qualcosa di innovativo, non c'è più tempo da perdere. Incontriamoci, allora, entro la fine di maggio, tutti intorno a un tavolo. Costruiamo un progetto ed un programma a favore del Trentino e dei trentini, tutto il resto, compresa la persona che sarà chiamata a guidarlo, arriverà di conseguenza».

Il segretario del Patt, Simone Marchiori, dal palco del congresso del suo partito, che ieri all'auditorium del Consorzio Sant'Orsola a Pergine lo ha riconfermato all'unanimità, insieme alla vicesegretaria Roberta Bergamo, e al presidente e vicepresidente Franco Panizza e Lorenzo Conci, ha lanciato il percorso, senza tanti giri di parole, per costruire un'alternativa all'attuale coalizione di centrodestra che governa la Provincia.Riteniamo, ha detto Marchiori, che «nell'interesse del Trentino, sia imprescindibile un cambio netto in vista delle elezioni provinciali».

Il segretario autonomista è stato ben attento a non indicare ora una scelta di campo - con la Lega o con il Pd - partiti che non ha nemmeno mai citato, ma è evidente che parlare di «nuovo progetto», «cambio netto» nonché della necessità di individuare un nuovo leader, appare evidentemente inconciliabile con una coalizione che già c'è, quella di centrodestra guidata dalla Lega, e che ha già il suo leader, ovvero il presidente uscente Maurizio Fugatti.

E se non fosse stato chiaro a sufficienza quale sia il giudizio politico del Patt su questi tre anni di governo leghista della Provincia, ecco che Marchiori ha elencato alla platea gremita di quasi 400 autonomisti, solo le scelte che hanno visto le Stelle alpine in disaccordo o molto critiche.

Il segretario ha contestato infatti la legge provinciale «raffazzonata» sulle piccole e medie derivazioni idroelettriche; ha bocciato la gestione della sanità: «non è regalando ski pass che si risolve il problema della carenza di medici» e ha detto no alle «mirabolanti strutture» come il nuovo ospedale di Cavalese. Poi ha contestato la Valdastico con uscita a Rovereto e infine ha bollato come «riformina senza ambizioni» il disegno di legge di Mattia Gottardi sulle Comunità di valle, esortandolo ad avere più coraggio per discutere una «vera riforma a 360°».

Insomma, il Patt vuole farsi motore di una nuova coalizione per il governo del Trentino, che abbia come nucleo centrale e fulcro le forze autonomiste, civiche e popolari, per poi aprirsi a un'alleanza con altri partiti. «Ai partiti nazionali voglio dire - ha puntualizzato il segretario - che non devono sentirsi esclusi da questo ragionamento. Il governo migliore del Trentino non può prescindere da quelle forze che possono contare su un ampio consenso elettorale. Ma a questi partiti chiedo di rispettare un processo che va a beneficio di tutto il panorama politico trentino. Arriverà anche il tempo di confrontarsi tutti assieme». E non è un mistero che l'interlocutore privilegiato del Patt, in questa fase, è Campobase, oltre ai ladini della Neva Ual, con questa c'è già un patto, anche qui marcando la scelta di campo rispetto alla lista Fassa, che è invece alleata della Lega.

Se sulla carta, dunque, l'appello di Marchiori a ritrovarsi entro maggio potrebbe essere rivolto a tutti i civici e autonomisti, compresi La Civica di Mattia Gottardi o gli Autonomisti popolari di Walter Kaswalder, ora al governo con la Lega, è chiaro che sono loro i primi a non riconoscersi a pieno in questa impostazione, come ha confermato ieri lo stesso Kaswalder, che se n'è andato piuttosto deluso da Pergine, per non aver sentito neppure un accenno al suo movimento e a una federazione tra autonomisti. Sorprendente infine il silenzio dell'area filo-leghista del Patt, rappresentata dall'assessore Lorenzo Ossanna, che si è limitato a non applaudire i passaggi più duri, che non poteva condividere.

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