Edilizia / La rivoluzione

Case green, in Trentino obiettivi più ambiziosi della direttiva Ue: da ristrutturare 50 mila edifici

L'assessore provinciale Mattia Gottardi: per centrare il target sono sufficienti gli incentivi fiscali già in vigore, ma bisognerà agire dal punto di vista urbanistico per eliminare alcuni vincoli e rendere più facili i lavori

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di Chiara Zomer

TRENTO. Sì, l'obiettivo è ambizioso e implica investimenti importanti. Ma non importa se la direttiva europea abbia ridotto le aspettative e gli obiettivi, il Trentino conferma il Peap in vigore. A dirlo è l'assessore all'urbanistica e all'energia Mattia Gottardi, che chiarisce: per centrare il target non saranno pensati per il momento nuovi contributi, i bonus fiscali già in vigore posso essere un sostegno sufficiente a chi vuole riqualificare casa propria.

La priorità, per sbloccare investimenti fermi, è semmai agire dal punto di vista urbanistico, per eliminare alcuni vincoli soprattutto nei paesi e rendere più facile ristrutturare.

E questo va fatto con urgenza: entro 16, massimo 18 mesi, l'assessore conta di arrivare ad una revisione della normativa urbanistica sui centri storici.

Partendo dagli obiettivi, il Peap, piano energetico ambientale della Provincia, aveva fissato gli obiettivi per riuscire a rispettare la richiesta (pure quella dell'Europa) di ridurre le emissioni di C02 del 55% entro il 2030.

In questo contesto, la riduzione delle emissioni degli edifici (responsabili per il 41% delle emissioni) deve essere del 33%. E questo significa 50 mila case da ristrutturare. Il doppio di quanto previsto dalla direttiva europea, che prevede una riduzione del 16% del consumo energetico.

Ma come si può fare? La partita, secondo Gottardi, è soprattutto urbanistica: «Il Peap 21/30 ha correttamente individuato le linee di azione per il raggiungimento di obbiettivi che, al di là delle ultime decisioni europee, avevamo come priorità territoriale - spiega l'assessore all'Energia e Urbanistica - In questo contesto è strategico e urgente intervenire, a livello di strumento normativo, sulla riclassificazione urbanistica degli edifici nei centri storici che rappresentano la maggior parte degli edifici da riqualificare sul piano dei consumi energetici. Rendere più agevole e rapido l'intervento, mettendo a livello valoriale urbanistico il concetto di efficienza energetica e produzione in priorità rispetto alla conservazione aprioristica. Questo non significa "demolire tutto" ma rendere possibile intervenire anche in modo drastico su strutture esistenti al fine di renderle eco sostenibili».Ma gli investimenti possono essere fermati dai vincoli, certo. Però pure la carenza di risorse gioca un ruolo. E l'ordine di grandezza è pesante: secondo la simulazione Aprie, per ridurre del 33% il consumo energetico degli edifici trentini servirebbe un investimento complessivo di almeno 1,5 miliardi. Secondo l'assessore, tuttavia, gli strumenti sulla leva fiscale messi in campo dal governo, già possono essere sufficienti. Serve farli conoscere.

«Collaborando con categorie, ordini professionali, sistema bancario e Comuni, serve promuovere l'informazione territoriale rispetto ai bonus esistenti: permangono sia il sisma bonus all'85% che l'eco bonus. Sono strumenti che consentono, con compensazione fiscale di ammortizzare in pochi anni oltre 100mila euro per unità abitativa».

Per questo, spiega, non sono previsti ulteriori contributi ad hoc: «Per il momento non ci sono forme incentivanti sotto forma di contributi, non escludo un intervento a corredo della nuova normativa urbanistica - osserva - Terremo monitorate le azioni nazionali poiché c'è interesse reciproco di sistema nel traguardare i parametri europei. Ma vorrei rassicurare i cittadini: ci sarà una risposta di sistema».

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