Società / L'iniziativa

«Sì al lavoro stabile, di qualità e sicuro»: Cgil in piazza anche a Trento per la raccolta firme

Il sindacato intende raccoglierne 500 mila in Italia, per un referendum, con l'obiettivo di cancellare le norme sui licenziamenti del Jobs Act e il tetto all'indennizzo di chi è licenziato ingiustamente, contro la liberalizzazione dei contratti a termine e per ripristinare la responsabilità solidale delle aziende committenti nell'appalto e nel subappalto, in caso di infortunio e malattia professionale

DENATALITÀ Lavori precari, difficoltà economiche e differenze di genere
TRENTINO 8.149 infortuni sul lavoro nel 2023, otto i morti
MILANO Uil porta 172 bare in piazza Scala contro morti sul lavoro

 

TRENTO. «Una raccolta firme per dire sì al lavoro stabile, di qualità e sicuro». Così il segretario della Cgil Andrea Grosselli nel presentare, giovedì mattina in largo Carducci, l'avvio della campagna per i referendum. «A livello nazionale il nostro sindacato ha lanciato la raccolta firme il 25 aprile, con l'obiettivo di raccoglierne 500 mila per poi presentare, verosimilmente nella primavera del 2025, i referendum di iniziativa popolare».

La Cgil intende abolire una serie di norme che hanno reso i lavoratori meno protetti e più vulnerabili: «Chiediamo alle cittadine e ai cittadini di dire quattro volte sì per un lavoro più stabile, abolendo le norme che hanno accresciuto in questi anni la precarietà e reso più semplici i licenziamenti, creando anche ingiuste differenze di tutele tra le lavoratrici e i lavoratori.

Chiediamo anche di firmare per un lavoro più sicuro, che riconosca in capo anche alle aziende committenti la responsabilità di infortuni e incidenti sul lavoro. Assistiamo ad un'inaccettabile sequela di morti sul lavoro. E l'insicurezza, il mancato rispetto delle regole si annidano spesso in appalti e subappalti», ha aggiunto Grosselli ricordando le quattro grandi tragedie, andando indietro nel tempo solo di qualche mese, di Palermo, Suviana, Firenze e Brandizzo.

«Tutti ricordiamo le 7 vittime della ThyssenKrupp nel 2007: ecco, solo nelle ultime settimane abbiamo avuto di fatto 4 Thyssen. Per questo, per cambiare le norme sulla sicurezza, è importante firmare».

Maurizio Zabbeni, segretario organizzativo della Cgil, ha aggiunto: «Raccoglieremo le firme in piazza e anche in digitale, tramite Spid o Carta d'identità elettrinica. Siamo già stati a Rovereto e a Trento, ma domani (oggi per chi legge ndr) saremo a Caldonazzo, sabato a Pergine e lunedì a Levico.

Si può firmare anche online sul sito Cgil usando Spid o carta d'identità elettronica. Poi ci saranno assemblee sui luoghi di lavoro. C'è tempo fino al 19 luglio per firmare. Ad oggi, in provincia, abbiamo già raccolto 1.500 firme».

Il dettaglio dei quesiti. Il primo vuole cancellare le norme sui licenziamenti del Jobs Act che consentono alle imprese di non reintegrare una lavoratrice o un lavoratore licenziata/o in modo illegittimo nel caso in cui sia stato assunto dopo il 2015.

Il secondo vuole cancellare il tetto massimo all'indennizzo in caso di licenziamento ingiustificato nelle piccole aziende, affinché sia il giudice a determinare il giusto risarcimento senza alcun limite.

Il terzo vuole cancellare la liberalizzazione dei contratti a termine, mentre il quarto punta a superare la norma che esclude la responsabilità solidale delle aziende committenti nell'appalto e nel subappalto, in caso di infortunio e malattia professionale della lavoratrice o del lavoratore per rendere il lavoro più sicuro nel sistema degli appalti.

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