Walter Ricciardi al Festival «Vaccinate, proteggete i bimbi»
«Se avete cari da proteggere, bambini o anziani, vaccinateli. È l'atto più intelligente e amorevole che potete fare». Così ieri Walter Ricciardi , presidente dell'Istituto italiano superiore di sanità - che dopo aver ripercorso la storia dei vaccini e aver tuonato contro l'ignoranza che regna sull'argomento - ha fatto appello affinché tutti accolgano l'invito a vaccinare, per fare in modo che le coperture tornino sopra il 95% garantendo così l'immunità anche a chi, per motivi di salute, non può vaccinarsi.
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«Chi ha paura dei vaccini?» era il titolo dell'incontro, di grande attualità dopo che venerdì la ministra Lorenzin ha annunciato che martedì il decreto sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e poi sarà diffusa la circolare esplicativa. Ricciardi non si è tirato indietro nel sostenere la causa nonostante le minacce da lui stesso ricevute e le manifestazioni di protesta che ieri, dopo Trento, hanno interessato 21 città. «Va detto che quando non c'erano i vaccini e gli antibiotici si moriva a 40 anni. Il nostro corpo è formato per il 90% da cellule microbiotiche e solo per il 10% da cellule umane. Perché non moriamo? Grazie al nostro sistema immunitario. Per secoli la battaglia l'hanno vinta i virus, ma con l'introduzione dei vaccini, le cose sono cambiate».
Ricciardi ha mostrato foto di ammalati di vaiolo e di poliomelite: «Oggi nessuno si ricorda più di queste malattie. In Italia attualmente c'è una sola persona che vive in un polmone d'acciaio, ma solo il vaiolo è stato eliminato. Gli altri virus continuano a circolare», ha sottolineato.
I numeri forniti sono impressionanti. Ogni anno muoiono 7 milioni di persone per virus che non hanno un vaccino. Altre 3 milioni, però, sono morti evitabili, per malattie che avrebbero un vaccino ma che non è stato somministrato alle vittime. E se un tempo queste persone vivevano in paesi poveri, dove i vaccini non arrivavano, oggi il rischio è che i morti siano da noi. Senza andare lontano: a Bolzano la percentuale di vaccinati è di poco superiore al 50% ed è la più bassa d'Italia. «Dal 2011, grazie ai vaccini, sono stati salvati 2,5 milioni di persone, ma ora bisogna lavorare affinché le soglie tornino a salire». La preoccupazione è rivolta in questo momento soprattutto al morbillo. Sono stati 17 i casi dall'inizio dell'anno in Trentino, 3.000 in Italia. «L'anno scorso, in tutti i paesi Europei e vicini ci sono stati in totale 5.000 malati. Quest'anno questo numero c'è stato in Romania nei primi 4 mesi, con 17 morti».
Per Ricciardi i numeri parlano chiaro: «Si parla della possibilità di avere un'otite ogni 8 casi di morbillo, un caso di encefalite ogni 1.500 e un possibile morto ogni 3.000. Sui 3.000 casi italiani il 40% è stato ricoverato e ben 200 erano medici. Eppure, inspiegabilmente, le persone sembrano credere di più ad un Dj o ad un soubrette che ad un medico esperto. Eppure in Spagna c'è stato un caso di difterite con una bimba di sei anni morta e così a Roma dove una bambina, figlia di due medici, è deceduta a causa del morbillo». Di fronte alle tante polemiche sui rischi e sugli effetti collaterali dei vaccini, Ricciardi conferma che «in Italia non è mai morto nessuno per i vaccini e che la possibilità di una reazione avversa importante è 1 su un milione. Molto più probabile essere eletti in Parlamento (1:117.000) o morire di incidente stradale (1:112)».
Il problema è che chi è contrario alle vaccinazioni sembra essere molto più bravo a raccontare storie, anche se adesso stanno alzano la voce anche alcune mamme che hanno subito gravi perdite, o di figli che pagano le conseguenze per non essere stati vaccinati. È il caso di Alice Bignatti, la mamma delle bambina morta a Bologna per pertosse o di Beatrice Vio, la schermitrice italiana che all'età di 11 anni fu colpita da una meningite fulminante che le causò un'estesa infezione, con annessa necrosi ad avambracci e gambe di cui si rese necessaria l'amputazione.
«La poliomelite circola, di difterite ci sono stati morti in Belgio e Spagna, di meningite registriamo tre casi al giorno: per questo siamo arrivati all'obbligatorietà dei vaccini», ha spiegato Ricciardi facendo anche autocritica sulla capacità degli enti preposti ad essere chiari nell'informare.
Tra le novità annunciate anche la possibilità che i 12 vaccini obbligatori diventino 13 con l'introduzione del vaccino contro il pneumococco e che venga cambiata la modalità di somministrazione, ossia che i genitori vengano maggiormente facilitati. L'ipotesi è che i vaccini possano essere somministrati anche in ospedale o a scuola. Terzo nodo sono le vaccinazioni al personale sanitario. Troppo pochi quelli che ancora oggi aderiscono e troppo elevato il rischio sia per loro che per i pazienti. «Ma ci sono già adesso le leggi possibili per renderla obbligatorio per regolamento».
Quanto alla circolare che seguirà la pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale, Ricciardi ha anticipato che conterrà le indicazioni che dovranno essere seguite e in base all'anno di nascita e fino a 16 anni sarà stabilito il percorso da seguire per ogni ragazzo non vaccinato, anche per quelli in precedenza non vaccinati.