Itas, Di Benedetto attacca Consoli e Lorenz
«Dopo anni di unanimi consensi, a ogni livello, ho sofferto l’isolamento personale e il tradimento di chi, “coltivato” per operare al mio fianco in un gioco di squadra, assunto a ruoli apicali ha, invece, girato le spalle rinnegando quelle stesse deliberazioni votate e approvate all’unanimità». È un passaggio della lettera inviata dall’ex presidente dell’Itas Mutua Giovanni Di Benedetto ai delegati in vista delle elezioni del nuovo consiglio di amministrazione previste a breve.
E con una serie di attacchi rivolti in particolare a Giuseppe Consoli, vicepresidente vicario, e, senza citarlo, a Fabrizio Lorenz, attuale presidente della Mutua.
Si tratta, va detto, della prospettiva di Di Benedetto e dunque di una ricostruzione che è soggettiva.
Per quanto riguarda la lettera un passaggio sembra in particolare rivolto a Lorenz: «Non può, pertanto, essere taciuto il comportamento di coloro i quali, oggi, si ergono a paladini di un manierato moralismo - si legge nella lettera di Di Benedetto - immemori di aver beneficiato per anni di plurimi ruoli e compensi nella Mutua e nelle controllate, con retribuzioni e benefits intatti anche quando mansioni e competenze, in concreto, potevano ritenersi non più apicali».
Poi un passaggio su Consoli: «Né può rimanere nell’oblio il contegno di quel vicepresidente vicario che, appena eletto, mi scriveva di suo pugno: “Caro Giovanni, affetto, stima, ammirazione sono i sentimenti che associo al tuo nome e alla tua straordinaria opea. Ma il più radicato e profondo è la riconoscenza per aver cambiato la mia vita permettondi di raggiungere traguardi che non avrei mai immaginato. Sarò al tuo fianco quando lo vorrai e su di me potrai contare per sempre. Giuseppe”». Secondo Di Benedetto «quello stesso soggetto» «qualche tempo dopo, se non contestualmente, ambiva tramando aalla mia eliminazione». E qui arriva l’accusa: «Sappiano, infatti, i delegati che la nota iniziativa di pedinamento del presidente, come si ricava dalle intercettazioni e dalel dichiarazioni confessorie dell’ex direttore generale, agli atti penali, è stata congegnata e gestita in piena sintonia da entrambi».
Di Benedetto si chiede se «sono questi gli uomini di sicuro affidamento in questo momento? Gli stessi che insieme detengono oggi i vertici di Itas Mutua, Itas Vita e Vapiave? Credo - continua - sia condivisa l’opinione che qualcuno dovrebbe, come io ho fatto, compiere un passo indietro nell’interesse di Itas e, perché no, della propria dignità» scrive l’ex presidente che non si può ricandidare neppure per il prossimo cda.
«Sono certo - conclude Di Benedetto nella sua lettera - che ogni delegato saprà decidere in piena libertà di coscienza e senza condizionamento alcuno votando nell’esclusivo interesse della Mutua per un vero rinnovamento di uomini e di idee».