Sempre meno raccoglitori, allarme agricoltura trentina, anche dall'Est non vengono più
La raccolta delle fragole è già partita da qualche settimana, con l’arrivo dei primi lavoratori stagionali. Il fabbisogno per l’agricoltura trentina gestita da Coldiretti è di circa 8.500 lavoratori per la raccolta di mele, piccoli frutti, uva, ciliegie. Ma se consideriamo tutti gli operai agricoli che si alternano nell’arco dell’anno per tutte le operazioni di preparazione delle colture, si arriva a 15.000 persone.
«Si fa fatica a trovare persone disposte a impegnarsi nella raccolta stagionale – spiega Gianluca Barbacovi, da quasi un anno presidente di Coldiretti del Trentino – e stanno venendo a mancare soprattutto i lavoratori dell’est Europa. Non abbiamo capito se ci sia una ragione precisa. Anche nel 2018 non è stato facile. Il problema più grosso potrebbe presentarsi in autunno». Il decreto «flussi» quest’anno è arrivato con un mese di ritardo e ha creato qualche disagio.
Quella del 21 aprile scorso è stata la notte più fredda della primavera. Un freddo «fuori stagione» che ha provocato danni alle colture non tanto in quantità quanto sulla qualità del prodotto agricolo.
Alla Coldiretti trentina stanno monitorando la situazione ora che i frutti stanno crescendo e ci siamo lasciati alle spalle una decina di giornate con caldo estivo.
Gianluca Barbacovi circostanzia la situazione: «Danni sulla quantità ne abbiamo registrati, la scorsa primavera, solo nelle cosiddette “buche”, quelle zone dove si concentra il freddo in uno spazio ristretto, per questioni morfologiche e microclimatiche. In altre zone, invece, soprattutto in Valsugana, registriamo la cosiddetta “ruggine” sui frutti e la cinghiatura, ovvero anelli di ruggine sulla mela, una strozzatura che condiziona la crescita del frutto, che procede in modo malforme». Con le bizze del meteo e i cambiamenti climatici l’agricoltura ha capito che deve convivere e si stanno studiando le contromisure: «Siamo preoccupati – prosegue Barbacovi – di questi lunghi periodi di siccità, come lo scorso inverno, seguiti da forti scariche d’acqua in poco tempo. Nonostante il freddo di maggio, abbiamo avuto temperature, in questi primi cinque mesi, al di sopra della media. Ora non sappiamo cosa dobbiamo aspettarci… Un’estate torrida o equilibrata?».
L’attenzione è tutta sulla risorsa idrica. L’acqua è l’oro blu del futuro, e anche in Trentino, che è tra le zone più fortunate sotto questo aspetto, è meglio prevenire che curare una possibile emergenza. «Proprio nei giorni scorsi – aggiunge Barbacovi – ho incontrato un’azienda israeliana che ha messo a punto un sistema con ugelli e “sprinkler” che permette di irrigare con l’antibrina, risparmiando il 50% d’acqua». L’80% dei sistemi di irrigazione, nelle campagne trentine, è già a goccia, ma si punta a estendere alla totalità delle coltivazioni questa modalità.
I numeri dell’agricoltura trentina sono stabili: circa dodicimila imprese, tra part-time e imprenditori agricoli a tempo pieno. Si tratta di aziende mediamente piccole, con una superficie media di un ettaro e mezzo. Questa che attende il settore sarà un’estate interlocutoria per quanto riguarda la politica agricola, a livello provinciale come sul piano europeo. «Abbiamo partecipato alle diverse sedute degli Stati generali della montagna avviati dalla Provincia – conclude il presidente di Coldiretti – e il 14 e 15 giugno trarremo le conclusioni. Aspettiamo anche la nuova politica agricola europea, dopo le elezioni del 26 maggio: per noi finanziamenti, tecnologia, giovani e zootecnia sono le priorità».