Se la malga di Clozdiventa Clazner Alm

Il sindaco di Cloz, Maria Floretta,  dice no ai cartelli solo in tedesco. Maria Floretta chiede all’Alpenverein indicazioni bilingui sul territorio che il Comune noneso ha in proprietà, ma che ricade in Alto Adige. «Qui c’è pacifica convivenza» 

CLOZ - Con la malga di Cloz chiamata Clazner Alm e quella di Revò denominata Rawaner , la «frontiera nascosta» degli anni '60 è tornata visibile, nei mesi scorsi, sui pascoli di Cloz ai piedi delle Maddalene. Su suolo noneso per proprietà, sudtirolese per catasto, tempo fa erano comparse tabelle segnaletiche dell'Alpenverein Südtirol con le indicazioni per i luoghi storici della comunità nonesa-trentina riportati solo in tedesco.
Divenuta sindaco di Cloz nel maggio scorso, Maria Floretta non ha perso tempo, e e ha chiesto indicazioni bilingui, «nel rispetto della tradizione di convivenza delle comunità italiane e tedesche di confine», ma anche per favorire i turisti e gli escursionisti che arrivano sulle Maddalene dal Trentino o dall'Alto Adige. Alla lettera di richiesta, datata 14 giugno, al sindaco ancora non è giunta alcuna risposta ufficiale, nonostante il gran numero di destinatari (fra i quali due presidenti di sezioni dell'Alpenverein e persino il presidente sudtirolese Luis Durnwalder).
Le tabelle che indicavano la Clazner Alm , però, da qualche tempo non ci sono più e, dopo quanto accaduto l'estate scorsa in Alto Adige, il caso sembra ora adatto alla commissione toponomastica che si va formando a Bolzano - prevista dall'accordo fra Durnwalder e il ministro Raffaele Fitto - per chiudere la questione della segnaletica di montagna in Sudtirolo. L'intenzione di Cloz - lo ripete più volte Maria Floretta - è di trovare un accordo ragionevole nel solco di una secolare tradizione di convivenza. Una convivenza storicamente «in confronto costante dei rispettivi diritti, delle culture, delle consuetudini», come il sindaco ha ricordato nella sua lettera. La particolarità del territorio di confine, i destinatari dei cartelli indicatori (sovente turisti) e il fatto che la proprietà di parte del territorio su cui si colloca la segnaletica sia del Comune di Cloz sono ritenute ragioni valide per la ricerca di una soluzione condivisa. «In nessuna carta o nostro documento - argomenta inoltre il sindaco - la malga di Cloz compare come Cloz o Clozner Alm , e quello di Clazner Alm è un toponimo fin qui sconosciuto».
All'Alpenverein di Lana, titolare del finanziamento della segnaletica, il sindaco non ha trovato condivisione delle proprie idee, cosicché ha proposto che siano i Comuni nonesi interessati, tedeschi e italiani, ad occuparsene, visto anche il clima di buona collaborazione che caratterizza i rapporti fra Cloz, Lauregno e Proves e il progetto di centro del fondo da realizzarsi su proprietà di Cloz e di matrice anche sudtirolese.
Resta il fatto che nella cornice dell'Euregio (è di questi giorni la richiesta del Gect, il Gruppo europeo di cooperazione territoriale, partita da Trentino, Sudtirolo e Land Tirolo), può forse essere utile ricordare le conclusioni di Eric Wolf e John Cole sulla «frontiera nascosta» di Tret-St. Felix. Le comunità tedesche e italiane che emergevano dallo studio dei due antropologi americani, alla fine si mostrarono più simili, e use a pacifica convivenza, di quanto qualche teorico delle divisioni etniche ritenesse allora.
F. T.