Macabra contestazione per la Bottamedi Accolta ad un incontro con una bara
Manuela Bottamedi accolta a Borgo da una bara di cartone
Manuela Bottamedi accolta da una bara di cartone. E Ugo Rossi affrontato di petto dalle maestre d'asilo precarie e dagli insegnanti che lo hanno incalzato su tutti gli aspetti della riforma della scuola trentina. Fra proteste, brusio e un'atmosfera tesissima.
Avrebbe dovuto essere una serata di confronto e dibattito sul tema «La scuola trentina del futuro»; ma quella organizzata dalla sezione unedì scorso all'auditorium della Comunità di valle a Borgo Valsugana si è trasformata nella serata del doppio malcontento.
Doppio malcontento perchè doppio era il motivo: da una parte gli attivisti dei «5 Stelle» che hanno accolto la loro ex consigliera regionale Manuela Bottamedi da traditrice, poiché è recentemente passata al Patt (e ha festeggiato san Valentino su Facebook con l'hashtag #iosonopantirolese , accolta da insulti e critiche che ha poi "bannato"). Dall'altra un folto pubblico di addetti ai lavori che hanno approfittato della presenza di Rossi (presidente e assessore alla scuola) per avere spiegazioni. E che alla fine si sono dichiarati «molto delusi».
L'avvio è stato da sceneggiata, con i «grillini» con una bara di cartone a salutare la Bottamedi: hanno distribuito un puntualissimo volantino in cui hanno raccolto tutto quello che la Bottamedi pensava di Rossi e del Patt fino a poche settimane fa (tipo quando nel 2013 scriveva "L'Istruzione in mano a Rossi, grave scelta per la scuola trentina. La scelta di privare la Scuola trentina di un suo Assessorato autonomo è uno schiaffo"). In sala, poi, sulla graticola è finito Rossi perché ad attenderlo al varco - ad esempio - c'erano le maestre precarie delle scuole d'infanzia, che da un mese protestano per il concorso bandito dalla Provincia che le «butta fuori» dopo anni ed anni di precariato.
«Con Rossi non siamo mai riuscite a farci ricevere od ascoltare - spiegano alcune del Gruppo Insegnanti Precarie - e a Borgo gli abbiamo chiesto se ha un'idea di cosa stia facendo. Fra asili e primaria, 600-700 insegnanti rischiano il posto e sono quasi tutti sopra i 40 anni, abilitati, molti con la certificazione linguistica. Anche alla fine dell'incontro abbiamo cercato un colloquio, ma ci ha trattate con sprezzo e se n'è andato».
La serata era comunque iniziata abbastanza tranquillamente con la presentazione della Bottamedi. Lei e Rossi hanno illustrato la proposta del «trilinguismo» (italiano, tedesco e inglese obbligatori dalle elementari) con i 36 milioni che arriveranno. Ma poi, con gli interventi di insegnanti di ogni ordine e grado, l'atmosfera si è fatta tesa: «Sostanzialmente non abbiamo avuto risposte...» chiosa uno dei presenti.
Ieri questa delusione l'ha ben espressa il professor Pierluigi Pizzitola su Facebook, subito «ri-postato» da decine di altri utenti: «Condivido l'amarezza e le grandi perplessità di colleghi che hanno partecipato al monologo tenuto dal presidente Ugo Rossi. È emersa insensibilità, arroganza e, soprattutto, una sostanziale mancanza di conoscenza delle reali situazioni e problemi in cui vive oggi la nostra scuola».
Ieri sera il presidente Rossi non ha ritenuto di rilasciarci un commento sull'accaduto. La Bottamedi, però, ha risposto su Facebook: «Serata sulla scuola a Borgo: molto partecipata e molto VERA. Dove altro troviamo un Presidente e Assessore che si sa mettere in gioco in questo modo? Peccato che alcuni insegnanti trentini non abbiano altrettanta voglia di mettersi in gioco».