Flor conferma: «Meno reparti e più poli specialistici»

di Patrizia Todesco

«Io lo chiamerei polo delle neuroscienze - conferma il direttore generale dell'Azienda sanitaria Luciano Flor a margine dell'inaugurazione dell'appartamento gestito dalla Lilt e dedicato ad accogliere i bambini oncologici che devono essere curati a Trento - e l'obiettivo è di avere in Trentino una sanità di qualità, dove le persone possono chiaramente sapere dove sono collocate le varie specializzazioni».


La proposta di spostare all'ospedale di Rovereto tutti i reparti che riguardano le cure capo-collo era stata avanzata nel corso di uno dei tavoli di lavoro organizzati tra sindacati dei medici, assessorato e Azienda sanitaria. Qui - a sorpresa - Flor aveva illustrato, a grandi linee, la sua idea di sanità futura. Non era entrato nei particolari, lasciando però abbastanza basiti i medici con la sua proposta. Ieri, al nostro giornale, ha confermato la sua idea.

Dottor Flor, perché un polo di neuroscienze a Rovereto?
Dobbiamo guardare ad una sanità trentina con funzioni provinciali e se riorganizziamo dobbiamo farlo in maniera forte per qualificare. Io ho iniziato, è vero, parlando del polo delle neuroscienze ma è ovvio che in futuro bisogna pensare anche altre cose. Oggi (ieri per chi legge, ndr) si è parlato di pediatria, di oncologia pediatrica a cui si deve agganciare la chirurgia pediatrica. Così si può dar vita a un polo della pediatria. Che non saranno due, ma uno. Con la degenza. Perché quando io parlo del polo specialistico penso a dove mettere le funzioni con la degenza, poi la specialistica può stare ovunque. Ma la degenza, l'attività h24, l'assistenza intensiva, l'attrezzatura, vanno messe in un solo posto. A Rovereto, ovviamente, penso a neurologia, neurochirurgia ma anche neuropatologia, neuroradiologia. Tutto deve essere specialistico.
E a chi è preoccupato per i politraumatizzati che andrebbero curati con specialisti dislocati in poli diversi, cosa risponde?
I politraumatizzati già oggi li gestiamo con il neurochirurgo reperibile e, quindi, andremo avanti così. A Trento verrà il neurochirurgo da Rovereto, non vedo il problema.
E con il Not come si sposa questa riorganizzazione?
Noi facciamo l'organizzazione con le esigenze di oggi, non possiamo aspettare il Not per riorganizzare. Dobbiamo farlo a prescindere e questa per me è una risposta per dare un ruolo dignitoso all'ospedale di Rovereto. Stiamo pensando ad una funzione di assoluto prestigio.
In che tempi potrebbe essere realizzabile questo progetto?
Se lo programmiamo, nel giro di un paio d'anni. Anche in un anno e mezzo potremmo essere operativi.
E i reparti che attualmente si trovano in più sedi? Penso ad oculistica che c'è sia a Trento che a Roveteto con un unico primario.
Saranno semplificati, un'unica oculistica, un'unica stroke unite. All'interno della specialità oggi abbiamo 8-10 neurologi a Rovereto e 8-10 a Trento. Se invece di 10 più 10 noi ne avessimo sedici in un'unica struttura sarebbe tutto molto più efficiente. Sarebbe possibile avere quattro micro equipe da 4 con diverse funzioni. Se vogliamo davvero migliorare dobbiamo mutuare dalle migliori esperienze di altre realtà, da chi già ha intrapreso una certa strada. Io sono andato a vedere i migliori ospedali del mondo a Barcellona, in Svezia, a Monaco, a Berlino, in Danimarca, Finlandia e in America solo per citare alcuni posti. Lì fanno centri specializzati. Il più grande ospedale di New York che ospita due università non ha l'ortopedia perché a cinque isolati c'è un centro ortopedico.
Quindi a breve anche noi in Trentino avremo un centro di ortopedia?
Noi dobbiamo pensare alla sanità che vorremmo avere fra 10 anni. Non abbiamo urgenza di cambiare le cose ma se pensiamo a riorganizzare dobbiamo farlo pensando in grande, perché questo ci permetterà davvero di avere qualità. E le persone avranno ben chiaro dove andare per farsi curare per una cosa o per l'altra.

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