Omicidio a Zivignago: un uomo accoltella la moglie davanti ai figli piccoli

È finita, a una settimana dal delitto di Zivignago, la lunga fuga di Marco Quarta. L'uomo, che giovedì scorso ha ucciso a coltellate la moglie Carmela Morlino, è stato fermato dai carabinieri a Rovigo.

AGGIORNAMENTO

«Violenza inaudita», «indole malvagia e priva del più elementare senso d'umana pietà», «violenza irrefrenabile», «delirio vendicativo». Sono parole pesanti quelle usate dal giudice Claudia Miori nell'ordinanza di custodia cautelare che ha portato in carcere, per ora a Rovigo, Marco Quarta. Secondo il magistrato, che ha accolto la richiesta dei pm Giuseppe Amato e Carmine Russo, in questa fase appaiono sussistere i gravi indizi di colpevolezza anche in ordine alle aggravanti della premeditazione e della crudeltà.


È lui l'omicida
Il giudice nell'ordinanza descrive brevemente l'omicidio di Carmela Morlino, massacrata a coltellate davanti alla porta di casa a Zivignago il 12 marzo scorso. Non ci sono dubbi su chi sia l'assassino. «Sullo stesso Quarta ricadevano subito i sospetti essendo stato visto sul luogo del delitto nell'immeditezza del fatto, mentre teneva nella sua mano destra un grosso coltello, bagnato di sangue ancora gocciolante...».

Il vicino disarma l'assassino
Dopo che una vicina ha messo in salvo i bambini interviene Fabio Pilara, avvertito dalla moglie, anche lui residente nello stesso maso ristrutturato. «Usciva di casa e vedeva l'indagato con un grosso coltello gocciolante di sangue nella mano destra, seduto a cavalcioni della Morlino, stesa per terra ed ormai esanime, sfigurata dai colpi ricevuti ed avvolta nel sangue; il dichiarante ha riferito di essere riuscito a sfilare il coltello dalla mano di Quarta, che sembrava a sua volta spossato, e di averlo visto allontanarsi barcollante».
Un assalto crudele
«La donna - scrive il giudice - risultava avere riportato dei tagli impressionanti alla pancia al volto e alla gola...» (non entriamo in ulteriori crudi dettagli, in questa sede inutili, ndr). Il giudice ritiene si possa configurare l'aggravante dell'aver agito con crudeltà a fronte di una «condotta particolarmente riprovevole per la gratuità e la superfluità dei patimenti cagionati alla vittima con un'azione efferata, rivelatrice di un'indole malvagia e priva del più elementare senso d'umana pietà; nel caso di omicidio, l'aggravante ben può ravvisarsi a fronte della reiterazione di colpi inferti alla vittima, quando tale azione, in ragione dei mezzi usati, ecceda i limiti della normalità causale e trasmodi in una manifestazione di efferatezza».
Coltello, ma anche badile
Dall'ordinanza emerge un aspetto nuovo (anche se non certo): l'assassino avrebbe utilizzato per colpire la povera Carmela anche una pala da neve. «Nella fattispecie - si legge - è stato utilizzato per l'aggressione, oltre che un badile da neve rinvenuto accanto alla vittima con tracce ematiche, un coltello di grosse dimensioni sicuramente idoneo ad attentare con facilità alla vita delle persone». Il giudice Miori scrive anche che «l'inflizione di ripetuti colpi nelle disperate parti del corpo, ed in particolare la produzione di lesioni quali quelle inferte al viso della vittima evidentemente poste in essere con una violenza irrefrenabile e vendicativa, espressione della particolare malvagità dell'agente».
La premeditazione
Secondo il giudice l'omicidio era stato premeditato da Quarta. L'ordinanza parla di «perdurare nell'animo dell'agente di una risoluzione ferma ed irrevocabile, anche un intervallo apprezzabile di tempo tra l'ideazione e l'esecuzione del proposito criminoso, nel corso del quale non solo tale proposito si consolida e si rafforza, ma vengono anche studiate le modalità e predisposti i mezzi per l'attuazione del piano. Nella fattispecie detta aggravante si appalesa in base alle modalità dell'aggressione, caratterizzata dall'utilizzo di un coltello che l'aggressore non poteva che aver portato con sé se non allo specifico scopo di aggredire e colpire la vittima.
Quarta è pericoloso
Il giudice fonda la misura cautelare oltre che sul pericolo di fuga, evidente visto che Quarta è scomparso nel nulla per una settimana, anche sul pericolo di recidiva. L'efferatezza e l'irrefrenabilità dell'azione, sarebbero «indicative di un rischio concreto che il soggetto, in uno scatto di ira, possa ricadere in reati della stessa specie di quello per cui si procede, perpetrando azioni criminose ai danni di chiunque; che lo stesso, nel suo delirio vendicativo, potrebbe attentare alla vita di persone comunque a lui vicine»
L'interrogatorio
È fissato per domani, alle 9 e 30, in carcere a Rovigo. La difesa, sostenuta dall'avvocato Luca Pontalti, sostiene che Quarta è pronto, anzi ansioso di essere sentito dai magistrati. Lo farà però non domani, ma nei giorni successivi di fronte ai suoi giudici naturali a Trento. È probabile infatti che nei prossimi giorni la procura chieda il trasferimento di Quarta nel carcere di Trento.

 

AGGIORNAMENTO

Lunedì mattina Marco Quarta comparirà davanti al gip di Rovigo per l’interrogatorio di garanzia, ma è probabile che in quella sede l’uomo si avvalga della facoltà di non rispondere. Il 39enne ieri ha ricevuto la visita del suo avvocato Luca Pontalti, che parla di una persona molto provata, ansiosa di raccontare tutto davanti al suo giudice naturale (quindi a Trento) e che continua a chiedere dei figli.

AGGIORNAMENTO

Conferenza stampa dei Carabinieri questa mattina a Trento per svelare alcuni particolari sull'arresto di Marco Quarta e su come ha trascorso i giorni tra l'assassinio e il fermo a Rovigo. Emerge che Quarta ha bivaccato nella propria auto fin da giovedì scorso: non è mai entrato in autostrada per evitare controlli e nessuna videocamera di sorveglianza l'ha mai ripreso, salvo quella di Castel Bolognese domenica scorsa. Aveva circa 3.500 euro in contanti per affrontare la fuga, che ha usato, tra l'altro, per qualche pasto da McDonald's. Si è comportato da lupo solitario, non ha mai contatto o cercato di contattare amici o parenti. Fin dal pomeriggio di giovedì scorso era appostato sopra la casa dell'ex moglie, armato e con lo zaino pronto per scappare.

Poche le parole che ieri sera Marco Quarta avrebbe pronunciato al cospetto dei carabinieri che lo avevano appena bloccato: «Senza i miei figli mi sentivo rovinato, perduto». Quarta non ha poi aggiunto altro, non opponendo resistenza e consegnandosi ai militari. «È apparso visibilmente provato dalla fuga, che ha trascorso presumibilmente sempre in auto», hanno spiegato poco fa i comandanti provinciali dell'arma di Trento e Rovigo Graziano e Baldini. L'interno della Dacia - che verrà perquisita e analizzata nel dettaglio in queste ore - appariva infatti vissuta, maleodorante, con all'interno coperte e scatolame. È stata la sua auto, dunque, l'ultima casa da uomo libero, e braccato, dell'immobiliarista, che si trova ora in carcere a Rovigo dove rimarrà fino al l'interrogatorio di garanzia.

[[{"type":"media","view_mode":"media_large","fid":"224656","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"290","width":"480"}}]]

[[{"type":"media","view_mode":"media_large","fid":"224621","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"270","width":"480"}}]]

 

VIDEO, L'ARRESTO

[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"224841","attributes":{"alt":"","class":"media-image"}}]]

LA RICOSTRUZIONE DELLA FUGA

[ladige_embed_file type="pdf"]224646[/ladige_embed_file]

AGGIORNAMENTO

È uscito con le borse della spesa, pronto a caricare in auto le provviste. Ma la fuga di Marco Quarta è finita ieri sera, verso le 19, nel parcheggio del centro commerciale «La Fattoria», nella periferia di Rovigo. Qui, ad attenderlo, c'erano i carabinieri, allertati da una signora che ha riconosciuto la macchina dell'assassino.
A sette giorni dalla morte di Carmela Morlino, massacrata sulla porta di casa di Zivignago si è dunque chiuso il cerchio. Marco Quarta è stato arrestato, in esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere chiesta dal procuratore capo Giuseppe Amato e dal sostituto Carmine Russo, che già nell'immediatezza del fatto avevano emesso un provvedimento di fermo. L'immobiliarista 39enne deve rispondere di omicidio volontario pluriaggravato. Tre le aggravanti contestate a Quarta: premeditazione, sevizie e vincolo coniugale. Accuse da ergastolo. Dopo l'arresto l'assassino è stato accompagnato nel carcere di Rovigo. Oggi il giudice Claudia Miori dovrà decidere se farlo interrogare per rogatoria dal gip di Rovigo trasferirlo a Trento.
La svolta, tanto attesa, dopo giorni di caccia all'uomo - sia in Trentino che fuori - è dunque arrivata. Proprio mercoledì sera, della drammatica vicenda, si era occupata la trasmissione «Chi l'ha visto» di Federica Sciarelli. Durante la puntata erano state mandate in onda sia varie fotografie dell'uomo che la targa della sua automobile, la Dacia Duster di colore marrone. Una donna, che evidentemente aveva visto il programma, arrivata nel centro commerciale verso le 18, ha notato il veicolo parcheggiato e non ha esitato ad allertare i carabinieri. Quarta in quel momento non si trovava nell'abitacolo. Era entrato nel centro commerciale per fare la spesa. I militari, temendo anche che potesse essere armato, arrivati sul posto, hanno dunque deciso di attendere che l'uomo uscisse dal centro commerciale. E così, quando Marco Quarta è tornato alla sua Dacia Duster, ha trovato i militari. I carabinieri di Rovigo lo hanno fermato senza che lui opponesse resistenza e hanno immediatamente informato i colleghi di Trento. La notizia dell'arresto di Marco Quarta è rimbalzata subito anche a Zivignago, proprio mentre partiva la fiaccolata in memoria di Carmela e di tutte le donne vittime di violenza, dove era presente anche il papà della donna, Matteo Morlino, che in questi giorni aveva più volte espresso il timore che l'uomo potesse fare ancora del male: «È pericoloso, va fermato subito», aveva detto.
E ora che l'uomo è stato assicurato alla giustizia restano però molti i tasselli di questa vicenda da riempire. Gli inquirenti dovranno capire cosa abbia fatto e dove si sia nascosto. L'unico punto fermo, infatti, è quel passaggio a Castel Bolognese, dove la Dacia Duster di Quarta era stata immortalata domenica mattina alle 7.40. Ma non c'è risposta in grado di dare un senso alla morte di Carmela, uccisa dall'uomo che diceva di amarla. Massacrata con quindici coltellate davanti ai suoi bambini.

Ecco Marco Quarta poco dopo l'arresto:

[[{"type":"media","view_mode":"media_large","fid":"224466","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"360","width":"480"}}]]

AGGIORNAMENTO

Ecco la foto della Dacia Duster di Marco Quarta nel parcheggio del centro commerciale La Fattoria, a Rovigo, dove è stato arrestato:

[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"224416","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"681","width":"1024"}}]]

AGGIORNAMENTO

L’arresto di Marco Quarta è avvenuto nel parcheggio del centro commerciale «La Fattoria», alla periferia di Rovigo. Si trova non lontano da un’uscita della «Transpolesana», la superstrada che collega Verona a Rovigo. I carabinieri, avvisati della probabile presenza dell’uomo da una donna, che l’aveva riconosciuto, hanno individuato nel parcheggio del supermercato la Dacia Duster di Quarta, vuota. Quindi, mentre alcuni militari perlustravano la sede commerciale, altri si sono appostati nei pressi dell’auto. Quando Quarta si è avvicinato alla vettura è scattata l’azione dei Carabinieri, che lo hanno ammanettato.

Le parole del padre di Carmela, Matteo Morlino, alla fiaccolata di Zivignago, dopo aver appreso della cattura di Marco Quarta:

[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"224446","attributes":{"alt":"","class":"media-image"}}]]

AGGIORNAMENTO

«Grande soddisfazione» per la cattura di Marco Quarta è stata espressa dal procuratore capo Giuseppe Amato. Che spiega: «In questa settimana tutti si sono impegnati tantissimo ed ero convinto che si potesse arrivare a questa svolta positiva».

AGGIORNAMENTO

È finita, a una settimana dal delitto di Zivignago, la lunga fuga di Marco Quarta. L'uomo, che giovedì scorso ha ucciso a coltellate la moglie Carmela Morlino, è stato fermato dai carabinieri a Rovigo. Quarta è stato bloccato dai carabinieri all'interno di un centro commerciale. I militari sono intervenuti dopo che il marito di Carmela era stato riconosciuto da una donna: la sua foto, nei giorni scorsi, era stata diffusa in tutta Italia. La notizia della cattura di Quarta si è rapidamente diffusa anche a Zivignago, dove moltissime persone si sono raccolte in preghiera davanti alla casa della vittima, Carmela Morlino. La notizia è stata accolta con un applauso.

[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"224306","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"526","width":"823"}}]]

LA FOTOGALLERY

La fiaccolata a Zivignago per ricordare Carmela Morlino: #NoiSiamoCarmela

AGGIORNAMENTO

Questa sera, a Zivignago, si ricorda Carmela Morlino con una fiaccolata che vuole dire no alla violenza sulle donne. Sono in corso i preparativi. Certa la presenza del padre della vittima Matteo Morlino. Sono arrivati il sindaco di Pergine Roberto Oss Emer e il presidente del consiglio provinciale Bruno Dorigatti. Il percorso si snoderà dall'oratorio fino alla casa di Carmela Morlino e a Pergine a casa dei genitori. Un centinaio di persone si è già radunata davanti all'oratorio.


[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"224286","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"640","width":"960"}}]]

AGGIORNAMENTO

Si troverebbe ancora nel Salernitano Marco Quarta, il quarantenne immobiliarista ricercato per l'omicidio della moglie Carmela Morlino avvenuto giovedì scorso, 12 marzo, a Zivignago di Pergine. A Salerno e dintorni è in corso in queste ore di giovedì 19 marzo una battuta dei carabinieri, che stanno operando con un elicottero e pattugliano i quartieri della città. Due giorni fa il titolare di un bar di Salerno aveva contattato la redazione del programma «Chi l’ha visto», riferendo che l’uomo era entrato nel suo locale la sera di sabato mente era in corso la partita di calcio Inter-Cesena. L’uomo - ha riferito il gestore - si è sentito subito osservato dai clienti, tutti abituali frequentatori del bar, e, innervosito, sarebbe giunto alle mani con il titolare del locale. Poi sarebbe scappato facendo perdere le sue tracce.

Frattanto è sempre alta l'attenzione delle forze dell'ordine anche nella zona di Pergine. Ieri, mercoledì, una cinquantina fra carabinieri, vigili del fuoco volontari, uomini del soccorso alpino con unità cinofile e forestali hanno perlustrato i boschi sovrastanti la frazione di Zivignago, dove è avvenuto il delitto. Gli investigatori non escludono del tutto l'ipotesi che il fuggitivo possa trovarsi ancora in zona o che possa essersi tolto la vita.

Di certo resta, al momento, soltanto l'avvistamento dell'auto di Quarta, una Dacia Duster marrone, l'altro giorno in provincia di Ravenna, anche se la foto della telecamera non consente di capire chi fosse alla guida dell'auto. Senza riscontri certi sono finora una serie di segnalazioni di Quarta da parte di cittadini, l'ultima quella di ieri di un titolare di un bar di Salerno arrivata alla redazione di "Chi l'ha visto". Del caso Quarta la trasmissione Rai si occuperà nella puntata di questa sera.

La Dacia Duster marrone targata EL927EY di Marco Quarta

[[{"type":"media","view_mode":"media_large","fid":"222966","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"383","width":"464"}}]]

AGGIORNAMENTO

Domani sera si terrà a Zivignago una fiaccolata contro la violenza sulle donne.

[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"221926","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"612","width":"474"}}]]

AGGIORNAMENTO

Potrebbe trovarsi a Salerno Marco Quarta, il quarantenne che ha ucciso la ex moglie in provincia di Trento ed è fuggito dopo il delitto. Un salernitano, titolare di un bar, ha allertato oggi la redazione della trasmissione "Chi l'ha visto?" sostenendo di aver avvistato Quarta. I carabinieri del Nucleo Investigativo di Salerno hanno subito avviato ricerche in merito. Finora non sarebbero emersi riscontri della segnalazione, ma le verifiche sono ancora in corso.

AGGIORNAMENTO

Erano le 7.40 di domenica mattina quando la Dacia Duster di Marco Quarta è stata immortalata sulla via Emilia, a Castel Bolognese, dalle telecamere per il controllo del traffico, un varco che consente di leggere le targhe. Una conferma che il 39enne è vivo e sta fuggendo, forse diretto verso la Puglia. L’ipotesi che Quarta si sia tolto la vita dopo avere massacrato a coltellate la moglie, Carmela Morlino, al momento appare dunque meno probabile. Anche per questo ieri mattina la procura, che nell’immediatezza del fatto aveva emesso subito un provvedimento di fermo, ha chiesto al gip la misura cautelare in carcere per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dalle sevizie e dal vincolo coniugale. Accuse da ergastolo.

[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"218186","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"2448","width":"3264"}}]]

AGGIORNAMENTO

L'auto di Marco Quarta, una Dacia Duster marrone targata EL927EY è stata ripresa dalle videocamere delle forze dell'ordine a Castel Bolognese domenica mattina. Pare stia viaggiando in direzione sud, forse verso la Puglia. Le immagini non rivelano se ci sia lui alla guida, ma i carabinieri seguono questa pista.

[[{"type":"media","view_mode":"media_large","fid":"218106","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"379","width":"480"}}]]

AGGIORNAMENTO

Ai carabinieri del Trentino arrivano segnalazioni locali e da mezza Italia per le ricerche di Marco Quarta, 40 anni, che la sera del 12 marzo ha ucciso l'ex moglie, Carmela Morlino, 36 anni da compiere, i cui funerali saranno martedì a Pergine. Nella frazione di Zivignago del paese, dove la donna abitava coi figli piccoli e dove sulla porta di casa l'uomo l'ha colpita a morte 15 volte con un coltello tipo da sub, domani sera è invece previsto il rosario. Se dunque la giornata a Pergine è trascorsa in lutto, con annullamento di spettacoli teatrali, il lavoro dei militari è nella verifica di segnalazioni dell'auto e della presenza dell'uomo. Tutte finora senza esito. Alcune della Dacia Duster marrone, targata EL927EY erano giunte tra ieri e la mattina da Trento e da Merano, in Alto Adige.

Nel pomeriggio ne sono arrivate altre, dal Nordovest d'Italia, e anche da Faenza e da Castel Bolognese, in provincia di Ravenna, sulla Via Emilia, in direzione sud. Fotogrammi sfocati di telecamere, che non permettono di vedere con certezza se l'auto sia la sua, nè tantomeno se sia lui a bordo. I carabinieri non escludono, in caso sia proprio quella, nemmeno che alla guida ci sia un'altra persona. Tra le ipotesi fanno anche quella che l'abbia abbandonata, chiavi comprese, per togliersi la vita, e qualcuno, magari un malvivente, possa averla presa. Se invece si trattasse di lui, dalla Via Emilia potrebbe dirigersi nel bolognese, dove aveva contatti come immobiliarista, quindi forse la disponibilità di appartamenti. Oppure potrebbe andare in direzione di Lecce, di cui la famiglia era originaria, anche ormai da quasi quarant'anni a Varese, dove anche Quarta aveva abitato, dopo essere nato a Borgomanero (Novara). In Trentino era arrivato ai tempi dell'università.

Del tardo pomeriggio la segnalazione di una donna che dice di avere visto in Trentino, a passo Coe, meno di 10 chilometri da Folgaria, l'uomo di cui è stata diffusa la fotografia, alto quasi due metri e molto robusto. A piedi, con uno zaino in spalla. Una segnalazione che il comandante del reparto operativo dei carabinieri di Trento, Giovanni Cuccurullo, intende verificare con attenzione, con una battuta a piedi domani nei boschi e anche con un elicottero, di cui chiederà la disponibilità, come già nei giorni passati aveva fatto per i boschi della Val dei Mocheni, vicino a Sant'Orsola, luogo di residenza dell'uomo, non distante da quello del delitto.

AGGIORNAMENTO

Scorte di cibo, di bottiglie d'acqua, di tutto quanto possa servire per stare a lungo in un luogo isolato. Comprese coperte e abbigliamento pesante. Marco Quarta avrebbe preparato con cura anche il grosso zaino con il quale è stato immortalato da una telecamere di sicurezza a Sant'Orsola, poco prima che scendesse a Zivignago per uccidere la moglie. Avrebbe caricato l'auto con i generi di prima necessità. Ne sono convinti gli investigatori, che hanno valutato con attenzione le tracce lasciate dall'uomo nel suo appartamento in località Pintarei, dove viveva dall'autunno scorso, da quando era stato raggiunto dal divieto di avvicinamento alla casa familiare prima che la misura venisse modificata negli arresti domiciliari. Il timore è che, come minacciato, possa tornare per colpire i suoi figli di 4 e 7 anni che assieme ai nonni sono sotto scorta.

AGGIORNAMENTO

Continuano per il secondo giorno le ricerche da parte dei carabinieri in Trentino di Marco Quarta, 40 anni, che giovedì sera ha ucciso l’ex moglie a coltellate. I militari hanno ricevuto una serie di segnalazioni della presenza dell’uomo nella zona di Pergine, dov’è avvenuto il fatto, che hanno permesso di ricostruire in parte le giornate prima dell’omicidio di Carmela Morlino. Nessuna però riguarda i tempi successivi al delitto. Rinnovano quindi l’appello a segnalare al 112 o al comando di Trento (tel. 0461.20.20.00) l’eventuale presenza dell’uomo, alto 1 metro e 98 centimetri e di corporatura robusta, con peso oltre i 100 chilogrammi, capelli corti e castani, e della sua auto, una Dacia Duster di colore marrone.

La segnalazione di ricerca, diffusa in ambito nazionale e anche fuori confine, è stata allargata in particolare ai luoghi fuori Trentino, nelle regioni vicine, che l’uomo aveva l’abitudine di frequentare, dai ristoranti ad altri posti conosciuti da Quarta. Proseguono intanto i controlli sulle strade e nei boschi trentini vicini alla zona di Sant’Orsola, dove l’uomo risiede.

I carabinieri presidiano intanto sia l’appartamento dove viveva la donna con i due figli di 3 e 6 anni, sia quello dei nonni materni, a cui ora i piccoli sono stati affidati. Una presenza, quella dei bambini, che non ha fermato l’aggressione di Quarta, che dall’autopsia è emerso come l’abbia colpito con un totale di 15 coltellate, alla schiena e al petto, con chiari segni di tentativi di difendersi della donna, viste le ferite anche alle braccia.

 

AGGIORNAMENTO

Con quel coltellaccio dalla lama seghettata lunga 20 centimetri e dall’impugnatura scura non solo ha messo fine alla vita di Carmela Morlino, 35 anni. Marco Quarta, il quarantenne ricercato per l’omicidio della moglie, ha cancellato la serenità e la spensieratezza dei suoi figli di 4 e 7 anni. Il bimbo più grande e la sorellina hanno sentito per l’ultima volta la voce della loro mamma che chiedeva aiuto. E l’estremo gesto della donna per proteggere i suoi bambini è stato quello di lasciare che la vicina di casa li prendesse con sé. Mai una madre si separerebbe dai figli, se non per salvarli da un pericolo gravissimo, imminente. Carmela aveva capito le intenzioni bellicose del marito e non voleva che i figli assistessero ad una lite. Li ha protetti fino alla fine. Pochi istanti dopo è morta sotto i fendenti dell’uomo che aveva sposato. 

Erano le 20.30 di giovedì ed in via alla Cargadora 39, nel maso ristrutturato che sta nella parte alta della frazione di Zivignago e domina la piana di Pergine, il silenzio è stato squarciato dalle grida della donna. Subito è uscita una vicina di casa e vedendo che Carmela e Marco Quarta stavano litigando ha accompagnato i bambini nella sua abitazione. Un’altra vicina, che si è affacciata sul ballatoio sentendo le grida, ha notato l’uomo che si avventava sulla moglie e subito ha chiamato il marito affinché intervenisse. Quest’ultimo, corso all’esterno della casa, ha potuto fare poco: Marco Quarta era piegato sulla moglie, con un coltello in mano; la donna esanime a terra; sangue ovunque, anche sul muro. Con determinazione e freddezza, il vicino di casa si è avvicinato a Quarta, che aveva ormai perso la carica aggressiva, e l’ha disarmato prima che lui scappasse a piedi, in stato chiaramente confusionale, proferendo frasi sconnesse.

Sono stati chiamati il 118 ed i carabinieri. Brevissima l’agonia della donna, che avrebbe tentato di proteggersi dai colpi inferti dal marito: quando sono arrivati i soccorsi sanitari il suo cuore aveva già cessato di battere. Sono 14/15 i tagli evidenziati nel corso dell’autopsia. Ferite visibili al seno, alla trachea, al viso, con un profondo squarcio all’emitorace ma anche segni alle mani, alle braccia ed alla schiena: la donna avrebbe cercato di difendersi con tutte le sue forze.

Un dramma accaduto proprio di fronte alla porta di casa ed accanto all’appartamento in cui i figli della coppia avevano trovato rifugio. I carabinieri sono arrivati in forze a Zivignago: oltre al dramma della morte di una donna e di due figli rimasti orfani della madre, c’era un assassino in libertà. I vicini di casa avevano infatti indicato con certezza che ad aggredire ed uccidere la donna era stato Marco Quarta, il marito che per un provvedimento del tribunale non viveva più in quella casa dall’estate scorsa. Un uomo alto ed imponente, che quella sera si era allontanato a piedi ma che forse aveva l’auto parcheggiata nelle vicinanze. Dalle 21 circa di giovedì è scattata la caccia all’uomo.

Marco Quarta, agente immobiliare titolare dello studio di compravendita in piazza Mostra a Trento, viveva in un appartamento a Sant’Orsola Terme dal settembre scorso, da quando, cioè, era agli arresti domiciliari. Da qualche mese tra lui e la moglie - originaria di San Giovanni Rotondo in Puglia, laureata in economia a Trento e dipendente della Scania - i rapporti si erano fatti burrascosi. Colpa dei metodi educativi dell’uomo, che incitava i figli all’aggressività ed utilizzava frasi inopportune, soprattutto con bimbi così piccoli, minacciando anche di ucciderli se non avessero obbedito. Carmela Morlino aveva invitato il marito a cambiare atteggiamento, gli aveva proposto di affrontare insieme un percorso per migliorare il rapporto fra di loro e con i figli, ma l’uomo si sarebbe sempre opposto, peggiorando se possibile i suoi comportamenti. «Se mi lasci, prendo i figli e con loro mi butto nel lago» minacciava.

La donna si era rivolta ad un Centro antiviolenza, per cercare di uscire da quell’incubo, per proteggere i figli ed evitare che la situazione degenerasse. Ma senza la volontà del marito di cambiare si era vista costretta ad andarsene di casa. Era l’agosto scorso. Con il supporto dei suoi genitori, che si erano trasferiti in un appartamento vicino, aveva lasciato l’abitazione di Zivignago e presentato denuncia per maltrattamenti in famiglia.

La procura era subito intervenuta con un provvedimento di allontanamento dell’uomo dalla casa familiare, a settembre. Marco Quarta tuttavia aveva tentato di avvicinarsi alla moglie ed ai figli. Quattro gli episodi contestati che hanno portato, in ottobre, alla misura degli arresti domiciliari. Per quatto mesi l’uomo non avrebbe mai sgarrato, anzi aveva iniziato un percorso che lo psichiatra che lo stava seguendo non aveva esitato a definire «positivo». Ed è così che a febbraio l’uomo era tornato libero, ma sempre con il divieto di avvicinarsi a Zivignago. Era stato anche raggiunto dall’ammonimento del questore. Trenta giorni dopo la situazione è esplosa. All’improvviso. L’uomo ha preso un grosso coltello da pescatore e si è presentato davanti all’abitazione della donna. Sapeva che con lei c’erano i figli, ma la presenza dei piccoli non l’ha fermato: le urla, la lite, i fendenti, la fuga. E due bimbi che hanno perso per sempre la madre e, forse, anche il padre.

AGGIORNAMENTO

Sarebbero 14 o 15 i colpi evidenziati dall'autopsia sul corpo di Carmela Morlino, tra quelli inferti dal suo assassino e le ferite provocate dal tentativo di difendersi.

AGGIORNAMENTO

Le tappe della vicenda sfociata in tragedia:

  • Agosto 2014: Carmela Morlino presenta una denuncia contro il marito per maltrattamenti familiari.

 

  • Settembre 2014: Marco Quarta viene raggiunto dalla misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare.

 

  • Ottobre 2014: All’uomo vengono contestati quattro episodi di violazione della misura cautelare. Il giudice Carlo Ancona dispone gli arresti domiciliari.

 

  • 12 febbraio 2015: Nel corso dell’udienza preliminare, a fronte del percorso di recupero intrapreso dall’uomo, vengono revocati gli arresti domiciliari ma Quarta ha nuovamente il divieto di avvicinarsi a moglie e figli. L’udienza viene aggiornata al 22 aprile.

 

  • 12 marzo 2015: Marco Quarta attende la moglie davanti a casa. Nasconde un coltello e la colpisce ripetutamente.

 AGGIORNAMENTO

Proseguono nei boschi della Val dei Mocheni, le ricerche dell'uomo che ieri sera ha ucciso l'ex moglie. I carabinieri stanno cercando di individuare la sua auto, una Dacia Duster di colore marrone, tinta che non favorisce l'individuazione, nei boschi brulli di questi mesi. Oltre ai posti di blocco, segnalazioni delle ricerche sono state diffuse in tutta Italia, ovviamente anche alla non distante frontiera del Brennero, nell'eventualità che l'uomo sia scappato immediatamente fuori regione, prima che i vicini riuscissero a dare l'allarme. Sotto controllo anche il suo telefono cellulare e le carte bancarie.

AGGIORNAMENTO

Carmela Morlino a Marco Quarta si sono sposati nel marzo 2012. I due erano separati di fatto ma non legalmente. L'ex marito era ai domiciliari e con divieto di avvicinamento alla moglie, dopo i maltrattamenti denunciati dalla donna l'estate scorsa. Ieri sera Quarta non aveva l'obbligo dei domiciliari.

AGGIORNAMENTO

L'autopsia della donna uccisa ieri sera potrebbe avvenire già oggi: i magistrati stanno lavorando per nominare il medico legale, che potrebbe effettuare già in giornata l'autopsia. Esame che in questo caso non potrà che fornire dettagli sul decesso, ma non elementi ulteriori oltre a quanto già noto sul fatto, viste le testimonianze. Sul posto è stato trovato dai carabinieri, grazie alle indicazioni di un vicino di casa, la roncola forse usata per uccidere la donna (FOTO).

[[{"type":"media","view_mode":"media_large","fid":"214591","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"480","width":"384"}}]]

Non è chiaro intanto se i bambini abbiano assistito solo a una prima parte della lite o abbiano visto la mamma uccisa. Sono rimasti intanto per la notte da una vicina, che li ha accolti, in attesa che i nonni materni, che vivono in Trentino, possano occuparsene. È stato infatti forte lo shock alla notizia dell'omicidio della figlia, originaria di San Giovanni Rotondo, in Puglia. Giunto da fuori provincia anche l'ex marito, nato a Novara e arrivato in Trentino negli anni degli studi universitari. Stupore e pianto per la sorte della donna si alternano intanto nei vicini di casa, forse ignari della precedente denuncia per violenza domestica nei confronti dell'uomo. Parlano di due persone gentili, senza ricordare urla o episodi precedenti che potessero fare immaginare l'accaduto.

AGGIORNAMENTO

Le ricerche dell'uomo che ieri sera in Trentino ha ucciso la ex moglie a coltellate proseguono da parte dei carabinieri, anche con un elicottero. Non si trova infatti l'auto dell'uomo, usata quindi presumibilmente per la fuga, dopo che i vicini l'avevano visto allontanarsi dall'abitazione a piedi. I militari stanno intanto lavorando da ieri sera con una serie di posti di blocco stradali in tutta la Valsugana e stanno controllando anche una serie di appartamenti che potrebbero essere nella disponibilità dell'uomo. Marco Quarta ha infatti un'agenzia immobiliare a Trento, in piazza della Mostra, che tratta affitti e compravendite di case sia in città che in altre zone del Trentino, soprattutto in Valsugana.

[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"214621","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"1555","width":"1794"}}]]

LA NOTIZIA

La tragedia si è consumata in pochi istanti. L’uomo, marito della vittima da qualche tempo separato, si è presentato alla porta della casa di Zivignago, in via Cargadora, poco dopo le 20.30 di ieri sera. Era determinato a colpire, aveva un coltello in tasca. La moglie ha aperto e lui l’ha colpita con forza, sull’uscio. Ha affondato con determinazione la lama del coltello e poi se n’è andato, fuggendo nella notte. La vittima è Carmela Morlino. Avrebbe compiuto 36 anni il prossimo 22 aprile. L’assassino è Marco Quarta, quasi 40 anni, abitava da un po’ a Sant’Orsola Terme, in val dei Mocheni, dove era agli arresti domiciliari da agosto scorso.  

L’allarme lo hanno dato i vicini di casa. Hanno sentito delle urla, si sono affacciati e hanno visto l’uomo fuggire a piedi, lungo la strada. In casa c’erano i due bambini, figli della coppia, un maschietto di 7 anni e una bambina di 4. Sono stati loro a fuggire urlando e bussare alla porta di una vicina, che ha chiamato immediatamente i soccorsi. L’ambulanza del 118 è arrivata nel giro di pochi minuti ma purtroppo non c’era nulla da fare. 

I carabinieri, appena giunti sul posto, hanno fatto scattare le ricerche del presunto assassino. Una pattuglia è stata spedita a Sant’Orsola dove di Marco Quarta non c’era alcuna traccia. Posti di blocco sono stati allestiti in tutta l’Alta Valsugana ma in realtà non si sa esattamente se sia fuggito a piedi o in automobile. I vicini l’hanno visto scappare a piedi lungo la strada e potrebbe aver lasciato la macchina nei dintorni. Ma non è nemmeno escluso che possa essere fuggito a piedi nei boschi.

 

LE PAROLE DEL PROCURATORE CAPO GIUSEPPE AMATO

 

[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"214396","attributes":{"alt":"","class":"media-image"}}]]

 

LE FORZE DELL'ORDINE SUL POSTO

 [[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"214401","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"960","width":"1280"}}]]

 

L'AUTO CON LA SALMA DELLA VITTIMA

[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"214406","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"640","width":"852"}}]]

 

[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"214411","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"960","width":"1280"}}]]

comments powered by Disqus