Cembra, le graduatorie contengono solo cognomi stranieri ma è tutto regolare: non servono ruspe, basta informarsi
Una settimana fa sull'Adige abbiamo pubblicato una notizia riguardate gli alloggi pubblici in val di Cembra. Più che di un articolo si trattava di una lista di nomi. Una, anzi più liste di nomi, che avevano un aspetto in comune: erano praticamente tutti cognomi stranieri. Non i trentinissimi Tomasi o Pedrotti, ma una sfilza di h e di dittonghi, di consonanti finali e di doppie a o doppie o. Apriti cielo. In valle, e non solo, si è iniziato a discutere, a parlare, a chiedere spiegazioni, magari anche a indignarsi. Sui social network la foto dell'articolo è stata spesso accompagnata da didascalie che invocavano un diritto di precedenza per i trentini. Su alcuni siti e sitarelli si è chiesto a gran voce un cambio delle regole. E, naturalmente, c'è stato chi non ha perso nemmeno un secondo e ha versato una tanica di benzina sul fuoco: basti pensare che Claudio Civettini ha intitolato la propria interrogazione «Valle di Cembra o di Marrakech».
Ma procediamo con ordine. Qualche mese fa sul sito della Comunità della val di Cembra sono comparsi dei file pdf, con le graduatorie per l'accesso ai contributi provinciali (legge 15 del 2005) sia per l'alloggio (una casa Itea per capirci) sia per il «contributo integrativo al canone di locazione». Due graduatorie (alloggio e affitto) divise a loro volta in due categorie: comunitari e extracomunitari. Ci sarebbe stata, a onor del vero, una terza graduatoria, che tuttavia non ha attirato l'attenzione di nessuno, riguardante la richiesta di contributi per l'acquisto della prima casa (forse, ipotizziamo, perché tutti i cognomi dei richiedenti sono italiani?).
Nell'interrogazione di Civettini si chiede all'Amministrazione provinciale «di ripensare un sistema di sussidi e contributi che, di fatto, oramai premia solamente chi non ha origini trentine». Un'affermazione falsa, per due motivi: in primo luogo non premia nessuno, almeno per quanto riguarda la val di Cembra. Fino ad ora nessuno, infatti, ha avuto accesso ad alcunché: tutte le persone in graduatoria sono ancora in attesa ed è possibile che ci resteranno a lungo, visto che l'Itea non ha alloggi a disposizione in zona. In secondo luogo non premierebbe chi non ha origini trentini, ma solo e molto più banalmente chi presenta richiesta: se i trentini non fanno richiesta la colpa non è di chi la fa o di chi organizza il bando. La domanda per accedere alle graduatorie (non per prendere i soldi si badi bene, ma solo per mettersi in lista d'attesa) non è in base alle origini ed è aperta a tutti, con alcune caratteristiche, come ad esempio un Icef non superiore allo 0,23.
L'Icef si abbassa in base (anche) al numero di figli e chi non ha origini trentine (non possiamo definirli stranieri perché hanno la regolare cittadinanza italiana) tendenzialmente ha molti figli, penserà qualche benpensante, o malpensante a seconda dei punti di vista. Falso anche questo: nell'Icef viene infatti considerato un numero massimo di tre figli. Ovvero avere per casa tre, cinque o dieci "marmocchi" è assolutamente la stessa cosa. Ma i primi in graduatoria non lavorano e non risiedono in Trentino, potrà dire qualche altro benpensante. Altra inesattezza: chi ha un lavoro, con contratto, e chi ha la residenza in provincia da parecchi anni guadagnerà punti per avere un Icef più basso. Tradotto: avanzi di posizione se lavori e se vivi in Trentino da parecchio tempo.
Ma allora, se l'accesso alle graduatorie è aperto a chiunque, perché si leggono nelle liste quasi solo cognomi non trentini? A spiegarlo, senza tanti giri di parole, è l'assessore alle Politiche Sociali della val di Cembra Pierangelo Villaci: «I trentini che hanno fatto richiesta e che avevano i requisiti sono entrati in graduatoria, ma il punto è che quasi nessuno ha presentato la domanda. Qui da noi la maggior parte delle persone è proprietaria di una casa, magari anche piccola, e anche i giovani preferiscono acquistare un'abitazione anche molto vecchia da risistemare, che in Valle costa poco, e non richiedono un alloggio popolare. I Cembrani hanno una mentalità orgogliosa e tenace, vogliono arrangiarsi e non chiedono anche se potrebbero».
Capitolo comunitari ed extracomunitari. Prima di tutto va sottolineato come, sommando tutte le persone presenti nelle varie graduatorie, la media di anni di residenza in val di Cembra sia di 20,6: ovvero non si chiameranno Tomasi o Pedrotti ma mediamente tutte queste persone risiedono in provincia da almeno venti anni. Villaci specifica «tra tutte le persone inserite nelle graduatorie quella che vive in valle da meno tempo lo fa da 15 anni e quella da più tempo da 27». Le persone comunitarie, inoltre, hanno tutte la cittadinanza italiana o quella di un Paese dell'UE. E, anche se a volte lo dimentichiamo, ottenere la cittadinanza non è facile: l'iter è lungo e costoso e inoltre, per ottenerla, bisogna avere la residenza nel Paese da dieci anni, avere la fedina penale pulita e avere un regolare contratto di lavoro. Insomma, l'identikit del delinquente disoccupato è decisamente sbagliato. Gli extracomunitari, invece, per poter presentare la domanda devono avere un permesso di soggiorno definitivo e, se avessero solo quello temporale, devono avere un contratto di lavoro.
Le regole per accedere alle graduatorie, quindi, anche in val di Cembra sono chiare e rigide. Chi è riuscito ad accedervi le ha rispettate. Il fatto che quasi tutti i cognomi non siano tipicamente trentini è solamente una curiosità. A volte non servono le ruspe, basta semplicemente informarsi, senza indignarsi e senza sentenziare: perché la val di Cembra resta e resterà la val di Cembra e Marrakech resta e resterà Marrakech.