Indici di inquinamento bassi, merito della cultura ecologica
LA QUESTIONE AMBIENTALE
Non piove da cinquantanove giorni, vengono segnalate code e traffico intenso sia in autostrada (anche ieri) sia in città (soprattutto nelle giornate pre natalizie), gli impianti di riscaldamento di case, uffici, negozi e alberghi sono in funzione a pieno regime e nel resto d'Italia, soprattutto a Roma e a Milano, si legge di targhe alterne e blocco del traffico.
Fatte queste oggettive premesse, ci si potrebbe aspettare, andando a verificare sul sito dell'Appa (Agenzia Provinciale per la Protezione dell'Ambiente) i bollettini di qualità dell'aria, di trovare una serie di dati scritti in rosso, con limiti superati e indici di inquinamento piuttosto alti. Invece, con sorpresa (ma anche con soddisfazione) si scopre che praticamente tutti i valori riportano a fianco la scritta «basso» o, al massimo, «moderato».
A questo punto l'unica, semplice e ovvia domanda da porsi è perché? A dare una risposta e una lettura dei dati è Gabriele Tonidandel dell'Appa, che si occupa dal 1987 delle tematiche inerenti la qualità dell'aria ed è direttore dell'Unità Operativa aria, agenti fisici e bonifiche.
«La spiegazione parte da lontano e il discorso è ampio e non coinvolge solo il Trentino. Riassumo: prima di tutto va detto che noi facciamo parte del cosiddetto bacino padano, con il quale il confronto è costante e la sinergia totale. Dal 2008 i dati che ci riguardano sono sempre piuttosto positivi. Tra i tanti i fattori sono tre: macchine, riscaldamento e meteo. In questo periodo, pur in condizioni meteorologiche sfavorevoli e durature nel tempo, ma non troppo penalizzanti vista l'assenza di perturbazioni da sud ovest e la presenza di qualche brezza da nord, i dati sono stati positivi. Questo vuole dire che il contributo di scelte e provvedimenti fatti negli anni passati stanno dando degli effetti. Mi riferisco al rinnovamento del parco automobili, ai lavori di efficentamento energetico, ai blocchi effettuati per macchine inquinanti e molto altro ancora. Credo che tutto ciò ci abbia portato ad avere numeri confortanti pur in condizioni sfavorevoli. Non possiamo dire che sia tutto merito nostro, inteso come del Trentino, però un contributo lo abbiamo dato». Il riferimento è quello dei PM10, ovvero le polveri sottili. «Ci saremmo aspettati qualche superamento in più, ma in realtà ne abbiamo registrati pochissimi, concentrati nella zona di Trento nord. Anzi, siamo già sicuri di poter chiudere il 2015 rispettando i limiti: il massimo annuale consentito è di 35 giorni di sforamento. Noi siamo già certi, anche se sforassimo sempre da oggi al 31, di non raggiungere quel numero».
METEO E NEVE
Con oggi sono 59 giorni: praticamente due mesi senza precipitazioni, senza pioggia o neve né a valle né in quota. E si arriverà tranquillamente a 63, visto che fino al termine del 2015 è previsto sole, con qualche nuvola in quota martedì 29 e qualche foschia, ma solo localmente, in prossimità di laghi o corsi d'acqua nei primi giorni della prossima settimana.
Andrea Piazza di Meteotrentino conferma: «Il nostro bollettino arriva fino a mercoledì 30 dicembre, e fino ad allora le giornate saranno indicativamente come quelle di Natale e Santo Stefano, ovvero caratterizzate dal sole e da una quasi totale assenza di nuvole. Le temperature, però, inizieranno a calare dalla serata di martedì 29, con lo zero termico che si abbasserà e la fase di caldo in montagna si esaurirà».
Ma l'arrivo del nuovo anno porterà freddo, pioggia e neve? «È ancora presto per dirlo - prosegue Piazza - anche se qualche sito nazionale ha già azzardato la possibilità di un'inversione di tendenza».
Inversione di tendenza che significa un addio all'alta pressione, con l'arrivo del freddo e di qualche perturbazione. Come accennato, parlare di gennaio equivale non a fare previsione ma ad azzardare pronostici, tuttavia pare che nei primi giorni del 2016 (e comunque entro l'Epifania) anche in Trentino torneranno a cadere dal cielo acqua o neve. Per la gioia, in primis, di appassionati di sci e turisti, che dopo aver trascorso un «verde Natale» potranno finalmente godere di un paesaggio adeguato al periodo dell'anno.
Con i primi giorni di gennaio, a quanto pare, le «tristi» foto qui a fianco, scattate dalle webcam posizionate sulle montagne e sulle località turistiche della provincia, saranno solo un ricordo.
In attesa del cambio di rotta meteo, sulle montagne del Trentino prosegue l'assenza di neve naturale, con temperature sopra la media. Nella giornata di ieri in alta quota fino ai 2.000 metri la massima è stata di 9 gradi, mentre lo zero termico, alle ore 13, è stato raggiunto a quota 3.100 metri. Il prolungato clima mite, secondo gli esperti, potrebbe causare problemi alla tenuta della neve artificiale delle piste da sci, con qualche rischio per la stagione turistica invernale. Finora, comunque, gran parte dei tracciati sono aperti. E se arriverà almeno il freddo a metà della settimana che inizierà domani la stagione potrebbe essere salvata.
Facendo un breve passo all'indietro, le giornate di Natale e di Santo Stefano sono stati caratterizzati da una serie infinita di incidenti sugli sci, fortunatamente non gravi. Colpa (anche) della neve artificiale troppo dura o del caldo in quota che forma «pozzanghere» nelle ore più calde? No, almeno sentendo l'opinione (vedi articolo sotto) dell'ex campione di sci Gianluca Grigoletto.
SULLE PISTE
Sono stati giorni all'insegna di una raffica di incidenti sulle piste da sci del Trentino. Fortunatamente nessuno particolarmente grave, ma il numero consistente fa riflettere. Che possa essere, anche se solo in parte, colpa della neve artificiale e delle condizioni climatiche? L'ipotesi viene assolutamente esclusa dall'ex campione di sci Gianluca Grigoletto.
«In questi giorni ho sciato in quasi tutto il Trentino, dalla val di Fassa a Madonna di Campiglio passando per Folgaria: posso dire di aver trovato ovunque una neve molto bella. Dirò di più, definirei la neve sulle piste molto facile da affrontare anche per turisti o principianti che magari non sono abituati ad andare in montagna tutti i giorni».
Ma la possibile causa di questa serie di incidenti?
«Vista l'assenza di precipitazione non sono stati aperti tutti i tracciati e alcune piste sono state un po' ridotte nella larghezza: magari si è passati da, faccio degli esempi, ottanta chilometri di piste a sessanta e da percorsi larghi quaranta metri a trenta. E questo è avvenuto in periodo storicamente sovraffollato, viste le festività e vista la voglia di tantissimi di fare le prime sciate della stagione. È in pratica lo stesso fenomeno delle code e degli incidenti in autostrada: se viene chiusa una corsia, anche se solo per un tratto, confluiscono più automobili».
La soluzione per evitare cadute e infortuni vista la presenza sulle piste di tante persone?
«Usare quattro occhi invece di due. Bisogna stare molto più attenti e rendersi conto che certe cose non possono essere fatte se le piste sono piene di gente. Oltre all'attenzione ci sono anche questioni di rispetto e di senso civico. Comunque dicono che dai primi giorni di gennaio arriverà qualche bella nevicata e quindi ci sarà modo di divertirsi ancora di più».
Capitolo attrezzatura: quali sono i consigli utili per chi si appresta ad affrontare una giornata sulle piste?
«Io lo dico da anni: con gli sci bisognerebbe fare come con le automobili, ovvero delle revisioni e dei check up annuali. Ne va della sicurezza di tutti ed è una questione di rispetto per le altre persone. Quindi l'invito è a far controllare bene le lamine prima di iniziare a sciare».