La marcia dei profughi a Trento «Ci serve protezione, dateci risposte»
Iter lunghissimo delle domande e mesi in un limbo logorante
“Così come siamo stati fermi nel condannare la manifestazione di qualche settimana fa a Trento Nord, per le modalità ed i motivi per cui si era svolta, così ora non possiamo non riconoscere che la manifestazione dei richiedenti asilo politico svoltasi stamani a Trento è stata, a quanto ci risulta, pacifica. Riteniamo legittima la richiesta di accelerare i tempi dell'esame delle richieste avanzate dai profughi in ordine al rilascio dei permessi di soggiorno, che consentirebbe loro anche di cercare un lavoro, in attesa del riconoscimento o meno dello status di rifugiato. Per quanto è in suo potere, la Provincia autonoma cercherà di dare il proprio contributo, lavorando di concerto con le autorità competenti”.
Lo ha detto l’assessore Luca Zeni commentando la manifestazione che questa mattina ha visto un centinaio di richiedenti asilo, ospiti della residenza Fersina di via al Desert, protestare pacificamente per le vie del centro storico di Trento, arrivando fino alla sede della Questura in Corso 3 Novembre.
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“I profughi – chiarisce Zeni – protestano per la lunghezza dei tempi necessari al rilascio dei permessi di soggiorno. Una problematica che conosciamo, che abbiamo già evidenziato e sulla quale stiamo ragionando con Questura e Commissariato del Governo, con cui proprio l’altro ieri abbiamo fatto un incontro. L'intero iter di valutazione delle richieste di asilo dovrebbe essere molto più veloce. Come Provincia, abbiamo dato la disponibilità ad impegnarci per sollecitare un accorciamento dei tempi burocratici e siamo pronti a farci carico di inviare una precisa richiesta in tal senso al Ministro Alfano. Il Trentino è terra accoglienza - aggiunge l'assessore Luca Zeni - all'interno di un quadro che esige grande responsabilità e rispetto da parte di coloro che ricevono accoglienza dentro il programma per i richiedenti asilo".
DEGASPERI
«Di fronte alla festosa escursione che stamane ha avuto come sfondo le strade cittadine, il M5s si augura che la Provincia e gli altri rappresentanti della Repubblica prendano in seria considerazione la situazione degli operai della Marangoni e di tutte le aziende trentine in difficoltà con la stessa solerzia con cui si sono dedicati alle proteste di un gruppo di persone già ampliamente sostenute dalla collettività.
Il Trentino accoglie un migliaio di cosiddetti profughi in strutture pagate dai cittadini e spende ogni anno 9 milioni di euro. Non è di certo etico utilizzare soldi pubblici per regalare abbonamenti ai trasporti, telefonini e wifi o per mettere a disposizione menu a la carte. Premesso questo, siamo decisamente sorpresi nel vedere che un gruppo di ospiti che beneficiano di tutte le costose misure messe a disposizione della Provincia, manifesti per istanze poco comprensibili ai cittadini. Sarebbe interessante capire chi sta dietro l’organizzazione di queste manifestazioni (immaginiamo correttamente autorizzate dagli organi competenti) che di certo non nascono spontanee ma sono orchestrate da chi sa come muoversi bene lungo le vie cittadine e nei meandri della burocrazia buonista.
Sarebbe ora di pretendere da questi ospiti la sottoscrizione di una carta degli impegni (un patto dell’ospitalità) in cui riportare oltre che i diritti anche i doveri di ogni immigrato presente sul territorio trentino (a cominciare dal dovere di rispettare, oltre alle leggi, usi e tradizioni) e di mettere in chiaro da subito le conseguenze degli atti insolenti e dei tentativi di prevaricazione, a cominciare dall’interruzione immediata di ogni ulteriore elargizione alle spalle dei cittadini italiani».
La mattinata di protesta
Marcia di protesta di un gruppo di richiedenti asilo. La manifestazione, nel centro di Trento, ha denunciato le lungaggini della burocrazia italiana che lascia i profughi parcheggiati per molti mesi nei centri di accoglienza, in attesa dell'iter per l'approdo della loro domanda di protezione internazionale al tavolo della commissione territoriale che decide (spesso secondo criteri particolarmente severi e selettivi) per il riconoscimento o meno della richiesta di asilo.
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«Siamo qui da sei mesi e vogliamo affrontare la commissione per ottenere uno status legale», spiega uno dei manifestanti chiedendo l'accelerazione delle pratiche di valutazione. Nei cartelli portati in giro per la città dai profughi si legge in sostanza un appello affinché si acceleri l'iter e si dia a queste persone una proispettivam visto che al momento sono prive di documenti e si trovano in un limbo che si fa giorno dopo giorno sempre più duro da sopportare. «Abbiamo bisogno di protezione internazionale, invece stiamo vivendo qui senza documenti», si legge in uno dei caretelli.
Al termine della manifestazione, una delegazione è stata ricevuta in questura.
«Questa mattina circa 150 richiedenti asilo - si legeg in una nota diffusa dalla polizia - hanno avviato una protesta camminando prima per le vie del centro, per raggiungere poi la Questura di Trento. La manifestazione, come viene spiegato, aveva lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica per i tempi di lavorazione delle pratiche per il riconoscimento della richiesta d’asilo, ritenuti, dai richiedenti, troppo lunghi. Giunti in Questura una delegazione è stata ricevuta dal funzionario dell’ufficio Immigrazione che ha raccolto le preoccupazioni dei richiedenti asilo, ai quali è stata data, per quanto di competenza della Questura, massima rassicurazione per un ulteriore accelerazione delle procedure.
La problematica era comunque, già all’attenzione del questore, che, pur trovandosi attualmente a Roma, ha seguito personalmente l’intera vicenda ed ha disposto che il previsto incremento dell’Ufficio Immigrazione avesse corso già da lunedì prossimo 16 maggio, con l’aggiunta di due unità operative».