Strage al Bataclan, convegno in memoria di Valeria Solesin
Una figlia della generazione «Erasmus», una figlia della casa Europa spazzata via dalla furia dell'attacco del terrorismo islamico al Bataclan, a Parigi.
Un anno dopo quel 13 novembre 2015 Venezia, l'Italia, non ha dimenticato Valeria Solesin, la giovane ricercatrice - laureatasi a Trento - salutata per l'ultima volta con funerali in piazza San Marco alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dei rappresentanti uniti delle tre grandi religioni monoteiste: il patriarca di Venezia, il rabbino capo e l'imam lagunare.
Valeria era la fidanzata del trentino Andrea Ravagnani che era con lei al momento dell'assalto terroristico dentro il teatro Bataclan. Andrea, trentenne di Dro, si è miracolosamente salvato, così come sua sorella Chiara e il fidanzato Stefano, veronese. Valeria, purtroppo, è stata invece colpita dai proiettili ed è morta fra le braccia del suo ragazzo.
L'occasione è stata un convegno all'Università Ca' Foscari dedicato ieri a Valeria, ai suoi studi sul lavoro femminile, con il conferimento di due borse di studio a suo nome. Un incontro alla presenza della presidente della Camera, che già un anno fa aveva reso omaggio alla salma nella camera ardente allestita in Municipio. «Ho sentito il dovere di essere qui - ha detto Laura Boldrini - per ricordare Valeria perché è figlia nostra, del suo tempo, di una generazione che considera l'Europa casa propria e che cresce con tale mentalità».
«Spero che l'esempio del suo lavoro - ha dichiarato la mamma della ragazza che ha perso la vita nella strage del Bataclan - sia utile per i giovani ricercatori, che vanno aiutati. Lei sapeva cosa contava veramente, per questo aveva scelto di occuparsi di demografia, una materia che aveva il valore di nascita, vita e morte. Credeva nelle relazioni con gli altri. Conciliava la sua ambizione di studiosa con un'esistenza "normale", ho sempre stimato questo aspetto del suo carattere».
E al Bataclan, per andare oltre, si punta su Sting.