Sicurezza, un recinto nel parco di piazza Dante? Il questore D'Ambrosio: idea utile per la sicurezza
«Un recinto in piazza Dante? Sarebbe utile».
Il questore di Trento Massimo D'Ambrosio a domanda risponde. «Non posso fare io la proposta perché non sono un politico, ma se me lo chiedono dico di sì: un recinto potrebbe agevolare i nostri servizi di controllo.
Anche perché dopo una certa ora bimbi al parco con i genitori non se ne vedono».
Sulla sicurezza di piazza Dante, mentre il presidente Rossi critica il sindaco Andreatta, si naviga a vista, ma non per impreparazione o insufficienza di strumenti. Anzi, il piano è predisposto e sono in arrivo nuove forze: in attesa che si sciolgano le tensioni culminate la scorsa settimana in scontri con feriti (due stranieri finiti al pronto soccorso), il parco è presidiato. «Se non è successo l'irreparabile è grazie alla presenza di polizia e carabinieri. Abbiamo aumentato i controlli prima degli scontri: stavamo monitorando la situazione e abbiamo capito che ci sarebbero stati problemi» spiega il questore.
Eppure la cittadinanza è critica sulla gestione della sicurezza in piazza Dante. Il questore assieme al sindaco Alessandro Andreatta è fra i «condannati» di quest'anno alla Tonca. Bene l'ironia, ma D'Ambrosio si toglie qualche sassolino dalla scarpa: «Non è vero che non si fa nulla. Il nostro impegno è costante: da venti giorni sono a Trento uomini di Laives, di Milano, anche i poliziotti del Reparto prevenzione crimine di Torino nell'ultimo fine settimana. Avremo altri quattro equipaggi ogni giorno per un presidio fisso. Rimarranno finché ci sarà necessità».
In merito alla prevenzione precisa che le proposte spettano ad altri. «È giusto che i politici facciano i politici, i poliziotti facciano i poliziotti ed i giullari facciano i giullari - aggiunge - Alla domanda se sia positivo mettere una recinzione in piazza Dante, rispondo di sì. Come sarebbe giusto aumentare l'illuminazione e le telecamere. Il recinto, in particolare, sarebbe una soluzione utile. Ne è un esempio piazza Vittorio a Roma: lì è stato messo e nessuno si è scandalizzato».
Al centro delle contese che vedono contrapposti nordafricani e centroafricani c'è il mercato della droga, dunque il controllo della piazza. La presenza delle forze dell'ordine si dimostra un valido deterrente, ma si tratta di una misura inapplicabile nel lungo periodo.
Il problema, affrontato in prima battuta dai responsabili della sicurezza pubblica, diventa politico nel momento in cui diventano necessari provvedimenti che garantiscano vivibilità al parco pubblico su cui si affacciano le sedi istituzionali di Provincia e Regione.
Invoca urgenti espulsioni e il blocco di arrivi degli migranti il consigliere provinciale di M5S Filippo Degasperi.«È chiaro che la situazione è totalmente fuori controllo e sfuggita alla gestione delle autorità competenti - evidenzia - Le forze dell'ordine, ridimensionate in mezzi e uomini, sono costrette ad affrontare una situazione di grave pericolo per l'incolumità loro e della popolazione trentina. Ciò non toglie che la maggiore responsabilità va all'amministrazione comunale di Trento e all'assessore provinciale competente, capaci solo di bearsi tra slogan quali "integrazione" e "solidarietà" da perseguire naturalmente con i soldi di tutti i trentini».
Degasperi chiede dunque che venga deliberata urgentemente una moratoria «che blocchi nuovi arrivi di migranti nel territorio della Provincia Autonoma di Trento fino al ripristino della pubblica sicurezza e di una situazione sostenibile, controllabile, civile, legale e non violenta».
Il consigliere chiede inoltre «l'espulsione di tutti i migranti arrestati per violenza, spaccio di stupefacenti o reiterati danni alle persone e al patrimonio pubblico». Il consigliere di M5S auspica la massima collaborazione del ministero degli Interni per il rispetto della moratoria e delle espulsioni «evidenziando i gravi episodi di violenza e illegalità che hanno contribuito a rendere l'attuale situazione incontrollabile e insostenibile per la comunità trentina».
Per ripristinare la sicurezza in piazza Dante, il Patt di Trento chiede provvedimenti immediati. Matteo Facchinelli, segretario politico della sezione Patt di Trento e vicepresidente della circoscrizione San Giuseppe Santa Chiara, ricorda le recenti «Disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città», ossia il pacchetto di misure - fra cui il Daspo urbano - convertito in legge lo scorso aprile.
«La nostra amministrazione ritarda nel recepimento. Mancano ancora le linee guida, ma solo per una parte delle disposizioni». Il segretario cittadino del Patt evidenzia che sono subito applicabili disposizioni a tutela della sicurezza e del decoro urbano, come il Daspo.
«Per l'individuazione delle aree urbane alle quali applicare tali disposizioni è sufficiente una modifica del regolamento di polizia urbana - spiega - È esattamente quanto è già stato fatto, ad esempio, da amministrazioni comunali paragonabili a Trento, quali Bergamo e Vicenza».