Orso, una donna inseguita a Lamar Metlicovec: «La Provincia sapeva» Animalisti: mail bombing e denunce Il professor Corti: «C'è lo spray di difesa»
La Provincia sapeva. Che l'orso stesse girando nella zona sopra Teralgo e che vi fosse il rischio reale di contatto, potenzialmente pericoloso, con l'uomo era cosa nota agli esperti dell'amministrazione provinciale di Trento. A dirlo è l'aggredito di sabato sera, Angelo Metlicovec. Si riferisce ad un episodio accaduto accaduto sabato mattina. Una donna stava passeggiando nella zona dei laghi di Lamar, quando ha visto l'orso correre verso di lei, che si è buttata in un dirupo, ferendosi. La donna ha anche allertato i forestali. «Gli agenti sapevano che qualcosa non andava, ma quando sono arrivato non ho visto alcuna guardia. Avessi saputo cosa era successo non sarei certo passato in quei luoghi». E ai microfoni di Radio 24 Metlicovec a chi gli ha chiesto se sia il caso di «fare fuori» l'orso, ha risposto: «Sì, detto fra noi, sì. Potrebbe colpire ancora».
L’Aida (Associazione italiana difesa animali e ambiente) ha inviato in Procura un esposto-denuncia, dopo il ferimento di Angelo Metlicovec.
«Servono indagini approfondite - sostiene Lorenzo Croce, presidente dell’associazione - per verificare quanto effettivamente successo e fino a quando non sarà tutto chiarito, sia sull’atteggiamento del ferito, sia su quanto realmente accaduto, sia sul fatto che si vocifera che in quella zona dovrebbe sorgere un centro benessere nelle vicinanze del lago, chiediamo che la Procura vieti assolutamente la soppressione dell’orsa, semmai riuscissero a catturarla».
Nell’esposto sono richieste indagini anche di carattere medico-legale, per verificare che le ferite siano state effettivamente inferte dall’orso. Viene chiesto poi di sapere «quali erano le attività che l’uomo stava svolgendo in quel momento nel bosco, vista l’incongruenza delle sue stesse ricostruzioni di quanto accaduto, e soprattutto per scoprire se lui stesso non si fosse avventurato in una zona a rischio visto che nei giorni scorsi una donna sarebbe stata avvicinata presumibilmente dalla stessa orsa senza però essere aggredita.
Viene richiesto inoltre di verificare «gli atti amministrativi e i progetti della zona per verificare se la presenza di orsi liberi dovuti al ripopolamento non sia da intralcio alla realizzazione di impianti turistici o comunque di insediamenti umani nella zona» e «la posizione del presidente della provincia di Trento che con la sua tempestiva emissione dell’ordinanza non abbia violato in assenza di certezze su quanto accadute le normative di tutela della fauna selvatica e quelle europee sul ripopolamento degli orsi».
I LATI OSCURI DELLA STORIA
[[{"type":"media","view_mode":"media_large","fid":"1608356","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"320","style":"float: right;","width":"480"}}]]«La storia ha dei lati oscuri, molto probabilmente questo orso ha cercato dapprima di dissuadere l’uomo dall’avvicinarsi, mettendo in atto tutti gli accorgimenti di dissuasione, poi avrebbe dato un avviso con un falso attacco, in quanto un vero attacco da parte di un orso avrebbe lasciato conseguenze letali». La Provincia di Trento ha emesso un'ordinanza di cattura e "rimozione" dell'orso.
«L’ORSO NON ATTACCA SENZA MOTIVO»
«Innanzitutto gli orsi non attaccano mai senza motivo - sottolinea Lorenzo Croce, presidente dell’associazione - quindi ci aspettiamo che passata la paura il ferito racconti la verità e comunque se l’orso ha attaccato si era sentito in pericolo».
UN ALTRO CASO DANIZA
[[{"type":"media","view_mode":"media_large","fid":"1608346","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"320","style":"float: right;","width":"480"}}]]E infine: «Siccome non vogliamo che accada un altro “caso Daniza”, visto che gli attori dal presidente della provincia Rossi che ha subito firmato l’ordinanza di cattura al ministro Galletti, quello che voleva abbattere i lupi, sono gli stessi del caso della orsa Daniza, mettiamo le mani avanti chiedendo alla Procura trentina di aprire un’inchiesta formale e di acquisire attraverso le testimonianze e anche gli esiti delle visite mediche e dei referti ospedalieri gli elementi per appurare come sono andate realmente le cose.
Qualche dubbio sulla ricostruzione rimane - conclude Croce - anche perchè se voleva davvero fare male l’orso non si sarebbe limitato a un morso al braccio ma avrebbe fatto davvero male al fortunato passeggiatore».
CATTURARE E UCCIDERE? UN ABOMINIO
La possibilità «di catturare, detenere reclusi a vita e finanche uccidere con relativa facilità gli orsi definiti “pericolosi”, non si sa bene in base a quali caratteristiche, è un vero abominio». Lo afferma l’Ente nazionale protezione animali (Enpa) a proposito dell’animale su cui pende “un’ordinanza di cattura” da parte del presidente della Provincia di Trento dopo che Angelo Metlicovec è stato aggredito sabato scorso.
SI CHIEDE CHIAREZZA
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La decisione del governatore Ugo Rossi è stata assunta «nell’immediatezza di un fatto su cui non è stata ancora fatta la dovuta chiarezza; così come non è stato neanche individuato l’esemplare che si sarebbe reso responsabile dell’aggressione - rileva l’Enpa - Paradossalmente, c’è l’ordinanza ma non l’orso da catturare, visto che al momento regna la più assoluta incertezza. Questo lascia pensare al provvedimento emanato come ad un mero pretesto, all’occasione per realizzare un disegno - il massacro degli orsi - da troppi atteso con grande impazienza. Un disegno - ad avviso dell’Enpa - che rappresenta solo un riflesso della più generale biofobia della cattiva politica: dopo i lupi, che Galletti voleva a tutti i costi sterminare, ora il Ministro avrà potere di vita o di morte sugli orsi poiché chiamato ad autorizzare catture e uccisioni».
MAIL BOMBING PER SALVARE L’ORSO
A tale «disegno animalicida, Enpa dice no. A tutti gli italiani, la stragrande maggioranza dei quali ha a cuore gli animali e non condivide in alcun modo le campagne strumentalmente allarmistiche contro essi», l’associazione chiede di attivarsi in loro difesa aderendo alle proteste contro le istituzioni nazionali e quelle del Trentino.
Per questo l’Ente Nazionale Protezione Animali ha promosso un «mail bombing attraverso la propria pagina Facebook e lanciato una petizione sulla piattaforma Change.org».
SPRAY ANTI ORSO
Michele Corti, docente universitario a Milano, su Facebook torna a parlare dei possibili «mezzi di difesa» a fronte di eventuali attacchi dell'orso.
«Lo spray anti-stupro che aveva anche Metlicovez - scrive il professore - non serve a nulla. Ci vuole questo (Corti su RuralAlpini posta anche le foto del prodotto). Il ministero non lo autorizza perché temono che lo usino contro la polizia nelle manifestazioni. Ma chi lo vuole usare illegalmente se lo fa mandare per internet dalla Romania».
Sul sito, già tre anni fa, Corti scriveva: «Una soluzione per non rischiare la vita senza al tempo stesso non rinunciare a camminare in montagna c’è e si chiama spray al peperoncino anti-orso, di dimostrata efficacia e largamente utilizzato negli Stati Uniti, in Canada e in altre parti del mondo dove spesso all’escursionista è fatto obbligo di munirsi del flacone. Va adottata non solo in Trentino ma anche dove scorazzano gli orsi importati dalla Slovenia con Life Ursus (e la loro discendenza) ovvero in provincia di Bolzano, Brescia, Bergamo, Sondrio, Verona, Vicenza).
Lo spray anti orso non è altro che un flacone con liquido irritante (principio attivo capsaicina e capsaicinoisi) pressurizzato. Nulla di diverso dallo spray anti-stupro che viene tenuto nella borsetta da donne che devono rincasare tardi o temono di transitare la sera per vie poco illuminate e mal frequantate. Perché allora la versione anti-orso viene esclusa dalla libera vendita? La differenza è solo nella gittata e nel contenuto del flacone. Lo spray anti stupro è stato autorizzato con D.M. n. 103 del 12 maggio 2011.
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Anche lo spray anti-orso è un’arma non letale che causa solo un’irritazione temporanea e nessun danno permanente. Attualmente lo spray al peperoncino è di libera vendita solo nei flaconcini anti-stupro, inefficaci per capacità e gittata nei confronti di un orso perché possono arrivare solo a 3 m (con capacità massima di 20 ml). Adeguata per un malintenzionato, del tutto inadeguata per una belva considerato anche che il teatro delle aggressioni degli orsi sono i boschi ma anche le radure e gli spazi aperti dove la velocità dell’aria può deviare lo spray. Molte persone hanno comunque acquistato lo spray anti stupro per poter frequantare con un po’ più di sicurezza i boschi. Ma non si affidano a uno strumento adeguato. Uno spruzzetto a 2 metri è efficace solo quando l’orso ti è addosso e richiede un sangue freddo eccezionale. Mandare la gente nei boschi infestati dagli orsi con lo spray anti stupro è mandarli allo sbaraglio».
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ORSI SU FACEBOOK
Su Facebook non si fermano le polemiche. Ci sono quelli che prendono le difese dell'orso, chi sta dalla parte dell'aggredito, chi critica la Provincia che vuole eliminare l'animale e chi contesta i progetto di inserimento in Trentino di una specie non adatta ad un territorio piccolo e popolato come quello trentino (si tratta - si dice - di animali che non hanno paura dell'uomo e che quindi si avvicinano alle abitazioni).
Ma c'è anche chi la mette sul ridere e fa notare che in Russia la gente non ha paura degli orsi.
Guarda il video: