Lorenzin, forse la malaria contratta in ospedale a Trento

«Dalle prime indicazioni che abbiamo avuto pare che la bambina potrebbe aver contratto la malaria in ospedale, a Trento, il motivo per il quale sarebbe un caso molto grave.
Abbiamo mandato immediatamente degli esperti sia per quanto riguarda la malattia sia per la trasmissione da parte delle zanzare».

Così la ministra della Salute Beatrice Lorenzin rispondendo ai giornalisti sul caso della bimba di Trento, Sofia Zago di 4 anni, morta di malaria a Brescia durante un sopralluogo all’ospedale di La Maddalena.

«Dobbiamo accertare se c’è stato un contagio di sangue o se invece la malaria può essere stata contratta in altro modo», spiega il ministro rispondendo ai giornalisti sul caso della bimba morta di malaria a Brescia durante un sopralluogo all’ospedale di La Maddalena.

Lorenzin ha aggiunto che «prima di esprimere qualsiasi tipo di valutazione dobbiamo capire esattamente cosa è accaduto. Ed è il motivo per il quale invito tutti alla cautela nelle dichiarazioni, che ho già letto in alcune agenzie: prima di pronunciarsi, appena morta una bambina di quattro anni, cerchiamo di capire cosa è capitato».


«La zanzara vive come ciclo 20 giorni e non ha progenie quindi non c’è il rischio che possano esserci altre zanzare nate dal vettore», spiega il professor Alberto Matteelli, esperto di malattie tropicali agli Spedali Civili di Brescia, dove la piccola era stata trasferita dal Santa Chiara di Trento, parlando del caso definito «eccezionale».

«La malaria rimane una delle infezioni più gravi per i viaggiatori in paesi tropicali e per i rarissimi casi autoctoni in paesi sviluppati», ommenta Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’ospedale Spallanzani di Roma, al caso della bimba morta a Brescia.

«Ciò - continua Ippolito - anche a causa della mancanza di linee guida armonizzate, di una grande varietà di regimi di trattamento utilizzati e la mancanza in Europa di un farmaco registrato, più efficace del chinino, somministrabile endovena con la conseguente difficile reperibilità di esso».

Per migliorare il livello di gestione della malaria grave  e complicata il giorno 25 e 26 settembre 2017 si svolgerà a Roma presso l’Istituto Nazionale per Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani la prima riunione di un programma di ricerca dal Ministero della Salute. Nei prossimi 3 anni parteciperanno al programma 11 centri di malattie infettive italiani ospedalieri e universitari.

«Verranno registrati i casi di malaria grave ricoverati nei centri - spiega Ippolito - il tipo di trattamento utilizzato, l’andamento clinico e il risultato finale in termini di sopravvivenza, complicanze ed eventuale ricovero in terapia intensiva.
Verranno inoltre registrati eventuali eventi avversi e monitorati con tecniche innovative, anche in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, parametri immunologici e parassitologici per individuare fattori associati o meno a un migliore andamento clinico della malaria e monitorare i livelli di resistenza a farmaci antimalarici».

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