Addio Antonella, mamma coraggiosa Tumore la strappa a marito e 4 figli
Antonella Gilli, giovane mamma, è morta ieri dopo aver lottato contro il tumore al seno che aveva scoperto allattando l'ultimo figlio. Era consulente del Portare, progetto della Provincia
Antonella ha combattuto fino all’ultimo. Sostenuta dai suoi quattro figli, dal marito, dai parenti e dalle amiche, non ha mai perso il suo bellissimo sorriso nemmeno quando, alla fine, ha capito non c’era più nulla da fare. Che quel tumore al seno che gli era stato diagnosticato poco più di un anno e mezzo fa avrebbe avuto la meglio.
«Mostro mangiapersone», lo aveva definito a novembre quando era stata sottoposta ad un intervento chirurgico per la rimozione del seno, del muscolo pettorale e dei linfonodi. Sembrava fatta. Radioterapia, ricostruzione e poi la vita avrebbe dovuto continuare a sorriderle. E invece, guerriero come lei, il tumore si era violentemente fatto avanti.
Un colpo al cuore la notizia della sua morte per quanti hanno conosciuto Antonella Gilli, 33 anni, autista della cooperativa La Ruota, originaria di Gardolo ma ora residente sull’altopiano di Piné insieme al marito Roberto Bravo. Lascia quattro bambini: il più grande è Alessandro, di otto anni, e poi Eleonora, Cecilia e il piccolo Giuliano, di appena due anni.
È stato proprio nel periodo in cui stava allattando Giuliano, nell’ottobre del 2016, che Alessandra si è accorta di quel nodulo. Pensava ad un ingorgo mammario dovuto ai cinque anni di allattamento e infatti, poco dopo era stata curata per una mastite. Ma sotto c’era dell’altro. La diagnosi è arrivata nella primavera dello scorso anno. Antonella lo ha raccontato nel libro «Faccia a faccia», nato dall’idea di una educatrice della cooperativa Kaleidoscopio, Nadia Chistè, che ha raccolto la testimonianza di nove donne che hanno coraggiosamente raccontato la loro battaglia contro il cancro al seno.
E parlando della sua battaglia, dopo il comprensibile smarrimento iniziale, Antonella aveva scritto: «L’energia che si ha nel corpo e nell’animo non può andare sprecata in rabbia e disperazione: è necessario convogliarle nella lotta contro il nemico». E così Antonella ha fatto fino all’ultimo coinvolgendo anche i suoi piccoli in questo faticoso cammino lungo il quale lei si è sempre sentita sostenuta. Sul suo profilo Facebook aveva tenuto aggiornati i suoi amici sull’evoluzione della malattia postando selfie sorridenti durante le chemio e anche dopo l’intervento nel novembre 2017 con l’hastag #tumorealseno#nonmiaavraimai#ringraziamolamastite.
Ma Antonella non era solo il suo tumore. È stata una donna piena di vita e di entusiasmo. «Era una consulente del Portare e una mamma alla pari per l’allattamento - ricorda la carissima amica Caterina -. Un uragano di idee e entusiasmo. Io la chiamavo Wonder Woman».
La storia Antonella è legata anche a quella di un gruppo di amiche che hanno creato delle fasce «made in Trentino» per portare i bambini. In omaggio ad Antonella, prima consulente del Portare, è nata «che erta». Era il periodo in cui Antonella scoprì di avere il tumore e quindi «che erta» assunse un significato ancora più profondo.
Arrivarono altre fasce. «Che fiocada» con la neve e una farfalla, che simboleggia la rinascita. «Come le farfalle anche lei ha vissuto una vita spettacolare, entusiasta, piena di energia, come mamma, come donna e come professionista. Una vita piena di colori, risate spensierate e anche un po’ di follia - racconta l’amica - . Ma si sa, le farfalle sono esseri spettacolari, un po’ magici che ci allietano con la loro presenza per brevi periodi».
L’ultima fascia è «che volo», il volo della farfalla, la conclusione di un ciclo di tre fasce dedicate a Antonella.
«Una fascia per dirle, buon viaggio... ciao splendida farfalla... mi mancheranno tantissimo le nostre risate, le nostre telefonate mentre piegavamo calzini e quella connessione che avevamo e che solo noi due riuscivamo a capire», conclude l’amica ricordando che tutto il ricavato delle fasce di Antonella andranno alla cooperativa Kaleidoscopio.
Il funerale di Antonella Gilli sarà celebrato lunedì alle 14,30 nella chiesa parrocchiale di Gardolo.