Parco dello Stelvio, avanza lo smembramento

Via libera da parte della Commissione dei 12 alla norma di attuazione sul Parco dello Stelvio che, di fatto, passa le funzioni di gestione dallo Stato alle Province. Ora il testo sarà trasmesso al vaglio dei ministeri competenti prima dell’approvazione finale. «Il lavoro comunque è stato fatto - spiegava ieri sera da Roma il presidente della Commissione Lorenzo Dellai -, secondo me con una soluzione di equilibrio»

Via libera da parte della commissione dei Dodici alla norma di attuazione sul Parco dello Stelvio che, di fatto, passa le funzioni di gestione dallo Stato alle Province. Ora il testo sarà trasmesso al vaglio dei ministeri competenti prima dell’approvazione finale. «Il lavoro comunque è stato fatto - spiega il presidente della Commissione Lorenzo Dellai - e secondo me con una soluzione di equilibrio».

 

Dellai, per altro, sottolinea che «la Commissione è stata chiamata ad operare a seguito di una decisione che era già stata presa, cioè che le funzioni statali del parco vengano delegate alle due province».

Mercoledì a Roma c’è stata l’audizione degli ambientalisti Claudio Bassetti (Sat), Salvatore Ferrari (Italia Nostra), Renata Tavernar (Mountain Wilderness), Sergio Merz (Lipu), Adriano Pellegrini (Pan Epaaa), Osvaldo Negra (Wwf Alto Adige), Gigi Casanova (Cipra).

Fin dall'inizio di questa vicenda, il mondo ecologista si è opposto a uno smembramento dell'area protetta sottolineando la necessità di una tutela omogenea.

 

Successivamente a Roma si è tenuto un incontro con gli esponenti della Regione Lombardia che chiedono una norma che consenta anche a loro di approvare piani e regolamenti sul territorio di loro competenza.

 

Rispetto alla versione originaria sono state inserite delle integrazioni nell’ottica di ampliare le garanzie. Viene per esempio sancita la denominazione nazionale del parco e l’ancoraggio alla normativa europea. Inoltre viene prevista la presenza di un rappresentate degli ambientalisti nel comitato di coordinamento, mentre prima dell’approvazione definitiva la Commissione chiederà anche la presenza di un rappresentante del mondo accademico.

Si prevede, inoltre, che venga garantito il coinvolgimento delle comunità locali nella gestione del parco. Secondo i commissari è stato dunque scongiurato lo smembramento del parco in tre unità regionali confinanti ma distinte con gestioni, piani e obiettivi diversi. Sarà inoltre una sorta di sperimentazione di una funzione nazionale a gestione territoriale.

 

Recentemente ha rinnovato la sua contrarietà allo smembramento del Parco nazionale anche il Club alpino italiano.

Il presidente generale del Cai, Umberto Martini, ha scritto una lettera al presidente del consiglio Matteo Renzi e ai ministri coinvolti nella vicenda, per denunciare la svolta prevista dalla Legge 147 del 27 dicembre 2013, che suddividerebbe l'area in tre entità distinte.
Martini esprime «grande preoccupazione per il possibile smembramento del Parco voluto fin dai primi Aquila_reale_nel_parco_dello_Stelvio__foto_di_Turcatti_Della_Ferrera_P.jpgdecenni del Novecento da Cai e Touring Club italiano e istituito nel 1935».

Martini ricorda che al Parco appartengono parti importanti dei territori delle Province di Trento, Bolzano, Sondrio e Brescia e «la gestione comune ha consolidato l'integrazione tra le diversità culturali, linguistiche e geografiche che l'eventuale frammentazione gestionale farebbe inevitabilmente arretrare nell'affermazione localistica. L'unitarietà gestionale è uno dei principi cardine della Legge quadro sulle Aree protette (394/1991) e il venir meno di questa caratteristica creerebbe ulteriori problemi di coordinamento con le Aree protette confinanti». Infine, il presidente Cai osserva: «Nei provvedimenti attuativi si cancellano sia l'ente che garantisce la gestione unitaria del Parco, sia lo strumento di coordinamento generale, il Piano Territoriale. Le chiedo a nome dei nostri iscritti di riconsiderare i contenuti dei provvedimenti in corso di attuazione al fine di tutelare l'integrità di questo patrimonio nazionale e di ridare impulso alla sua gestione unitaria».

 

La lettera risale a metà marzo 2014, ma anche i recenti sviluppi in commissione dei Dodici indicano che questo e altri appelli sono caduti nel vuoto.

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