Bonino: è disumano non aiutare chi fugge da guerre e orrore
Si pensa ad «un’operazione militare» per colpire i trafficanti di esseri umani nel Mediterraneo, così Natasha Bertaud, uno dei portavoce della commissione Ue ha risposto ai giornalisti che chiedevano lumi sulle azioni che l’Europa intende mettere in atto per prevenire nuove tragedia come il tragico naufragio in cui domenica hanno perso la vita circa ottocento persone.
Si pensa ad «un’operazione militare» per colpire i trafficanti di esseri umani nel Mediterraneo, così Natasha Bertaud, uno dei portavoce della commissione Ue ha risposto ai giornalisti che chiedevano lumi sulle azioni che l’Europa intende mettere in atto per prevenire nuove tragedia come il tragico naufragio in cui domenica hanno perso la vita circa ottocento persone.
Ma limitarsi a puntare giustamente il dito contro il racket degli scafisti, «il nuovo schiavismo» come lo ha definito il premier italiano Matteo Renzi, non è sufficiente, osservano molte organizzazioni umanitarie, sottolineando che il traffico di vite umane è solo un effetto dei conflitti in atti in diversi Paesi, situazioni che spingono alla fuga una marea di persone, comprese donne e bambini, che in un modo o nell’altro cercheranno ancora di rincorrere un sogno di salvezza. La gran parte di loro, peraltor, si ferma nei Paesi vicini, sempre in Nordafrica o in Medio Oriente, dove sono ospitati milioni di profughi.
Un aspetto, quest’ultimo, ricordato ieri, con indignazione, dalla ex commissaria europea Emma Bonino, che rimprovera l’Europa e l’Italia (che col governo Renzi ha chiuso l’operazione di salvataggio Mare Nostrum) accusandole di aver perso l’umanità di fronte a questi drammi.
«Siamo un grande Paese, membro del G7, e strilliamo come aquile perché arrivano migliaia di disperati», ha detto l’ex ministro degli Esteri (intervistato dal Messaggero e da Rainews24), spronanandoci ad «assumerci la nostra parte di responsabilità» e a «riconoscere l’errore che il governo ha fatto cancellando Mare Nostrum».
Con quell’operazione, aggiunge l’esponente radicale, si moriva lo stesso «ma almeno avevamo la coscienza di stare facendo tutto il possibile».
Mare Nostrum, afferma, è stata cancellata con «una motivazione che fa vergogna. Perché costava 9 milioni di euro al mese. Il nostro Paese ha rinunciato a fare la sua parte di umanità e ha rinunciato a farla valere con testardaggine e cocciutaggine in Europa. Certo, vanno pèerseguiti i trafficanti, ma non si bombardano le persone in mare e non le si lascia morire a poche decine di chilometri dalle nostre coste».
È stata accettata la motivazione che l’operazione incoraggiasse le partenze: «La gente - dice Bonino - scappa perché le condizioni nei Paesi d’origine sono sempre più terribili e non perché forse qualcuno poi li salverà». La strage «continua e non finirà a breve, perché l’intera sponda Sud del Mediterraneo è in fiamme e la situazione terribile di quell’area è in collegamento con la Nigeria, con il Ciad, con l’Etiopia, con l’Eritrea. La gente continuerà a fuggire».
Bonino ha poi attaccato chi soffia sul fuopco parlando di «invasione»: «Smettiamola con questa parola: l’anno scorso gli arrivi sono stati 170 mila in un continente, quello europeo, con 500 milioni di abitanti. milioni di profughi sono accolti nei Paesi vicini: «La Tunisia, per esempio, nei suoi campi profughi dà ospitalità a un milione di libici sfollati, una cifra che equivale al dieci per cento della sua stessa popolazione. la Giordania e il Libano, Paesi di pochi milioni di abitanti, ospitano milioni di riofugiati che scappano dalla guerra in Siria».
Quindi il richiamo all’Ue: «C’è un’Europa che, vista così, fa veramente orrore. Questa Europa è stata artefice di due guerre mondiali e di un genocidio. Siamo un continente che ha detto “mai più” e che adesso, invece, guarda morire centinaia di migliaia di persone facendo anche finta di commuoversi. Quel “mai più” non va riferito soltanto ai forni crematori. Diciamo mai più anche ai forni liquidi! Io ho cominciato da ragazza a occuparmi di questo problema con i boat people. E le dinamiche sono sempre le stesse».
Emma Bonino si è appellatta infine all’umanità: «Il cinismo o l’indifferenza di fronte a questa realtà equivale a rinunciare al nostro essere persone. Sono convinta che i cittadini italiani, se correttamente in formati, sono in grado di scegliere qual è la cosa giusta da fare per rispondere al grido d’aiuto di queste popolazioni in pericolo. Salvare vite umane fa parte del nostro essere persone».