Strage a Monaco, il killer era in terapia psichiatrica Un ex compagno di classe: minacciava di ucciderci
La tragica sparatoria di ieri pomeriggio in un centro commerciale di Monaco di Baviera sembra assumere sempre più i contorni di un gesto di follia di un giovane squilibrato, senza alcun movente politico o religioso.
«Non c’è assolutamente alcun legame con il tema dei profughi», ha detto poco fa in conferenza stampa il capo della polizia di Monaco Hubertus Andrae chiarendo i retroscena della tragedia nel capoluogo bavarese.
La polizia di Monaco ha reso noto che fra le vittime ci sono 5 giovani e 4 adulti, nessuno di loro era turista.
Il killer, poi suicidatosi, ha usato una pistola Glock 9mm con la matricola abrasa e aveva circa 300 proiettili nello zaino.
L’autore della strage avrebbe agito invece per vendetta dopo essere stato vittima di bullismo per anni a scuola: un anonimo suo ex compagno di classe ha rivelato in una chat room che il 18enne prometteva «sempre» di «uccidere» i bulli che lo tormentavano.
Lo riporta in una esclusiva il tabloid Daily Mail nella sua edizione online.
«Conosco questo cazzo di tipo, si chiama Ali Sonboly. Era nella mia classe. Facevamo sempre del mobbing contro di lui a scuola.
E lui diceva sempre che ci avrebbe uccisi», recita il post.
All’origine della strage, dunque, se questo quadro sarà confermato, ci sarebbero gravi problemi psicologici.
Fonti di sicurezza citate da Dpa riferiscono che il killer di Monaco avrebbe avuto problemi scolastici e Focus online rivela che venerdì scorso era stato bocciato a un esame finale.
Focus riferisce che il killer prendeva anti-depressivi ed era in terapia psichiatrica.
Malgrado non si profilino motivazioni politiche, gli inquirenti tedeschi vedono un legame fra l’eccidio di Monaco e la strage compiuta dal neonazista Anders Breivik a Utoya il 22 luglio 2011 «di cui ieri cadeva il quinto anniversario»: furono uccisi a colpi di fucile militanti del movimento giovanile laburista norvegese (Auf) che nell'isola tenevano il consueto raduno estivo. Qualche ora prima il terrorista di estrema destra aveva fatto eplodere un'autobomba in centro a Oslo, davanti al palazzo del governo, provocando la morte di otto persone mentre altre 209 rimasero ferite
Per il capo della polizia sono molti gli elementi di collegamento con il massacro di Utoya: «La data, il fatto che le vittime fossero per lo più giovani e la valenza di Breivik per chi si occupa così approfonditamente di stragi».
L’autore della strage ieri ha anche cercato di attirare i suoi conoscenti nel luogo della tragedia. Ha violato il profilo Facebook di una terza persona per pubblicare il finto annuncio che offriva cibo gratis in un ristorante McDonald’s vicino al centro commerciale Olympia dove è avvenuta la carneficina: lo ha detto il procuratore capo della polizia di Monaco, Thomas Steinkraus.
Da parte sua, il britannico Mail online, spiega che l’attentatore ha pubblicato il messaggio incriminato sul profilo Facebook di una certa Selina Akim. Il tabloid spiega che si tratta di un finto profilo e pubblica il testo del presunto messaggio: «Venite oggi alle 16:00 da Meggi (McDonald’s, ndr) all’OEZ (l’acronimo del centro commerciale Olympia di Monaco, ndr). Posso comprarvi qualcosa se volete, ma niente di troppo caro».
Il killer, afferma la Dpa citando fonti dei servizi tedeschi. aveva trascorso molto tempo davanti al pc utilizzando giochi di sparatorie ed ammirava l’autore della strage di Winnenden, nei pressi di Stoccarda, dove nel 2009 uno studente 17enne uccise 15 persone in una scuola.
Nell’abitazione dell’autore della strage, oltre a materiale su stragi, è stato trovato anche un libro dal titolo «Furia nella testa: perché gli studenti uccidono», ha detto il procuratore di Monaco, Thomas Steinkraus-Koch.
«Abbiamo indicazioni che l’autore avesse disturbi psichici non irrilevanti», ha precisato il ministro dell’Interno della Baviera, Joachim Hermann, nella conferenza stampa con il presidente Horst Seehofer al termine della riunione straordinaria del governo bavarese a Monaco.
Il ministro ha così confermato le indicazioni già fornite dal procuratore di Monaco Thomas Steinkraus-Koch.
Ecco infine la traduzione, da un testo in inglese pubblicato dal Daily Mail online, dello scambio di battute in dialetto bavarese tra l’autore della strage di Monaco e una persona affacciata a un balcone vicino al centro commerciale dove è avvenuta la strage. La conversazione è stata tradotta dal tedesco all’inglese dagli utenti del social network reddit.
Uomo sul balcone: «Sei uno stronzo del cazzo, ecco cosa sei...».
Attentatore: «A causa vostra sono stato vittima di bullismo per sette anni...».
Uomo sul balcone: «Coglione. Sei un coglione».
Attentatore: «... e adesso devo comprare una pistola per spararvi».
Uomo sul balcone: «Una pistola! Vaffanculo! Dovrebbero tagliarti la testa, stronzo».
A questo punto l’attentatore e l’uomo sul balcone cominciano a urlare l’uno contro l’altro.
L’uomo sul balcone sembra rivolgersi alle persone che stanno riprendendo la scena in video e dice riferendosi all’attentatore: «Ha una pistola, il tipo ha una pistola».
Voce fuori campo: «Turchi del cazzo!».
Uomo sul balcone: «Straniero del cazzo».
L’uomo sul balcone si rivolge a qualcun altro: «Ehi! Quello ha una pistola! Ha caricato la sua pistola. Chiamate i poliziotti».
Attentatore: «Io sono tedesco».
Uomo sul balcone: «Tu sei un coglione, ecco cosa sei».
Attentatore: «Smettetela di filmare!».
Uomo sul balcone: «Tu sei un coglione. Che cazzo stai facendo?».
Attentatore: «Sì cosa, io sono nato qui».
Uomo sul balcone: «Sì e che cazzo credi di fare?».
Attentatore: «Io sono cresciuto qui nella zona della Hartz 4» (riferito al quartiere povero e abitato da percettori di sussidio pubblico, ndr).
L’uomo sul balcone e l’attentatore parlano allo stesso tempo.
Uomo sul balcone: «Sì, il trattamento è quello che fa per te».
Attentatore: «Io qui non ho fatto niente per (incomprensibile)... Per favore stai zitto».
Uomo sul balcone: «Sei un pezzo di merda».
Uomo sul balcone alle persone vicine: «Ehi, quello sta al piano superiore».
La persona con la videocamera corre al riparo quando l’attentatore comincia a sparare e l’uomo sul balcone dà del «pezzo di merda» all’attentatore.
Uomo sul balcone: «Scommetto che da tempo stanno cacando nella tua testa».
Attentatore: «No, non lo stanno facendo, non lo stanno facendo, questo è il punto. Non lo stanno facendo».