Scattano i bombardamenti americani sulla Libia
Barack Obama accelera contro lo Stato islamico. Su richiesta del governo di unità libico, approva i primi raid a Sirte contro i combattenti dell’Isis, aprendo di fatto un nuovo capitolo nella battaglia al terrorismo.
Un’accelerazione che potrebbe essere accompagnata in ottobre, poco prima del voto, da una «sorpresa» in Iraq, con l’offensiva finale per la riconquista di Mosul.
La svolta dei raid in Libia così come la riconquista di Mosul potrebbero favorire Hillary Clinton alle elezioni, facendo cadere le teorie dei repubblicani sulla mancata azione dei democratici contro l’Isis.
I raid «andranno avanti fino a che lo richiederà» il governo di unità libico, afferma il portavoce del Pentagono, Peter Cook, sottolineando che si tratta di raid di precisione.
Secondo indiscrezioni, nel mirino ci sarebbero i veicoli e i blindati dell’Isis e i raid sarebbero condotti con droni: l’obiettivo è cercare di sconfiggere ei jihadisti in una delle loro roccaforti. A Sirte, mette in evidenza il Pentagono, ci sarebbero 1.000 combattenti dell’Isis. «Ulteriori raid continueranno ad avere nel mirino l’Isis a Sirte per consentire» al governo di unità libico «un’avanzata decisiva e strategica», mette in evidenza Cook.
La tensione in Libia intanto resta alta. La missione Onu nel Paese ha documentato 12 casi di civili uccisi e 29 feriti, in scontri a Bengasi, Derna e Kufra. Si tratta di persone che non hanno partecipato direttamente alle ostilità ma ne sono rimaste coinvolte.
La maggior parte delle morti sono state causate da colpi di arma da fuoco, o dall’esplosione di ordigni improvvisati e residuati bellici. Ma non sono mancati i raid aerei e i lanci di granate. L’Onu ha aggiunto che il 21 luglio in una discarica di al-Leithi vicino Bengasi, sono stati ritrovati i corpi di 14 persone con segni di tortura e ferite di arma da fuoco alla testa. Il 27 luglio il centro medico di Bengasi ha consegnato ai perenti i corpi di tre infermieri uccisi dall’Isis.