Bottamedi va nel Patt: «Lo faccio per Moltrer»

di Luisa Maria Patruno

La consigliera provinciale Manuela Bottamedi, eletta con il Movimento 5 Stelle e da qualche tempo nel Gruppo misto, ha deciso: «Il presidente Moltrer mi aveva proposto di passare al Patt. Dopo la sua morte mi sono convinta». Immediata la reazione degli ex amici grillini, che già da tempo non perdevano occasione per dissociarsi dalla Bottomedi. Il parlamentare Riccardo Fraccaro ha pubblicato un video montaggio che vuole screditare l'ex collega, mettendone in luce la «metamorfosi». Molto interessante, in particolare, l'episodio avvenuto intorno al minuto 3.10 del filmato, quando la Bottamedi, che stava parlando in un incontro pubblico con Ugo Rossi sui problemi della scuola trentina, viene attaccata verbalmente da una militante grillina: «Dove metto i miei soldi sono fatti miei», dice la consigliera. «Sei vergognosa, tieniti il malloppo!», l'urlo della contestatrice. «Questo è il Movimento 5 Stelle, ecco perché ne sono uscita», chiude la Bottamedi. Reazioni anche dal Pd, che pure aveva corteggiato a lungo la Bottamedi perché aderisse al loro partito. I democratici se la prendono con il Patt, colpevole di una campagna acquisti senza criterio.

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L'INTERVISTA

 

«È stata come una chiamata. Da qualche mese avevo cominciato l'avvicinamento al Patt, ma la scomparsa di Diego Moltrer l'ho sentita come un segno e mi sono decisa». La consigliera provinciale Manuela Bottamedi eletta con il Movimento 5 Stelle, che ha lasciato nel luglio scorso, ha rotto gli indugi decidendo nel Patt, come era nell'aria da tempo. E dunque di transitare dall'opposizione alla maggioranza.


Manuela Bottamedi, fino alla settimana scorsa diceva di essere indecisa, preferendo mantenere la sua indipendenza. Cosa l'ha convinta ad aderire al Patt?
Diego Moltrer per primo mi aveva proposto già a luglio di entrare nel Patt, poi ho parlato con Lorenzo Baratter, Panizza e Rossi. Mi ero impegnata a percorrere questa strada di avvicinamento ma sempre valutando bene se c'erano le condizioni. Poi, la scomparsa di Diego ha rivoltato tutto.


Cosa è cambiato?
Le persone grandi a volte lasciano la testimonianza più quando non ci sono. Da lunedì ho cominciato a fare una riflessione profonda su quello che lui mi aveva detto, il suo era stato un «richiamo alle armi» a difesa dell'autonomia. Disse che il Patt ha bisogno di un partito aperto, che sappia rinnovare il messaggio sempre con l'attaccamento alle radici e all'identità per cercare di fare una sorta di Volkspartei del Trentino, un partito di raccolta.


Ma lei è stata eletta con una lista d'opposizione rispetto alla coalizione di Rossi che governa in Trentino. Non le sembra poco coerente passare dall'altra parte della barricata dopo un anno dall'elezione?
Ecco, sì. Il passaggio mi sembrava di viverlo come un tradimento rispetto alla posizione di minoranza nella quale ero stata eletta. Con la scomparsa di Moltrer, però, mi è passata questa paura perché mi sono detta: devo rispondere a questa chiamata per dare il mio piccolo contributo perché viva la sua testimonianza. Certamente cercherò di ritagliarmi il mio spazio nel partito.


Ma sui contenuti? Pensa che il messaggio del M5Stelle con il quale si è presentata agli elettori e quello del Patt abbiano qualcosa in comune? A parte le stelle?
Ho trovato molti punti in comune, in particolare sulla scuola, anche se ho contributi critici rispetto alle posizioni di Rossi e del Patt. Quando mi hanno chiesto di fare questo passo sapevano chi fossi e da dove venissi. Nel programma dei 5 Stelle c'era l'«autonomia integrale» dunque su questo punto siamo d'accordo, il metodo è diverso ma l'obiettivo è comune.


Il Patt sta raccogliendo adesioni e candidature pescando in altre forze politiche anche distanti, come nel suo caso, dal Pd al centrodestra. Come farete a stare insieme?
È l'idea grande del partito di raccolta. Il Patt è come un contenitore di persone che condividono dei valori forti di fondo come l'autonomia del Trentino, pur proveniendo da storie politiche diverse. Non sarà facile tenere insieme tante identità ma tutti i grandi partiti, anche il Pd che è al 40%, devono confrontarsi con questa sfida.


Ma lei ora si sente di centrosinistra?
Il Patt è un partito trasversale che ora fa parte di un a coalizione di centrosinistra e mi ci riconosco.


Dice che cercherà il suo spazio. Sa che il Patt dovrà proporre ora il successore di Moltrer alla presidenza del consiglio regionale? C'è chi pensa a una donna. Potrebbe essere lei?
Ah no, assolutamente. Penso che Chiara Avanzo, che è dotata di grande equilibrio, saprebbe fare molto bene.

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