Cofferati: «Primarie inquinate e al Pd va bene così: me ne vado»
Sergio Cofferati ha deciso di lasciare il partito
Dopo le polemiche sulle primarie del Pd in liguria, vinte dalla sua rivale Raffaella Paita, l’ex leader della Cgil Sergio Cofferati, ha deciso di lasciare il partito, dopo aver denunciato con forza brogli, truppe cammellate di stranieri portate a votare nonché la partecipazione di noti simpatizzanti di centrodestra a favore della esponente renziana, oggi assessora nella giunta regionale Burlando.
«Esco dal Pd e non lo faccio per fondare un altro partito», ha detto poco fa Cofferati durante un incontro con i giornalisti. L’ex sindaco di Bologna e oggi europarlamentare ha espresso amarezza sia per l’andamento delle primarie sia per per l’esito delle verifiche sulle irregolarità denunciate. Il collegio dei garanti ieri ha annullato il voto solo in tredici seggi, non quelli che secondo la segnalazione avevano registrato i comportamenti più gravi, il che ha soltanto limato il vantaggio di 4 mila voti della Paita su Cofferati.
«A Napoli - ha aggiunto - le primarie sono state invalidate per problemi in tre seggi. E c’è un comportamento diverso in Liguria dove sono state annullate in 13 seggi. Non capisco che cosa sia successo. Resta la partecipazione anomala di povere persone straniere guidate in gruppo e istruite su come votare. Viene anche indicato l’uso di denaro per stimolarne il voto. Ma la sostanza politica è l’inquinamento attraverso il voto sollecitato e ottenuto del centrodestra. Il voto è stato inquinato come ha dimostrato il collegio dei garanti ma quel che è più grave è che il centrodestra è intervenuto nelle primarie del centrosinistra per proporre un modello politico e il mio partito non è intervenuto per fermare questo».
Cofferati, parlando dell’inquinamento del voto del centrodestra ha citato «Alessio Saso (Ncd) inquisito per voto di scambio che disse farò votare Paita per poi fare accordo politico per le regionali». Ha quindi parlato di «Eugenio Minasso, fascista non pentito che aveva sostanzialmente detto la stessa cosa».
«Poi - ha aggiunto - l’ex senatore Franco Orsi ha fatto lo stesso. Il centrodestra si è mobilitato per votare alle primarie del centrosinistra: questo è problema politico e morale».
Cofferati ha poi ricordato che «il presidente Napolitano diede a Renzi l’incarico di governo di larghe intese per fare riforme, perché mancava la maggioranza. Qui in Liguria manca invece una giustificazione, perché si deve ancora votare. Il Pd non ha discusso di questo qui in Liguria. Non mi sorprende che lo proponga Saso. Inaccettabile è il silenzio del mio partito».
«Il caso Cofferati non è un caso. Il Pd imbarca con orgoglio la destra (ligure e non solo) e perde molti elettori, tra i quali Sergio Cofferati. Diciamo che si tratta di un voto di scambio, come tanti in questi giorni: dentro la destra, fuori la sinistra», commenta amaro il deputato della minoranza Pd Pippo Civati.
«Ho preferito non aspettare - ha spiegato Cofferati - perché il quadro quantitativo è abbastanza chiaro. Mi ero convinto durante la campagna che si preparavano comportamenti difformi da quelli che dovrebbero riguardare le primarie. Ho sempre sostenuto l’utilità di questo strumento, che ha larghe pecche e si deve rivedere alla radice, ma continuo a pensare che devono essere mantenute cambiando le modalità con le quali vengono fatte. Quelle di oggi hanno alterato i modi di farle e rappresentare le cose». Così Sergio Cofferati, europarlamentare del Pd, uscito sconfitto dalle primarie in Liguria, nel corso di una conferenza stampa, annunciando che «per rispetto ai cittadini che mi hanno votato, alle mie convinzioni, in un partito che non dice nulla davanti a fatti di questo genere io non posso più restare».
Poi, Cofferati ha aggiunto: «Sono 13 i seggi incriminati con due fatti gravi: il modo anomalo con cui hanno partecipato al voto alcuni stranieri e l’inquinamento attraverso il voto sollecitato e ottenuto del centrodestra, che si è mobilitato per votare alle primarie del centrosinistra: così non ci sono più le primarie, visto che una parte vuole entrare pesantemente in casa altrui. Mi stupisce che solo io ho fatto ricorsi per violazioni delle regole e mi ha colpito tanta approssimazione di un ministro, Pinotti se non si è capito, sulle regole interne del partito a cui appartiene».
Infine, Cofferati ha sottolineato di avere «trovato inaccettabile il silenzio del partito, tranne per il fatto che il ministro Pinotti è venuta qui teorizzando una situazione nella quale si desse vita a un governo con il centrodestra. Ieri, infine, Renzi ha proclamato Raffaella Paita candidata senza aspettare i lavori della commissione di garanzia».
Renzi ieri ha dettoo che «con Paita ora ci deve essere tutto il partito per vincere la sfida del prossimo maggio». «La vicenda è chiusa, ora avanti uniti» ha aggiunto la vincitrice, ora proclamata, delle primarie.
Per Stefano Fassina, esponente della minoranza, la vicenda però «non può essere archiviata facendo le congratulazioni alla vincitrice. È un problema più rilevante di quello emerso a Napoli». Sandra Zampa chiede correttivi. Ma Renzi, sempre in direzione, dice che «la vicenda è chiusa, basta col tafazzismo».
Il collegio dei garanti ha esaminato 28 segnalazioni di irregolarità annullando 3.693 voti (2.204 per Paita e 1.457 per Cofferati) in 13 seggi per le motivazioni più disparate: il voto di esponenti del centrodestra, la foto scattata da un elettore alla scheda, il mancato versamento di due euro da parte di alcuni votanti, l’apertura del seggio in anticipo rispetto all’orario ufficiale, la mancata firma del presidente del seggio sulle schede. Tutto regolare, invece, secondo i garanti, al seggio di Albenga, dove erano state segnalati sospetti voti massicci di immigrati, giovani calciatori, sempre immigrati, in fila al seggio, consegna di soldi per votare, come aveva sostenuto la ex sindaco leghista Rosalia Guarnieri.
Il coordinatore di Sel Nicola Fratoianni esprime «grande rispetto per la scelta di Sergio Cofferati, anche perchè quando si sceglie di uscire da un partito è sempre, come lui ha sottolineato, una scelta dolorosa e difficile».
«La valutazione politica - prosegue - è positiva perchè Cofferati oltre a ribadire la propria indignazione e il rigore rispetto ai casi di irregolarità emerse, ha ribadito un giudizio politico sulle primarie».
«Noi subito dopo le primarie avevamo detto che non avremmo sostenuto Raffaella Paita perchè leggevamo in quelle primarie un messaggio politico con l’obiettivo di un governo di larghe intese in Liguria con il Nuovo centrodestra, una scelta politica per noi impraticabile», sottolinea il deputato di Sel.
Dura inv ece la reazione di Debora Serracchiani, renziana, vicesegretario Pd e governatrice del Friuli Venezia Giulia: «Non si può far parte di una comunità politica dicendo: se vinco resto, se perdo me ne vado».
Fra le prime reazioni allo strappo di Cofferati, quella del deputato renziano e membro della segreteria Pd Ernesto Carbone che dedica via Twitter all'ex leader della Cgil la canzone «Bisogna saper perdere», celebre brano lanciato negli anni Sessanta dalla band The Rokes.