Quirinale, oggi Renzi incontra Berlusconi
Un politico di esperienza. Niente tecnici o, scandisce Angelino Alfano, «novellini». I partiti di maggioranza e opposizione vengono ricevuti dalla delegazione Pd al Nazareno per inusuali «consultazioni» in vista delle votazioni per l'elezione del nuovo Presidente. E chiedono a Renzi un nome che innanzitutto non sia esterno alla politica, traendone la convinzione - poi smentita da fonti Pd - che il premier concordi. Ma è ancora fitto di appuntamenti il percorso di avvicinamento alle votazioni: oggi sono in programma assemblee di tutti i partiti, a partire dal Pd, e Silvio Berlusconi, che ha deciso di non partecipare con i suoi alle consultazioni, tornerà a vedere Renzi.
Esulta intanto il presidente del Consiglio per l'approvazione al Senato in seconda lettura della legge elettorale. «Il coraggio paga, le riforme vanno avanti», rivendica con un messaggio su Twitter.
Il passaggio non è indolore, perché 24 senatori della minoranza Pd non partecipano al voto finale, per manifestare il loro dissenso rispetto al meccanismo dei 100 capilista bloccati dell'Italicum, che «farà prevalere i nominati». Anche alcuni senatori di FI escono dall'Aula, ma il partito di Berlusconi tiene fede al patto del Nazareno e vota la legge, che passa però con i soli voti di maggioranza. I sì alla fine sono 184, i no 66 e 2 gli astenuti. E non si registrano problemi neanche alla Camera, dove procede il cammino della riforma costituzionale. Ma dove le votazioni vanno tanto a rilento che difficilmente si concluderà l'esame degli emendamenti prima della pausa per il Colle.
Proprio in vista dell'inizio delle votazioni per il nuovo Capo dello Stato, domani alle 15, sulla scena politica torna il rito delle «consultazioni», ma in salsa Nazareno. Nella sede del Pd dalle 9.30 fanno ingresso le rappresentanze di tutti i partiti: c'è persino il moderato di area dem Giacomo Portas, che conta un solo grande elettore, lui stesso. E anche se mancano i 5 Stelle, che hanno rifiutato con sdegno l'invito, a sorpresa debuttano al Nazareno gli ex grillini, gli ultimi ad essere ricevuti, alle 21, dopo che altri 10 parlamentari avevano annunciato l'uscita dal gruppo.
La delegazione Pd, guidata da Renzi e composta da Guerini, Serracchiani, Speranza, Zanda e Orfini, annota la richiesta quasi unanime, tra i partiti della maggioranza, di un nome politico. «Serve una figura di alto profilo», dice il ministro Stefania Giannini a nome dei centristi di Sc-PI-Cd. «Un politico non divisivo», afferma Pino Pisicchio, a nome del Misto. E Angelino Alfano dichiara che «non è il momento per un tecnico».
Il ministro dell'Interno aggiunge che Area popolare, come il Pd, voterà scheda bianca nei primi tre scrutini per il Quirinale, puntando «all'ace - dice con metafora tennistica - al quarto e cercando di evitare il doppio fallo nel quinto». I più critici sono - e non è una sorpresa - il leghista Matteo Salvini («Drammaticamente non ci hanno fatto nomi») e la leader di Fdi Giorgia Meloni («Renzi vuole imporsi»), che domani lanceranno una candidatura congiunta di centrodestra per il Colle. Tutti altri toni invece da Forza Italia, che dice di condividere l'obiettivo del premier di fare «presto» e invoca come candidato un «arbitro imparziale, non giocatore». Berlusconi, dopo aver incontrato a Palazzo Grazioli i vertici del partito, decide invece di non varcare la soglia del Nazareno: a una settimana dall'incontro sulla legge elettorale tornerà oggi all'ora di pranzo a Palazzo Chigi per un faccia a faccia con Renzi.