Buona scuola, via libera dal Senato. I precari promettono battaglia
Via libera dall'Aula del Senato alla fiducia sul ddl "La buona scuola". I voti favorevoli sono stati 159, quelli contrari 112. Tensione in Aula, con le opposizioni che hanno contestato il senatore a vita Giorgio Napolitano, che ha votato sì alla fiducia. Il provvedimento passa ora all'esame della Camera, dove arriverà il 7 luglio.
«Il colpo di mano del Governo è servito: l'aula del Senato ha approvato la fiducia al disegno di legge di riforma della scuola. Il voto si è svolto in un clima di contrarietà generale, sia all'interno che all'esterno di Palazzo Madama». Lo afferma in una nota l'Anief, l'associazione costituita da docenti e ricercatori in formazione, precari, in servizio, e di ruolo. «A chiedere il voto dell'aula sul maxi-emendamento presentato dai relatori, Francesca Puglisi del Pd e Franco Conte di Ap, in commissione Istruzione, era stato poco prima il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi (perché non lo ha fatto il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini?), proponendolo come una sintesi degli oltre 2mila emendamenti presentati, ma dimenticando di dire che le modifiche più importanti e più richieste sono state ancora una volta eluse - prosegue il sindacato -. I motivi del dissenso sono noti a tutti, tranne che ad una risicata maggioranza che ha messo sotto ricatto il Parlamento pur di non stralciare il piano straordinario di assunzioni, che ci chiede l'Unione Europea, a prescindere dalla riforma più contestata della Repubblica italiana. L'adozione delle nuove norme porterà le scuole italiane indietro di decenni, sottraendo la libertà all'insegnamento e trasformando gli istituti scolastici in prototipi di aziende. Perché con questa riforma i presidi sceglieranno il personale non solo pescando, a loro discrezione, dagli albi territoriali non graduati, ma anche scegliendo i 50mila docenti, il prossimo anno, e i vincitori del nuovo concorso».
«E che dire degli altri 50mila immessi in ruolo, saranno assunti ad anno scolastico abbondantemente iniziato? Solo che altri 70mila insegnanti, ma forse anche 100mila, invece non assunti, potranno chiedere congrui risarcimenti al tribunale civile di Roma, citando la Presidenza del Consiglio per la violazione della norma comunitaria che impone la stabilizzazione del personale precario di lungo corso - sottolinea l'Anief -. Inoltre, nelle scuole si creerà un caos senza precedenti, per il ritorno in classe dei vicepresidi. Con un periodo di interregno, che nella migliore delle ipotesi terminerà in autunno, durante il quale migliaia di dirigenti scolastici rimarranno privi di vicario, in attesa che si materializzi l'organico dell'autonomia richiesto dai collegi dei docenti solo con l'inizio del nuovo anno scolastico. Purtroppo la lista delle brutte notizie, collegate all'approvazione del ddl, è davvero lunga. Riguarda anche il reclutamento: all'assurda esclusione dalle assunzioni degli abilitati dopo il 2011, che diventa illegittima per quelli che hanno svolto più di 36 mesi di servizio, si aggiunge la beffa per tutti gli abilitati laureati, che per i prossimi cinque anni non potranno partecipare alle nuove selezioni, né insegnare più nelle scuole statali».
«Con il maxi-emendamento, arriva poi l'originalissimo comitato di valutazione dei docenti, che dovrà assegnare i fondi del merito distribuiti dall'amministrazione centrale ad ogni istituto: questo organismo, che nessun Paese europeo detiene con questo genere di componenti, prevede che degli studenti, anche quindicenni, stabiliscano non solo i criteri per valutare il merito dei docenti, con l'ultima parola comunque del dirigente-manager, ma anche che valutino l'insegnante nell'anno di prova».
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