Il Patt parla di rottura col Pd e sposa le idee della Lega
«Sugli immigrati e profughi dobbiamo scegliere: o una trattativa con il governo centrale o una decisione in linea con le Regioni che hanno scelto la via dura nei confronti di Roma». Il presidente del Patt e consigliere provinciale Walter Kaswalder, a fronte del fatto che «è già stato raggiunto il limite massimo di profughi concordato a febbraio», in un documento che ha illustrato venerdì sera al consiglio del partito e che ha inviato a tutte le sezioni del Patt, propone di seguire l'esempio di Regioni a guida leghista, come Veneto e Lombardia, che hanno deciso di non collaborare con lo Stato nell'accoglienza dei richiedenti asilo, che comunque le prefetture continuano a distribuire anche in questi territori.
E sempre in materia di immigrati, Kaswalder si spinge oltre nell'esprimere le sue idee para-leghiste in materia di welfare proponendo al Patt di: «Creare due diverse leggi alle quali fare riferimento: una per chi perde il lavoro ed è in Trentino da almeno 10 anni e una per chi in Trentino è di passaggio e deve solo sopravvivere».
Anche sul piano politico Kaswalder non usa mezzi termini e parla esplicitamente di una possibile rottura dell'alleanza con il Partito democratico.
«Al Pd - scrive Kaswalder - parliamo chiaro: basta fibrillazioni o ognuno per la sua strada». In particolare, il presidente del Patt se la prende con il vicepresidente della Provincia, Alessandro Olivi, che definisce la «punta avanzata» del «fuoco amico» che spara spesso e volentieri sul Patt. Il presidente del Patt ha esortato il partito anche a «recuperare un rapporto con le liste civiche».
Altra proposta, tra le varie contenute nel documento, anche la soluzione per la questione orso: «Dobbiamo dare subito un segnale ai trentini e ai turisti: concordiamo con il ministro il trasferimento di 30 orsi in altre zone, la nostra gente capirà che stiamo facendo qualcosa di concreto. Garantiamo l'abbattimento di tutti gli orsi problematici».
Dopo la sua relazione, a Kaswalder ha risposto solo l'assessore provinciale Michele Dallapiccola richiamandolo in particolare sul fatto che nella sua veste di presidente del partito non può esprimersi nei termini in cui ha fatto nei confronti del Pd parlando addirittura di una possibile rottura. A scanso di equivoci, comunque, il consiglio provinciale del Patt ha deciso che sulle scelte importanti: tipo linea politica, Valdastico, punti nascita e altre questioni delicate nessun consigliere o esponente del partito potrà esprimere una posizione prima che sia stata decisa la linea da parte dello stesso consiglio del Patt. Insomma, si cerca così di arginare le posizioni meno ortodosse, come quella di Kaswalder.