Pesticidi, Fraccaro attacca Zeni E rilancia: «Provincia biologica»
Duro attacco alla giunta provinciale e solidarietà ai cittadini preoccupati per gli effetti dlel’uso di pesticidi nell’agricoltura trentina: così il deputato del movimento Cinque stelle, Riccardo Fraccaro, che ha diffuso una nota commentando negativamente la notizia del nuovo regolamento in materia varato da piazza Dante.
Solidarietà, in particoilare, al Comitato per il diritto alla salute in Val di Non, che per primo pochi giorni fa ha denunciato l’iniziativa provinciale ritenendola regressiva e accusando il neoassessore Luca Zeni di aver «demolito» il lavoro che i rappresentanti dei cittadini stavano portando aventi in precedenza con Donato Borgonovo Re, prima che fosse defenestrata, «al fine di riequilibrare il rapporto fra l’agricoltura e la società in Trentino».
Ora ad affondare il colpo è il parlamentare M5S: «Grazie a Luca Zeni l’uso dei pesticidi in Trentino è ai livelli del Veneto. Anzi, peggio. Perché almeno il Veneto in questi ultimi anni è riuscito a ridurre l’impiego di prodotti fitosanitari. Il Trentino, al contrario, ha aumentato l’uso di queste sostanze, che in alcuni stati sono anche vietate».
Fraccaro riprende alcune criticità evidenziate dal comitato nella nota diffusa la settimana scorsa: «La proposta di Zeni e Dallapiccola è molto pericolosa per la salute pubblica. A parte gli orari di trattamento, nulla di nuovo rispetto alle regole attualmente in vigore sui prodotti usati e sulla distanza dalle case, che può arrivare fino a 0 metri.
Quello che chiediamo è più responsabilità e più coraggio: non solo maggiori controlli, occorre soprattutto un cambio deciso di rotta, che vada nel senso di una riduzione massiccia o addirittura dell’abolizione dell’uso di queste sostanze. L’esempio coraggioso di Malles in Alto Adige ci insegna che un futuro diverso è possibile».
Da qui l'invito a una svolta radicale nel modello di business agricolo: «La politica ha il compito di favorire il passaggio ad un’agricoltura più naturale, anche di tipo biologico. Per il Trentino potrebbe essere davvero una carta vincente, se si pensa alla forza di attrazione che il marchio di “provincia biologica” potrebbe esercitare sui mercati nei prossimi anni.
Ed è una scelta priva di controindicazioni, ma al contrario con ricadute vantaggiose per tutti: economiche per agricoltori, albergatori, esercenti; di salute e benessere per residenti e turisti».