Sanità, battaglia sul nuovo ospedale. Civico: «Il Not non deve finire a Mattarello»
«Sul Not non è possibile gettare alle ortiche 17 anni di scelte, di lavoro, di risorse e di pubblico dibattito. Non è possibile attendere oltre. E resta l'amarezza nel constatare che non fosse stato per un grave errore procedurale (nella composizione della commissione di gara), le gru sarebbero ora già all'opera». Mattia Civico , consigliere provinciale del Pd, ha depositato ieri una lunga interrogazione, che è anche un dettagliato excursus di delibere e dichiarazioni politiche, che hanno accompagnato e motivato la scelta della realizzazione del Nuovo ospedale Trentino (Not) in località al Desert a Trento sud. Una serie di passaggi che rendono ancora più sorprendente come di punto in bianco - dall'agosto scorso - l'appena nominato assessore alla salute, Luca Zeni (Pd), e il presidente della Provincia, Ugo Rossi, abbiano cominciato a sostenere la necessità di cambiare la localizzazione del Not, spostandolo sull'area di Mattarello, inizialmente destinata alla cittadella militare a cui poi il ministero della Difesa ha rinunciato.
E le motivazioni addotte fino ad ora per questo repentino cambio non sembrano in effetti così decisive - risparmio economico limitato alle opere viarie, non tanto al progetto in sé, migliore funzionalità per la regolarità dell'area, che è più grande, e vicinanza al nucleo elicotteri - da spingere l'amministrazione provinciale ad azzerare tutto. Civico per altro osserva: «Sarebbe davvero sorprendente che non fossero mai stati valutati da nessuno neppure negli ultimi tre anni, ovvero da quando è emerso che l'area delle caserme di Mattarello poteva rientrare in gioco».
Il consigliere del Pd ricorda a proposito, nella sua documentata interrogazione, cosa rispose nel 2009 l'allora assessore alla salute, Ugo Rossi , al consigliere Claudio Eccher che con due ordini del giorno chiedeva di «spostare il Not più a sud, in zona Mattarello».
Sosteneva Rossi: «Il parere della giunta è contrario. I motivi sono quelli che la scelta è stata fatta in ragione dell'individuazione di un'area nel Prg di Trento che è stata ritenuta la migliore dal punto di vista delle dotazioni infrastrutturali, sia viarie che ferroviaria, ma anche in ragione del fatto che la scelta è quella che consentiva un minor consumo di territorio. L'altro motivo della contrarietà è relativo al fatto che tornare indietro adesso provocherebbe dei ritardi insostenibili, soprattutto per quanto riguarda gli strumenti urbanistici da mettere in campo, che pregiudicherebbero, dal punto di vista temporale, la realizzazione del nuovo ospedale del Trentino». Ora, invece, sia Zeni che Rossi hanno dichiarato che le variazioni urbanistiche sono un problema superabile velocemente.
Eppure, anche dopo la sentenza del Consiglio di Stato del 13 ottobre 2014 , con cui venne annullata la commissione tecnica di valutazione dei progetti del Not e gli atti di gara conseguenti per la presenza del direttore dell'Azienda sanitaria e di dirigenti provinciali, Rossi sembrava determinato a proseguire con la ricomposizione della commissione e con un nuovo bando per un progetto su via al Desert. Infatti la Provincia deliberò altre spese per il consolidamento del terreno ( 1 milione di euro) e di mitigazione del rischio idraulico ( 1,3 milioni di euro). A febbraio 2015 venne deliberato anche l'acquisto di nuovi terreni in zona propedeutici al Not ( 499.800 euro).
«Tutto ostinatamente coerente - osserva Civico, che tra i consiglieri del Pd è il più vicino all'ex assessora Donata Borgonovo Re, - fino alla settimana successiva al cambio di assessore alla sanità». Ma ora il problema che Civico pone nell'interrogazione, posto che le motivazioni dello spostamento a Mattarello non appaiono così convincenti, è che: «Tale prospettiva avrebbe il drammatico esito di allontanare nel tempo, in maniera indefinita, la costruzione del nuovo ospedale, che invece è urgente assicurare, con conseguente messa a rischio della qualità del servizio, stanti le condizioni dell'attuale S. Chiara». Il consigliere chiede dunque al collega di partito Luca Zeni se «non ritenga necessario rivedere gli orientamenti recentemente comunicati a mezzo stampa per confermare le decisioni già assunte negli ultimi 17 anni, mantenendo la collocazione in via al Desert».