Salta la norma sui collegi in Trentino Alto Adige L'emendamento passa con i franchi tiratori

La legge elettorale torna in commissione alla Camera. Lo ha deciso l'Aula della Camera accogliendo, con un voto, la richiesta in tal senso avanzata dal Pd.

«Andiamo a votare con la legge elettorale che c'è. Il Consultellum? Certo, tanto tutte queste leggi sono simili...».

Risponde così il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio (Movimento Cinque Stelle) ai cronisti che gli chiedono con quale norma si potrebbe tornare a votare adesso che il «Fianum» è tornato in commissione.

«Io ci ho provato in testa e in coda alla legislatura a fare la legge elettorale - aggiunge - Adesso non si può più pensare di ricominciare. La mia priorità è non far fare la legge di bilancio che aumenti l'Iva ai cittadini, quindi andiamo a votare il prima possibile».

IL VOTO SEGRETO DIVENTATO PALESE

L'emendamento approvato a scrutinio segreto contro il parere della commissione è di Michaela Biancofiore (Forza Italia) e Riccardo Fraccaro (Cinque Stelle). È passato con 270 sì, 256 no e un astenuto. Per un disguido, quando la votazione era stata aperta sul tabellone si vedevano le palline rosse e verdi, come se la votazione fosse palese: dopo le proteste tutte le palline sono diventate azzurre. «È stato un disguido» ha detto la presidente Laura Boldrini.

QUI SOTTO IL RACCONTO DELLO PSICODRAMMA

IL PUNTO ALLE 13: I franchi tiratori fanno saltare la legge elettorale, su un emendamento apparentemente minore, decretandone il De Profundis. «La legge elettorale è morta. Gli assassini sono i cinque stelle» decreta Emanuele Fiano, relatore del provvedimento. Ma se l’intento dei franchi tiratori era quello di allontanare le elezioni anticipate, l’effetto potrebbe essere paradossalmente opposto: rendere cioè inevitabile il ricorso a urne a settembre, vista l’impossibilità di far approvare la Legge di Bilancio in un clima deteriorato dentro la maggioranza che sostiene il Governo Gentiloni.

In Aula, in un voto a scrutinio segreto, è stato approvato un emendamento di Micaela Biancofiore (Fi) su cui i partiti che sostengono la legge si erano accordati per lo stop. Ma in aula il colpo di scena: Riccardo Fracccaro ha presentato un emendamento praticamente identico a quello di Biancofiore. Le due modifiche sono state accorpate e successivamente votate e approvate in una unica soluzione.

Sul piano normativo esso elimina il Mattarellum che ancora si usa in Trentino Alto Adige, che assicura un congruo numero di eletti alla Svp, e vi introduce il sistema proporzionale come nel resto d’Italia. Ma sul piano politico non è solo uno schiaffo al partito della minoranza di lingua tedesca, ma anche al Pd, che si era fatto suo garante e che ha una alleanza parlamentare con la Svp sia a Roma, che a Bruxelels ed anche in alcune amministrazioni locali della Regione.

«La legge è morta» sentenzia infatti il relatore Fiano ed il motivo è presto detto: il Pd non si fida più della tenuta di M5s, quindi tutti i discorsi sulla possibilità di aggiustare il testo in Senato cadono. «La legge - dice il capogruppo Pd Ettore Rosato - sta in piedi così e per noi già è una fatica enorme il proporzionale per cui dal Pd non arriveranno ulteriori sforzi al ribasso».

«Abbiamo chiarissima l’operazione del M5s che ha voluto far fallire la legge elettorale. Ne prendiamo atto, bastava che lo dicessero subito che non sono capaci di mantenere la parola data».
Ma la legge ha provocato una frattura tra Pd e gli altri partiti della maggioranza, con Alfano che ha detto che la «collaborazione è finita» e Mdp che già una volta non ha votato la fiducia al governo sulla manovrina. Questa sta ora in Senato, e sarà la prima verifica su una maggioranza che non c’è più e che dovrebbe affrontare insieme la legge di Bilancio. (ANSA).

DELLAI NON VUOLE IL VOTO ANTICIPATO

«Siamo favorevoli al rinvio in Commissione della legge elettorale. Esprimiamo disagio per come l’Aula si sia trasformata in una sorta di teatro della commedia delle parti. Il Parlamento è il luogo della responsabilità e del servizio alla comunità.

Non è vero che sia morta la possibilità che il Parlamento approvi una buona legge elettorale; né che con il voto di stamane sia finita la legislatura: un governo c’è, con la sua maggioranza e il suo diritto-dovere di preparare una buona Legge di Bilancio che metta in sicurezza i conti del Paese e prepari un buon terreno per la prossima legislatura».

Lo ha detto il deputato Lorenzo Dellai, presidente del Gruppo Parlamentare «Democrazia Solidale-Centro Democratico» alla Camera. (ANSA).

E ancora l’ex presidente della Provincia: «Non è il momento di buttare tutto all’aria. Siamo in una situazione estremamente difficile che richiede da parte di tutti grande senso di responsabilità.

L’accordo che i quattro leader pensavano di aver raggiunto era evidentemente fragile e conteneva sottintesi pesanti, ma il suo naufragio non è il naufragio del Parlamento.

La maggioranza di governo deve rafforzare il suo sostegno a Gentiloni senza rincorrere la pericolosa scorciatoia del voto anticipato. E nel frattempo deve trovare una intesa di massima al proprio interno su una legge elettorale da condividere con chi dentro l’opposizione non intende abdicare alla propria responsabilità».

PANIZZA: POLITICA OSTILE ALL'AUTONOMIA

«Abbiamo apprezzato la decisione della Camera di rimandare la legge elettorale in Commissione». Così in una nota il senatore e e segretario del Patt Franco Panizza.

«Il testo approvato in Commissione alla Camera salvaguardava la specificità della nostra Regione e prevedeva i collegi uninominali e maggioritari per garantire il rapporto tra gli eletti ed il corpo elettorale e valorizzando la dimensione territoriale dei candidati e delle candidate.

La norma anti-autonomie speciali presentata dalla deputata Biancofiore e sostenuta compattamente dal Movimento 5 Stelle è stato un grave atto di irresponsabilità politica, che dimostra, al primo voto segreto, l’incapacità di rispettare gli accordi. Ma denota anche una preoccupante cultura anti-autonomista da parte della Biancofiore e del partito di Grillo».

FRAVEZZI: BIANCOFIORE E FRACCARO NON CAPISCONO L’AUTONOMIA

«Abbiamo assistito ad un grave atto di irresponsabilità politica». Lo afferma il senatore Vittorio Fravezzi (Upt, Gruppo per le Autonomie) segretario di presidenza. «Un atto - aggiunge - che rischia di vanificare l’impegno per creare una legge elettorale che per lo meno fosse il più condivisibile possibile. Quanto accaduto durante il primo voto segreto di oggi alla Camera di fatto mette in evidenza la slealtà di alcune forze politiche.

L’onorevole Biancofiore e l’onorevole Fraccaro ancora una volta si dimostrano incapaci di immaginare la politica regionale in modo diverso dagli schemi nazionali e incapaci di comprendere le specificità politiche territoriali».

«Nonostante le criticità sull’impianto complessivo della norma - sottolinea Fravezzi - eravamo riusciti, prima dell’approvazione dell’emendamento, a salvaguardare la specificità della nostra Regione. Il sistema elettorale previsto per il Trentino Alto Adige - Sudtirol favoriva (e comunque attualmente in vigore nel Consultellum) la costruzione di un sistema democratico in cui il rapporto tra cittadini e rappresentanti viene rafforzato, in cui gli elettori possano scegliere i parlamentari e optare per progetti di governo definiti e alternativi.

Infatti il sistema elettorale fondato sul collegio uninominale maggioritario favorisce il rapporto tra eletto ed elettore, valorizzando la dimensione politica delle candidature e riducendo i costi delle campagne elettorali; mentre l’approvazione dell’emendamento Biancofiore-Fraccaro, nonostante la contrarietà dell’ampio fronte che ha condiviso la riforma della legge elettorale in Commissione, conferma le nostre preoccupazioni. I cittadini sappiano che vi sono forze politiche che vogliono omologare il Trentino Alto Adige - Sudtirol al resto del Paese».

FRACCARO (CINQUE STELLE) CONTRO FRAVEZZI: «NOTO COLLEZIONISTA DI POLTRONE»

«L’onorevole sindaco Fravezzi, noto collezionista di poltrone, non perde occasione per dare sfoggio della propria insipienza politica.

Il suo partito ha contribuito ad approvare il disastroso Italicum che ha gettato il Paese nel caos istituzionale. Il Movimento Cinque Stelle ha lavorato per approvare una legge elettorale costituzionale, proponendo delle modifiche migliorative come quella sul Trentino Alto Adige.

L’emendamento a mia prima firma ha impedito di creare un vulnus a discapito del nostro territorio e ha ottenuto un largo consenso, anche tra il Pd e la maggioranza di cui l’Upt fa parte. Fravezzi se la prenda con i suoi colleghi franchi tiratori, perchè almeno 60 deputati del suo schieramento hanno condiviso la nostra proposta». Così il deputato trentino M5s Riccardo Fraccaro.

«L’esclusione del Trentino Alto Adige dall’applicazione della legge in esame, a detta di moltissimi esperti della materia - prosegue Fraccaro - produce effetti distorsivi della rappresentatività.

L’emendamento che ho presentato ha scongiurato questo rischio, ristabilendo un principio di democrazia. I cittadini trentini non possono subire una compressione dei diritti in nome della spartizione delle poltrone da parte delle coalizioni finte autonomiste, che stanno facendo percepire lo Statuto speciale come un privilegio della classe politica. Fravezzi e i suoi pari dimostrano ancora una volta di avere come priorità solo quella del potere e degli interessi personali, come peraltro è evidente nella vicenda dei vitalizi.

Il M5S continuerà a battersi per difendere i diritti del nostro territorio da chi vuole solo saccheggiarlo in nome delle poltrone».

 


 

AGGIORNAMENTO: «Capisco le ragioni del mio gruppo, ma il Parlamento ha posto fine un’ingiustizia e come mi ha insegnato Berlusconi le ingiustizie vanno combattute. E come ha detto Toninelli quella sul Trentino era un’ingiustizia. Ora non posso pensare che l’accordo salti per un emendamento localistico, se cos’ fosse è il Pd che vuole fare il gioco del cerino o qualcuno che vuole affossare la legge. Io sono orgogliosa di quanto ha fatto oggi il Parlamento». Lo afferma Michaela Biancofiore, deputata di Fi.

AGGIORNAMENTO: «La legge elettorale è morta». Lo dichiara, a Montecitorio, il relatore della riforma elettorale Emanuele Fiano (Pd).


Rischia di saltare l’accordo sulla legge elettorale tra Pd, M5S, Fi e Lega dopo che nel corso del primo voto segreto in aula alla Camera, la maggioranza che aveva trovato un’intesa sulla legge elettorale è andata sotto. L’emendamento sul sistema elettorale in Trentino Alto Adige presentato da Micaela Biancofiore, sul quale i relatori avevano espresso parere contrario, è stato infatti approvato con 270 voti a favore, 256 contrari e 1 astenuto.

E sul voto scatta subito dopo il «giallo» del tabellone. La presidente Boldrini, infatti, aveva chiamato la votazione specificando che era a scrutinio segreto.

Ma sul tabellone invece di spuntare le palline azzurre, spuntano le palline rosse e verdi, come accade per quelle palesi. Si scorgono così dei voti favorevoli nei banchi del Pd e di Fi. Poi, dopo che qualcuno si era accorto dell’errore, si è rimediato aprendo però una bagarre.

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Il Pd, con il capogruppo Ettore Rosato, chiede l’interruzione dei lavori e che la riforma elettorale torni in commissione. Ap, con il capogruppo Maurizio Lupi, non è d’accordo e chiede invece che si vada avanti. In precedenza, il Movimento 5 Stelle aveva invitato i suoi deputati a riprendere il proprio voto e dimostrare al Pd che nel loro gruppo i franchi tiratori non esistono.

 

LA DIRETTA

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Il M5S aveva sostanzialmente annunciato il voto favorevole all’emendamento Biancofiore sui collegi elettorali in Trentino Alto Adige, con un intervento di Riccardo Fraccaro in Aula alla Camera poco prima della votazione segreta. «Si tratta di un emendamento largamente condiviso ma non si vuole fare passare per non fare saltare l’accordo, e quindi la legge elettorale si ferma a Borghetto...», aveva sottolineato.

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