Fugatti presenta la nuova giunta provinciale
Il presidente della Provincia ha deciso di fare di testa sua, facendo ingoiare qualche rospo un po’ a tutti, compresa la sua Lega, e soprattutto premiando il consigliere transfuga del centrosinistra, Mario Tonina, ex Upt ora Progetto Trentino, che non solo diventa assessore all’urbanistica, ambiente e cooperazione (anche se ha dovuto rinunciare all’agricoltura), ma è anche vicepresidente della Provincia, almeno finché non sarà chiamato Rodolfo Borga (Civica trentina), che avrà la competenza sugli enti locali.
La nuova giunta a guida Lega, infatti, nasce monca. Come anticipato nei giorni scorsi, il neogovernatore ha deciso di attendere qualche mese che il leader della Civica si ristabilisca dai suoi problemi di salute e possa assumere l’incarico di assessore piuttosto che chiamare in giunta l’altro consigliere della lista, già sindaco di Tione, Mattia Gottardi. Così, ha voluto varare una giunta con solo cinque assessori eletti invece di sei, lasciando il posto per il sesto in «caldo», una soluzione che non si era mai vista prima. «La giunta non è completa per scelta mia - ha spiegato ieri Fugatti - perché ho deciso di attendere il consigliere Borga di cui conosciamo competenze e serietà». Poi, nel presentare la sua giunta Fugatti ha aggiunto: «Si tratta di una giunta molto giovane con due donne e tre parlamentari che hanno deciso di lasciare il Parlamento romano per venire ad occuparsi del Trentino perché “prima viene il Trentino”».
E l’altra anomalia riguarda proprio la presenza dei tre deputati in giunta: lo stesso Fugatti e poi altre due deputate della Lega, Giulia Zanotelli, che ha ottenuto le deleghe su agricoltura, foreste, caccia e pesca; e Stefania Segnana, che si occuperà di salute, politiche sociali, famiglia e natalità, che erano stati eletti il 4 marzo scorso. Nessuno dei tre, neppure Fugatti, ieri si era ancora dimesso dalla Camera. Mentre l’altra deputata eletta Vanessa Cattoi si dimetterà da consigliera prima della seduta del 20 novembre per consentire al primo dei non eletti e presidente del partito, Alessandro Savoi, di subentrarle.
Fugatti e Zanotelli, invece, furono eletti nei collegi della Valsugana e di Trento, nei quali dunque si dovrà tornare a votare entro 60 giorni dalla dichiarazione di seggio vacante dopo le dimissioni. A meno che non si modifichi la norma, come sta chiedendo Fugatti da giorni, prevedendo l’accorpamento delle suppletive con le elezioni europee già fissate per il 26 maggio 2019. Modifica che però ancora non c’è. Ieri, su questo punto il governatore ha dichiarato: «Dal governo abbiamo avuto forti rassicurazioni che le elezioni suppletive in Trentino si terranno lo stesso giorno delle Europee». Diversamente, sia in Valsugana che a Trento si dovrà rivotare per eleggere il deputato del collegio verso marzo e poi per le Europee a maggio.
Il quarto assessore targato Lega è il giovane segretario Mirko Bisesti, protetto del leader Matteo Salvini, che ha avuto le competenze su istruzione, università e cultura. Fugatti avrebbe voluto al suo fianco l’ex vicesegretario leghista Roberto Paccher a cui affidare i lavori pubblici, ma il segretario del partito, che è stato anche il più votato della Lega, ha scelto di entrare in giunta invece di fare il capogruppo e dunque non c’era più posto per Paccher, che ora resta però in pole position per la presidenza del consiglio provinciale, anche se su questa poltrona ci sono le mire di Walter Kaswalder (Autonomisti popolari), rimasto a bocca asciutta.
La Lega, infatti, aveva chiesto 5 assessorati o in alternativa 4 assessorati e la presidenza del consiglio provinciale. Fugatti ha optato per i quattro assessorati alla Lega e dunque ora il Carroccio si aspetta la presidenza del consiglio provinciale più appetitosa di quella regionale. Ieri su questo punto Fugatti ha risposto: «Se la vedranno i partiti non è più compito mio». Il governatore ha tenuto per sé le deleghe su lavori pubblici, trasporti, protezione civile e le classiche di un presidente che sono affari generali, bilancio, personale, semplificazione amministrativa, oltre agli enti locali finché non entrerà Borga.
Scelta esclusiva del governatore è stata invece quella dell’assessore esterno, il commercialista roveretano Achille Spinelli, che gode della stima personale di Fugatti, commercialista come lui, al quale ha dato le deleghe sullo sviluppo economico, industria e ricerca; l’assessorato che era di Olivi, perde dunque artigianato e commercio, che sono stati uniti al turismo, ma viene unito alla ricerca, che è stata separata dall’università perché ieri il presidente Fugatti ha detto di ritenere prioritario il rapporto tra la ricerca e le ricadute economiche per il territorio.
Come era evidente ormai da giorni, in giunta oltre a Kaswalder non hanno trovato posto neppure gli altri «piccoli» della coalizione, ovvero Claudio Cia (Agire) e Giorgio Leonardi (Forza Italia), che ora dovranno contendersi le poltrone a livello regionale, ovvero la presidenza del consiglio o un assessorato, visto che l’altro assessorato regionale spetterà al ladino Luca Guglielmi, probabilmente per metà mandato con un ladino della Svp.
La prima riunione di giunta si terrà venerdì a Dimaro in Val di Sole per dare un segnale concreto di vicinanza alla località particolarmente colpita dal maltempo.