Governo, Trentino con il fiato sospeso su concessione A22 e flat tax In ballo ci sono 200 milioni di euro
Valdastico Nord, con il governo a definire con Veneto e Trentino il tracciato dell’A31, la partita ancora aperta della concessione per l’A22 con il nodo dell’uscita dei privati dalla compagine azionaria attuale per arrivare a una compagine al 100% pubblica. E, ancora, sempre sul fronte delle partite aperte in campo infrastrutturale, le scelte tutte ancora da mettere in campo sui tempi, il finanziamento e il tracciato trentino delle tratte di accesso alla nuova ferrovia del Brennero, dove il tunnel tra Austria e Italia continua a procedere, e tra meno di 9 anni dovrebbe entrare in funzione.
Ma sul tavolo romano la crisi annunciata mediaticamente da Matteo Salvini e che oggi potrebbe concretizzarsi in Parlamento ha anche altri nodi da sciogliere e che toccano da vicino le famiglie trentine e i futuri bilanci provinciali. A partire dalla flat tax, araba fenice delle discussioni di politica economica del governo del cambiamento, per continuare con il destino degli 80 euro e con il possibile aumento dell’Iva.
A22, il nodo del ministero
La vicenda dell’A22, con la concessione politicamente sbloccata, ma ancora in bilico a causa del nodo della liquidazione dei soci privati che oggi hanno il 14% circa dell’Autobrennero. Una vicenda resa più complicata sul fronte delle decisioni degli azionisti pubblici e del management dall’uscita della Corte dei conti regionale che ha di fatto posto una sorta di limite all’esborso della cifra ai privati per l’uscita. Con un diverso approccio (e un diverso ministro) al Mit (il dicastero dei trasporti) potrebbe tornare in auge il lodo Conzatti, ossia la proposta di far rimanere nell’azionariato i privati visto che sono sotto il 20% e l’Ue potrebbe dire sì alla concessione anche a una società mista, purché il pubblico abbia il controllo della spa. Nel caso dell’A22 ci sono in ballo qualcosa come 4 miliardi di euro di possibili investimenti nei 30 anni di concessione.
Tunnel, tracciato da definire
Mentre in Sudtirolo il cantiere del tunnel di base avanza e si stima che per il 2028 sia in funzione la galleria ferroviaria, in Trentino si è in ritardo sul tracciato delle tratte di accesso alla ferrovia del Brennero, aspetto su cui anche Roma ovviamente incide, visto che il progetto va discusso con il governo nazionale.
L’incrocio tra flat tax e 80 euro
L’arrivo della flat tax è incrociata con gli 80 euro, visto che i 10 miliardi di euro di costo annuo per il bonus Renzi sarebbero serviti a finanziare, secondo una delle ipotesi lanciate dalla Lega, una parte della riforma fiscale stile flat tax, con un taglio delle imposte su redditi più elevati di quelli toccati dal bonus Renzi. In Trentino nel 2018, i contribuenti che hanno ricevuto il bonus per un totale di 104 milioni di euro sono stati 139.000 circa, di questi però 26.000 hanno dovuto ridarlo indietro (250 euro medi ciascuno) per un totale di 6,567 milioni di euro. Ma l’assenza della flat tax, se la Lega non ci sarà nel prossimo governo, potrebbe produrre un altro effetto, ossia evitare mancate entrate tra i 100 e i 200 milioni di euro annui al bilancio provinciale.
Iva, 500 euro a famiglia
Secondo un calcolo recente, l’aumento del’Iva porterebbe un aggravio medio a famiglia di oltre 500 euro l’annuo. Se non venisse evitata, a causa di una crisi di governo che potrebbe spostare nel 2020 l’approvazione della nuova finanziaria nazionale, in Trentino l’aggravio potrebbe arrivare ai 100 milioni di euro annui sulle tasche delle famiglie provinciali.