Matuella vicepresidente del Centro Santa Chiara «Adesso basta coi fortini blindati, si cambia tutto»
«Il Santa Chiara deve diventare la casa di tutti. Basta con i fortini blindati ed esclusivi». Sandra Matuella non vede l'ora di iniziare la sua nuova avventura. Quella da vicepresidente del centro culturale di via Santa Croce.
E dichiara: «Insieme al presidente Sergio Divina e al resto del cda, nominato giovedì dalla giunta provinciale, cercherò di rilanciare il Santa Chiara. La prima cosa che dirò al resto della mia squadra è che bisogna puntare sulla qualità e rivedere la strategia portata avanti da chi l'ha guidato negli ultimi anni».
L'assessore Mirko Bisesti ha voluto puntare su di lei per la sua fedeltà alla Lega e per il suo curriculum. Sandra Matuella ha una laurea in lettere ad indirizzo artistico e una in Musicologia.
Negli scorsi giorni ci sono state grandi polemiche nei confronti di alcuni dei candidati che poi sono entrati a far parte del nuovo consiglio d'amministrazione. Erano da mettere in conto.
Si spieghi meglio.
Da tempo c'è una parte della sinistra che preclude l'accesso ad un certo mondo culturale a quanti la pensano in maniera differente. Per quanto riguarda le critiche, parlare di un Sergio Divina come di una persona non all'altezza della situazione mi sembra assurdo. Magari non ha competenze in campo artistico, ma una grande cultura. È avvocato, ex parlamentare e ha la capacità di coordinare un gruppo di lavoro. E la sottoscritta ruota intorno al Santa Chiara dall'inizio degli anni ?90 e ha una formazione specifica. Passiamo ad altro.
Cosa non le piaceva del "vecchio" Santa Chiara?
Da un punto di vista generale il suo venire pensato per essere il centro culturale della città e basta. Io mi batterò per fare in modo che avvenga il contrario. È indispensabile metterlo in contatto con il resto del territorio.
Cercherò poi di farlo diventare un luogo di confronto tra culture diverse. Serve apertura, non chiusura.
Sentire questo non renderà felici i leader della Lega che portano avanti la politica del "prima i trentini".
Non scherziamo. Mi lasci andare avanti con la mia analisi. Ritengo fondamentale, l'assessore Bisesti l'ha già dichiarato pubblicamente, investire non in unico ambito. Si deve farlo in molteplici settori. Il Santa Chiara fin dalla sua inaugurazione ha diversi tipi di pubblico. Di ogni età, ceto sociale e preparazione culturale. Per ognuno di esso vanno studiate iniziative ad hoc. Entrando ancora più nello specifico sono convinta che sia stato sbagliato negli ultimi anni puntare troppo sul contemporaneo.
Dove sta l'errore?
Si è trascurato tutto quello che è storia. Tradizione. Va valorizzata la danza classica, la lirica. A Natale non può mancare ad esempio l'intramontabile "Il lago dei cigni". Certo, è economicamente più impegnativo percorrere quella strada. Ma ritengo che se lo si farà si avrà un grande ritorno. Sia in termini di spettatori che di immagine.
Favorevole o contraria a stringere degli accordi di collaborazione con gli altri centri culturali trentini?
Queste sono decisioni che verranno prese in maniera collegiale. Il cda è stato nominato giovedì e dunque non c'è stato ancora il tempo per ritrovarsi. Io personalmente con realtà come Pergine Spettacolo Aperto incomincerei a confrontarmi subito. Una rete culturale forte in provincia significherebbe portare a teatro molta di quella gente che ancora non ci va.