La Cina all'Expo parla trentino
Prosegue il nostro viaggio/inchiesta nell'Expo 2015 di Milano e nelle imprese trentine che vi partecipano. Siamo giunti alla quarta puntata. Qui le precedenti (1, 2, 3)
Il cuore della Cina? È a Grigno. Proprio così: ad Expo 2015, l'esposizione universale di Milano che verrà inaugurata il 1° maggio, l'«anima» del padiglione del gigante orientale è stata firmata dalla Nerobutto, azienda della Valsugana, precisamente della zona industriale di Grigno, che nel corso degli anni si è fatta un nome nel campo delle tinteggiature, nella manutenzione e conservazione edile, nel restauro monumentale e artistico. Nel mega cantiere di Expo l'impresa trentina si è occupata dei rivestimenti interni ed esterni del padiglione cinese, che tra l'altro è stato il primo ad essere consegnato. È stato un lavoro enorme: per concepire il «contenitore» della Cina, l'archistar Daniel Libeskind si è ispirato a Huan Shan, la Montagna sacra. L'ha stilizzata e riprodotta in una struttura ricoperta da 4.200 piastrelle rosse, in grado di cambiare sfumature e colore a seconda della luce. L'effetto visivo è quello di una copertura «a scaglie», che ricordano le squame di un serpente. I materiali utilizzati per la «Montagna sacra» sono stati, oltre alle 4.200 piastrelle in «gress» (particolare tipo di ceramica, prodotta in questo caso a Sassuolo), 8.000 metri lineari di bambù, 140 tonnellate di ferro, 800 metri quadrati di una particolare resina cementizia. Quest'ultimo - delicatissimo - aspetto è stato di competenza della Nerobutto, che per quattro mesi ha impegnato squadre di otto persone a Milano. Storia tutta da raccontare: l'impresa è stata fondata da Tiziano Nerobutto (il quale oggi ha 55 anni), al quale l'anno dopo si è aggiunto il fratello Francesco (50). Ancora adesso i due si definiscono «imbianchini», anche se da tempo hanno deposto il pennello e gli attrezzi da lavoro per dedicarsi alla gestione e alla ricerca degli incarichi: «Ma non chiamatemi imprenditore - scherza Tiziano Nerobutto - Ho sempre mantenuto la mentalità dell'imbianchino». Da apprendista per un'azienda di Bolzano decise da ragazzo di accettare un'offerta di lavoro «a cottimo», aprendo la partita Iva per conto terzi. Poi sono arrivate le prime assunzioni e l'apertura al mondo del restauro artistico - monumentale: oggi la Nerobutto ha qualcosa come cento dipendenti e un fatturato di otto milioni di euro all'anno. I fratelli, che intanto hanno avviato la successione immettendo in azienda due figli ciascuno - sentono il loro lavoro un po' come una missione: «Tutto il nostro personale vive tra i cinque e i dieci chilometri dall'azienda - spiega Tiziano Nerobutto - Noi siamo collocati in fondo alla Valsugana e paghiamo un po' la distanza da Trento: siamo molto più conosciuti fuori che in Trentino. In generale sono molto preoccupato per l'abbandono delle valli, che la Provincia dovrebbe contrastare. L'agricoltura andrebbe sostenuta: penso ad una serie di aiuti al reddito per le giovani famiglie, ad esempio».
Il settore dell'edilizia è sempre più in crisi. Restare a galla è una vera e propria impresa: «Noi soffriamo la presenza del lavoro nero. Il ritorno del caporalato sta affossando questo mondo, anche in Trentino. C'è gente che accetta di lavorare per tre euro all'ora - prosegue Nerobutto - E poi i controlli non vengono fatti, io dico che il lavoro in Italia non è "gestito": ma vi sembra che da noi ci siano più vigili urbani che ispettori del lavoro, che tra l'altro non vengono nemmeno mandati sui cantieri perché non ci sono soldi?».
N on solo Expo. La Nerobutto inizia a raccogliere i frutti di un investimento avviato qualche anno fa con la Calchèra San Giorgio per la produzione e la vendita di intonaci ecocompatibili. Ogni materiale prodotto segue uno specifico piano di controllo della produzione ed è certificato e marchiato Ce, quindi conforme agli standard comunitari in termini di sicurezza e rispetto dei requisiti tecnici. Si tratta di un settore dalle buone potenzialità, anche se già oggi la Nerobutto è presente con la «Calchèra» in cento cantieri di restauro in Italia: il più prestigioso è quello del Palazzo Reale di Napoli. Ma non è tutto. I Nerobutto hanno già incassato un milione di euro per i lavori di rivestimento del gigantesco nuovo tempio mormone a Roma, lavoro che si estende su una superficie di 3.800 metri quadri (contro i 23mila di San Pietro), ed è articolato su tre piani. Per l'impresa di Grigno potrebbero arrivare altri lavori dalla ricchissima confessione religiosa diffusa soprattutto nel Nord degli Stati Uniti. Si parla di un appalto da due milioni di euro. Ma la Nerobutto come arriva ai mormoni? «Quasi per caso, all'ultimo momento utile. Abbiamo saputo che un consulente americano stava incontrando alcune imprese per la realizzazione della chiesa. Alle quattro del mattino sono partito con la mia macchina verso Roma e poche ore dopo avevamo l'incarico. Non abbiamo mai avuto clienti così esigenti: vogliono sapere tutto, nel minimi dettagli. Per l'azienda è una bella sfida».
Rasom, legno per l'Austria
Oltralpe ha suscitato molto scalpore la scelta dell'Austria di affidare la costruzione del proprio padiglione per l'Expo 2015 ad una realtà italiana. Trentina, per la precisione: Rasom Wood Technology, azienda con sede a Predazzo leader a livello nazionale nel settore delle costruzioni in legno con pannelli x-lam. «Digerire questa vittoria è stato un duro colpo per i nostri concorrenti austriaci, che proprio in Italia hanno il più grande bacino di vendita. La nostra tecnologia costruttiva all'avanguardia ha avuto la meglio, tant'è che abbiamo consegnato la struttura addirittura in anticipo ed è già stata inaugurata»: è soddisfatto il titolare Gaetano Rasom nel raccontare l'evolversi della situazione legata a questa grande manifestazione di respiro internazionale.
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Terminato questo appalto da un milione di euro, anche l'Ungheria ha chiesto la loro collaborazione rendendosi conto di essersi affidata a mani sbagliate: sono cominciati in questi giorni infatti i lavori per realizzare i solai e i rivestimenti del loro grande scheletro d'acciaio. Una sfida impegnativa, questa volta più di falegnameria che di montaggio, che ha l'obbiettivo di recuperare il tempo. Difficilissimo riuscire a completare l'opera per il primo di maggio, ma la squadra è tornata a Milano lavorando senza sosta.
«Questi sono lavori che ci riempiono d'orgoglio - ammette Rasom - ma il nostro mercato di riferimento rimangono i complessi residenziali ed alberghieri, così come le abitazioni private di un certo livello, commissionate principalmente nel centro-nord Italia. Le chiavi del successo? Un'esperienza unica nel settore, che da tre generazioni garantisce al committente un benessere abitativo su misura; un team collaudato di professionisti perfettamente strutturato; una tempistica eccezionale nella realizzazione di edifici salubri, ad alte prestazioni energetiche, anti-sismiche e di isolamento acustico. Senza tralasciare l'aspetto estetico, perché la nostra tecnologia permette di tradurre al millimetro qualunque progetto. Anche i più particolari».
Proprio questo è stato uno degli elementi che sono venuti in soccorso dell'Ungheria, per completare una struttura tondeggiante, particolarmente complicata. Il padiglione austriaco, invece, (6 milioni di euro di investimento totale) ha visto 8 dipendenti montare in un mese e mezzo la struttura in legno che costituisce la cornice attorno ad una vera e propria foresta in scala ridotta. Alberi che forniscono 62,5 chilogrammi di ossigeno ogni ora, sufficienti a mantenere in vita 1.800 persone.
Soddisfatti i partner europei con cui si stanno sviluppando nuove collaborazioni, una su tutte Adunic, studio svizzero che progetta strutture temporanee in tutto il mondo e che all'Expo segue ben 15 nazioni.
Il fatturato 2014 di Rasom Wood Technology si attesta sui 13 milioni di euro, in linea con quello dell'anno precedente: «Siamo riusciti a reggere bene la crisi - commenta il titolare - anche se dobbiamo ancora vedere questa ripresa del mercato edile di cui tanto si parla. A noi il lavoro non è mai mancato, il problema comune a tanti è riscuotere i crediti. Il 2015 promette bene, ci hanno già commissionato l'80% dei lavori che ci eravamo prefissati come obiettivo per l'anno. La migliore pubblicità? Il passaparola».
In continuo aumento le richieste da regioni in cui si sta verificando un netto cambio di mentalità rispetto alle costruzioni in legno, come la Toscana e Marche, dove si registra una crescente attenzione alla qualità del vivere e alla salubrità degli ambienti. Ma anche il ramo delle strutture alberghiere è in forte crescita. Rasom ha costruito alcuni tra i più importanti alberghi del Nord Italia, tra cui il Bellavista di Campiglio, primo Clima Hotel certificato da CasaClima, ed è proprio la grande esperienza nel settore che le ha permesso di entrare a far parte recentemente dei circa 100 fornitori selezionati da Besteam, la centrale acquisti per i 700 albergatori Best Western Italia. A giugno comincerà il primo lavoro: la realizzazione dei i 5 piani in legno dell'Hotel Best Western-Spring Hotel a Roma, nel quartiere Prati, con vista sulla cupola di San Pietro.
A Euromontaggi il mega «center»
La Euromontaggi di Cles è presente nel cantiere dell'esposizione universale con due interventi importanti, al padiglione della Bielorussia e all' Expo center, struttura multifunzionale dove sarà possibile ospitare eventi, spettacoli e conferenze. Creata nel 1988 da Giulio Bentivoglio, l'impresa nonesa inizialmente si è occupata della posa di serramenti e facciate continue per imprese italiane con cantieri dislocati soprattutto all'estero (Germania e Olanda). Nel 1990 la direzione ha deciso di ampliare la propria gamma di servizi, integrando le grandi opere di montaggio specialistico con l'edilizia abitativa privata. La Euromontaggi effettua quindi opere di posa specialistica in cantieri per diverse grandi aziende che progettano, producono e costruiscono componenti strutturali in acciaio, facciate continue e serramenti. Tra i maggiori lavori effettuati, vanno ricordati gli 800 metri quadrati di facciate continue verticali e di copertura nell'ambito della realizzazione della serra di vetro per le collezioni delle piante speciali nei giardini di Castel Trauttmansdorff di Merano e i 1.300 metri quadrati di facciate continue del nuovo complesso Blütentherme a Werder, città del Brandeburgo che gli italiani conoscono soprattutto perché ospita una squadra di calcio di buon livello. Un lavoro molto particolare è rappresentato poi dall'intervento della Euromontaggi per il nuovo palazzo di giustizia di Salisburgo: sono stati montati 4.300 metri quadrati di facciate continue ed elementi grigliati.
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Ma torniamo ad Expo 2015. I lavori per il padiglione della Bielorussia sono stati ultimati il 20 febbraio scorso: i 400 metri quadrati di facciate continue fanno bella mostra accanto alla «ruota della vita». La scorsa settimana Euromontaggi ha quindi iniziato le opere di posa, che proseguiranno fino a metà aprile, al cantiere dell'Expo center. Si tratta della montaggio di circa 400 metri quadrati di facciate continue e di 600 metri di pareti interne a divisioni e uffici. L'Expo center, come buona parte delle strutture pensate e create per l'evento universale, avrà carattere temporaneo e sarà adibito all'accoglienza e allo svolgimento di eventi anche molto diversi tra loro. Per Euromontaggi un intervento che potrà essere osservato da vicino da milioni di visitatori.