Il videogame rivoluzionario parla trentino Atteso da migliaia, già raccolti 250 mila dollari
I numeri non mentono mai. E allora iniziamo da quelli per inquadrare la questione e per non far storcere il naso a chi, con un attacco dell'articolo differente, direbbe «Ma sì, è solo un giochino»: 240 mila dollari raccolti in pochi giorni grazie al crowdfunding; 4.900 backers, ovvero investitori; 340 mila persone in lista d'attesa; 330 mila visualizzazioni in due settimane al video trailer su YouTube; 85 mila Mi Piace alla pagina Facebook.
[[{"type":"media","view_mode":"media_large","fid":"1070736","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"443","width":"480"}}]]
Dati i numeri, in senso lato, e, speriamo, fatta percepire l'importanza e l'eco internazionale del progetto, spieghiamo. Tutti i numeri di cui sopra sono di Father.io, ovvero un gioco destinato a cambiare per sempre il mondo dei giochi. La parola d'ordine e il punto di forza è la realtà aumentata: si collega al proprio smartphone un sensore a infrarossi, detto Inceptor, e si inizia a giocare. Lo scenario è? ovunque. E questa è l'altra grande novità: per una partita va bene ogni angolo della città, che sia Trento o Buenos Aires, Pechino o Los Angeles. Tutto è reso possibile da OpenStreetMap. Sullo schermo del vostro smartphone vedrete, ad esempio, piazza Fiera e con la realtà aumentata il Torrione diventerà uno «store» di munizioni e armi, il Pedavena una farmacia per curarsi le «ferite», e il palazzo del Vescovo una banca dove rifornirsi per organizzare le battaglie. Gli avversari contro cui combattere? Persone, in carne e ossa, che si sfidano in una sorta di lasergame usando il telefonino come «arma». Se abbiamo nominato Trento per l'esempio non è stato per partigianeria: la città, infatti, è stata ed è la culla di questo videogioco. Sia perché è stato sviluppato qui, sia perché qui vivono i fondatori, sia perché nei parchi di Melta e del Santa Chiara e al Cafè de La Paix sono stati svolti i test e le prove, sia perché i primi finanziatori a credere nel progetto sono stati imprenditori trentini.
[[{"type":"media","view_mode":"media_large","fid":"1070746","attributes":{"alt":"","class":"media-image"}}]]
I due fondatori sono Francesco Ferrazzino, nato a Livorno, cresciuto a Lucca e residente a Trento da dieci anni, e Zulay Barrero, nata a Bogotà e residente a Trento da dieci anni. «Il progetto è nato nel 2012: da allora abbiamo lavorato tanto e parlato poco, creando così una sorta di attesa intorno al nostro prodotto. La realtà aumentata, più che la realtà virtuale, è l'ambiente che abbiamo scelto per il nostro gioco: ci siamo detti "perché non utilizzare questa tecnologia in maniera che sia un fine, non solo un mezzo o un effetto wow?". Poi Father.io ha un'idea di socializzazione e di aggregazione, non di estraniazione».
[[{"type":"media","view_mode":"media_large","fid":"1070751","attributes":{"alt":"","class":"media-image"}}]]
Chi è appassionato di giochi sa perfettamente di cosa stiamo parlando. Chi non lo è può capire la grandezza di questo mercato grazie ai numeri: al mondo ci sono 1,4 miliardi di «gamer», ovvero persone, soprattutto giovani, che si divertono con i giochi. Si tratta di un mercato che vale circa 90 miliardi di dollari all'anno e quello di smartphone e tablet sta crescendo vertiginosamente. E la start up trentina ha intenzione di ritagliarsi il proprio spazio. «Abbiamo lavorato tanto e pianificato tutto nei minimi dettagli, senza dare nulla per scontato. Il mondo dei "gamer" è molto esigente ma stiamo avendo buone risposte e facendo un buon marketing: internet dà delle possibilità che il mercato reale non offre. La strada è ancora lunga, i prossimi due anni saranno i più importanti. Anzi, la strada è in discesa, ma il fatto che sia in discesa non vuol dire che sia più facile».
Non vogliamo fare i conti in tasca, ma 250 mila dollari in crowdfunding, tanti investitori privati che hanno creduto nell'idea e un prodotto che interessa a 340 mila persone sembrano essere una buona di partenza. «L'hardware lo metteremo in vendita a fine estate, ma non sappiamo ancora il prezzo esatto, che verosimilmente varierà dal mercato asiatico a quello europeo, da quello americano a quello sudamericano. Una cifra indicativa dovrebbe essere di circa 40 dollari. La App, invece, è già disponibile. La nostra filosofia è simile a quelle di Amazon: ogni guadagno va reinvestito per crescere».
Fino ad ora tutto sta procedendo bene. Si attende la risposta del mercato, che avverrà dopo l'estate con il lancio ufficiale dell'inceptor. E migliaia di «gamer» non vedono l'ora.