Più di cinquemila persone per l'addio a Michele Scarponi
Un applauso lungo, lunghissimo. Così migliaia di persone hanno accolto la bara di Michele Scarponi per l'ultimo saluto sul campo sportivo di Filottrano. Tra loro tantissimi amici e colleghi (da Peter Sagan a Fabio Aru, da Vincenzo Nibali a Gilberto Simoni, Ivan Basso fino a Roberto Mancini), la sua famiglia, i suoi genitori, i fratelli, ma soprattutto la moglie Anna ed i gemelli Giacomo e Tommaso. Davanti al corteo una corona di fiori con i colori dell'Astana, la sua ultima squadra, che non ha fatto mancare tutto il proprio affetto e la vicinanza.
Commovente la cerimonia, officiata dal cardinale Edoardo Menichelli, arcivescovo di Ancona-Osimo. «Michele deve rimanere un patrimonio per tutte le sue qualità umane, che appartengono alla storia di questa cittadina» ha detto nell'omelia. «Lo incontrai poche volte, e sempre mi raccontò della fatica. Considero il ciclismo lo sport più faticoso», ha aggiunto il cardinale Menichelli. «Ciao capitano» è il saluto che gli ha tributato il ct dell'Italia Davide Cassani alla fine del rito funebre. «Ma quanti anni devo correre ancora? mi ha chiesto qualche giorno fa durante il Tour the Alps la sua ultima corsa con arrivo in Trentino e nella quale ha vinto la sua ultima tappa» ha raccontato Cassani. «Ed io che due giorni prima ero stato a vedere il percorso del Mondiale di Innsbruck gli ho detto "Guarda che mi serve un uomo come te per i Mondiali dell'anno prossimo. Arriviamo all'anno prossimo, poi vediamo". Lui si è messo a ridere» ha aggiunto, concludendo il suo intervento baciando la bara ed appoggiando sopra una maglia della Nazionale».
Struggente anche il ricordo del fratello Marco:«Mi piace pensare che nelle gambe di mio fratello non ci sono solo fatica e sacrificio ma anche solo per l'1% ci sia la Storia con la S maiuscola. Siamo di fronte ad una inarrestabile Storia collettiva, la Storia della sua e nostra famiglia, di questa terra, una storia contadina» ha detto prima di salutarlo per l'ultima volta «Ciao Michele».
«Sembra impossibile, ma siamo costretti a salutare il nostro Michele, il nostro idolo, il nostro orgoglio, il ragazzo che ci ha fatto sognare ed ha portato in giro per il mondo il nome di Filottrano» le parole del sindaco della cittadina marchigiana, Lauretta Giulioni. «Siamo obbligati ad accettare tutto questo, è il momento del dolore, del silenzio, del distacco e della riflessione. Michele ha lasciato una traccia indelebile per noi e per gli appassionati di tutto il mondo». Tante le testimonianze nella giornata del dolore, con i palloncini che si sono levati in cielo alla fine della cerimonia funebre, subito prima che le miglia di persone presenti si disponessero lungo tutto il percorso che ha accompagnato la bara verso il cimitero come a formare un cordone di protezione. «Era sempre allegro, con il bel tempo, con il brutto tempo, con una corsa persa o con una corsa vinta. Era un ragazzo d'oro e un vero amico» il ricordo del trentino Gilberto Simoni.
«Abbiamo passato un anno insieme e sento di avere vinto con lui la Tirreno-Adriatico. Ho lavorato per lui, con grande orgoglio, col tifo che aveva lui e che avevo io. Mi sentivo con la sua maglia, condividevo con lui quella gioia. Per me è il ricordo più bello, ho lavorato per lui ed è un bel ricordo».