Altri tagli ai Comuni e servizi a rischio: denuncia del sindaco di Belluno
Sotto l’albero di Natale il Comune di Belluno troverà un «regalo» indesiderato: un altro giro di tagli ai trasferimenti statali, che calano di altri 800 mila euro, secondo quanto denuncia il primo cittadino del capoluogo dolomitico, Jacopo Massaro, al’indomani del varo del testo definitivo della legeg di stabilità 2015.
Oltre al danno, la beffa, perché nella medesima manovra finanziaria del governo Renzi, si prevede che la Provincia di Belluno debba spogliarsi entro due anni del 30% del suo personale, il che, abbinato ai tagli dei fondi che colpiscono anche questio ente territoriale, mette in discussione l’erogazione di servizi anche di prima necessità, come la manutenzione di strade e edifici scolastici o lo sgombero neve.
Inoltre, i Comuni, stante il blocco dei concorsi, sono tenuti a indirizzarsi per l’eventuale selezione di nuovo personale esclusivamente nel bacino dei dipendenti provinciali che il governo nazionale ora considera in esubero (a Belluno circa un’ottantina, perché il taglio previsto per questi enti a livello nazionale - il 50% - nel caso di quest’area alpina viene ridotto al 30% del totale dell’organico in virtù del piccolo «bonus» previsto per le Province interamente montane.
Nel caso del Comune di Belluno questo scenario implica in sostanza la cancellazione, per ora, di tre-quattro assunzioni ritenute necessarie ma riguardavano professionalità specifiche, come un paio di bibliotecari e un impiegato amministrativo già competente in materia di accesso ai fondi europei per gli enti locali.
Il sindaco Massaro, che guida una maggioranza civica di centrosinistra senza il Pd, sottolinea che lo Stato, a fronte di un carico di lavoro crescente scaricato sugli uffici comunali (si pensi solo alla vicenda Imu) continua a tagliare i fondi appesantendo una macchina buricratica che in queste condizioni non può essere messa a punto con interventi mirati, per rispondere al meglio alle esigenze dei cittadini.
«Nel frattempo però - spiega Massaro - in Tribunale lavorano quattro dipendenti comunali che ci costano 210 mila euro l’anno e per questo contributo lo Stato ci rimborsa soltanto 60 mila euro».
In questo quadro desolante, il quale il sindaco fa appello nuovamente alle rappresentanze parlamentari locali (fra gli altri il deputato bellunese Roger De Menech, che è anche segretario regionale del Pd), affinché si facciano carico di invertire una tendenza che genera pesanti disagi sociali: ormai sono diversi i settori in cui non si riesci più ad andare oltre l’ordinaria amministrazione, disattendendo così le aspettative della comunità locale.
Jacopo Massaro (1974), eletto sindaco di Belluno nel 2012, era il capogruppo democratico uscente in consiglio comunale, ma dopo il confronto sulle modalità di scelta del candidato sindaco aveva lasciato il Pd sostanzialmente perché la segreteria aveva deciso di non celebrare le primarie e di indicare invece come candidata Claudia Bettiol, storica esponente del partito. Con altri militanti del Pd Massaro ha fondato la lista InMovimento che si è poi imposta alle elezioni che hanno visto il partito democratico occupare invece il ruolo di principale forza della minoranza.