Pesticidi, dopo Belluno sì al divieto anche a Feltre
Altro successo per la campagna popolare «Liberi dai veleni», lanciata in provincia di Belluno per fermare l'uso di pesticidi pericolosi
Altro successo per la campagna popolare «Liberi dai veleni», lanciata in provincia di Belluno in seguito al diffondersi di coltivazioni intensive, in particolare di vigneti legati al business trevigiano del prosecco: ieri sera il consiglio comunale di Feltre ha approvato all'unanimità un regolamento di polizia rurale che introduce restrizioni all'uso di prodotti chimici in agricoltura, al fine di tutelare la salute delle persone, degli altri esseri viventi e dell'ambiente naturale.
Poco più di un mese fa era stato il Comune di Belluno a fare da apripista, adottando a larga maggioranza le nuove norme, che si basano sulla bozza di regolamento elaborata dal basso dal movimento Terra bellunese e sottoposta a tutte le amministrazioni municipali della vicina provincia dolomitica, anche con il supporto di una petizione popolare che in pochi mesi aveva raccolto oltre seimila adesioni.
Si tratta di una risposta dei montanari a quella che viene definita una forma di colonizzazione agricola, con l'arrivo di aziende dedite a questa forma redditizia di monocoltura, accusata però di penalizzare pesantemente la biodiversità e di mettere a rischio la salute.
Da qui la battaglia politica, molto partecipata, affinché si impongano modelli di agricoltura sana e non concentrati su pochi prodotti (specie la vite e le mele) come avviene invece nelle vicine province di Treviso e di Trento, che presentano in proposito una serie di criticità.
Giusto ieri sera, mentre Feltre approvava il bando dei pesticidi pericolosi, andava in onda una puntata di Report Raitre dedicata anche alle problemaiche dell'inquinamento chimico causato dall'agricoltura nella pedemontana trevigiana del prosecco: l'inchiesta di Bernardo Iovene ha documentato bene sia la situazione in essere sia la presenza di movimenti civili (evidentemente inascoltati dalle autorità) che chiedono una conversione al biologico che consentirebbe di far convivere il ricchissimo business delle bollicine con la tranquillità delle popolazioni.
Diffondere nell'ambiente prodotti velenosi sarà invece proibito a Belluno e a Feltre, due Comuni (uno capoluogo di provincia) che diventano così battistrada costituendo un punto di riferimento anche per i numerosi comitati che nelle province vicine si battono, finora con scarso successo, per un deciso cambio di rotta in agricoltura.
«Il regolamento approvato - spiega in una nota Terra bellunese - si basa su due principi: 1) l'intero territorio merita di essere salvaguardato, perché vi è una biodiversità diffusa da conservare e perché i cittadini hanno pari diritti, dovunque essi risiedano; 2) non vanno utilizzati in nessun caso i prodotti che riportano in etichetta le "indicazioni di pericolo" più gravose per la salute dell'uomo e dell'ambiente (es. può provocare il cancro, può nuocere al feto, eccetera)».
Il movimento Terra bellunese sottolinea anche il percorso democratico che ha portato all'importante voto di ieri sera: «L'amministrazione feltrina ha deciso di discutere questa bozza nei laboratori di cittadinanza, in un percorso lungo quasi un anno, nel corso del quale si può dire che sia stata fatta una crescita culturale da parte dei cittadini, associazioni, imprenditori che numerosi hanno partecipato. La bozza iniziale è stata arricchita, e il voto unanime di oggi sta a dire che la cura del territorio e la salute dei cittadini non sono appannaggio di questa o quella forza politica, ma priorità di una intera comunità».
Infine, l'auspicio che questo sia solo l'inizio di un processo che conduca l'intera provincia bellunese a distretto biologico, senza più lo spettro dei pesticidi e delle colture intensive: «Attendiamo che altri comuni seguano l'esempio di Belluno e Feltre, per arrivare a una regolamentazione uniforme e coerente sul territorio provinciale. Il sentire comune e la consapevolezza sono cresciuti in questi anni, grazie al lavoro di molti e alle campagne come "Liberi dai Veleni". Il sentiero si apre camminando, insieme, con lo stimolo dei cittadini e delle forze sociali e con la responsabile risposta delle amministrazioni».
IL TESTO DEL REGOLAMENTO (versione approvata dal Comune di Belluno)
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