Assalto al Noce: un'altra richiesta di sfruttamento
Il fiume Noce come il Sarca? Potrebbe diventarlo a giudicare dalla quantità di richieste di sfruttamento idroelettrico presentate sul corso del torrente.
Solo qualche tempo fa la notizia delle due domande di derivazione di acqua allo scopo di produrre energia elettrica sul territorio di Monclassico da parte, da un lato, delle amministrazioni di Croviana e Monclassico e, dall’altro, da Hydro Power srl.
Oggi se ne aggiunge un’altra sul tratto che va dal ponte di Piano, frazione di Commezzaddura, alla zona posta a valle della segheria di Dimaro.
A presentare l’istanza, datata il 9 giugno scorso, è stato anche in questo caso, come spesso capita, una società privata. Si tratta, come si evince dal Bollettino della Regione, della Sta Consulting che ha chiesto di poter derivare dal torrente Noce, alla quota di 833,70 metri sul livello del mare nel comune catastale di Piano, la portata d’acqua di 3.257 litri al secondo medi e 6.000 litri al secondo massimi a uso idroelettrico per produrre, sul salto di 69,99 metri, la potenza nominale annua di 2.234,88 chilowatt durante tutto l’arco dell’anno.
La restituzione dell’acqua nel fiume è prevista a Dimaro alla quota di 762,50 metri sul livello del mare.
Il tratto in questione era stato indicato come una zona dove insediare un eventuale e ultimo progetto pubblico di valle che fosse in grado così di placare gli appetiti di quei Comuni finora privi delle entrate garantite dalle centraline.
Ora, invece, le varie amministrazioni si trovano a dover rincorrere le scelte fatte da cittadini privati.
Lo sottolinea Luca Scaramella, portavoce del Comitato permanente di salvaguardia del fiume Noce che non nasconde una forte preoccupazione. «La moratoria - dice Scaramella - è terminata e non capiamo ancora quale sia la visione che hanno i nostri amministratori sul futuro del nostro fiume e intanto continuiamo a subire i progetti di privati. Ora è il momento che la politica locale e quella provinciale diano una risposta chiara ai problemi che noi abbiamo sollevato. La soluzione - continua Scaramella - non può essere quella di fare la solita domanda che vada in concorrenza ai privati senza che ci sia la benché minima programmazione di valle. Per quanto ci riguarda - conclude il portavoce - a breve il comitato si riunirà e cercheremo ancora una volta di fissare un altro incontro con l’assessore Gilmozzi per capire cosa ne sarà del Noce».
La notizia di una richiesta di derivazione sul proprio territorio comunale ha colto di sorpresa invece il sindaco di Commezzadura Ivan Tevini, che ammette di non esserne stato a conoscenza fino all’arrivo della comunicazione ufficiale da parte della Provincia, consegnata nel primo pomeriggio di ieri. «Approfondiremo il progetto - dichiara Tevini - e valuteremo quale strada intraprendere».
Il sindaco di Dimaro Romedio Menghini infine propone di convocare una Conferenza dei sindaci che abbia a oggetto proprio il futuro del Noce. «La situazione è davvero preoccupante - spiega il primo cittadino - e dobbiamo prendere una posizione chiara che sia per tutta la valle».
Il fiume Noce ritorna dunque nelle mire di chi vuole guadagnare dallo sfruttamento idroelettrico delle sue acque e da quelle dei suoi affluenti. All’indomani della sospensiva sul torrente decisa per un anno dalla Provincia con l’approvazione della legge Finanziaria 2014, solo in Val di Sole si contavano 7 richieste di concessione soddifatte - due in Val di Pejo, una a Cusiano, due sul Rabbies, una sul Meldrio, una di Lorengo Energia all’altezza di Bozzana, ferma per ora in Consiglio di Stato - e ben 18 in itinere: otto lungo il Noce, due sulla Vermigliana, un’altra sul Presena e altre due sul Rabbies (compresa quella della Cominità della Valle di Sole), tre sul Rio Corda, una sul Rio Saleci e un’altra sul San Leonardo.
Nel frattempo altre richieste di concessione sono pervenute alla Provincia tra cui quella del maggio 2014 sul Meledrio e le due più recenti presentate dal Comune di Croviana, in unione a Monclassico, e dalla Hydro Power srl sul torrente Noce.