La protesta degli studenti al «Curie» di Pergine «Convegno sulla scuola? No, campagna elettorale»

di Giorgia Cardini

L’evento doveva servire a presentare il progetto «Una scuola oltre le mura». Ma oltre e dentro le mura dell’istituto superiore «Marie Curie», sabato mattina, a rubare la scena a politici e rappresentanti del mondo del lavoro sono stati un centinaio di studenti e almeno una decina di docenti.

Già a metà settimana si erano accese le polemiche politiche sul convegno «La scuola del futuro» dopo un post su Facebook della professoressa Luciana Ceh (tra i manifestanti e poi all’incontro), che contestava la presenza tra i relatori solo di politici provinciali di centrosinistra come Ugo Rossi (Patt) e Alessandro Olivi (Pd), in periodo di piena campagna elettorale per le prossime comunali.

Le accuse di aver voluto organizzare un incontro dal sapore pre-elettoralistico erano state respinte con decisione sia dalla dirigente Sandra Boccher sia dalla professoressa Marina Taffara, segretaria perginese del Pd oltre che membro dello staff della dirigenza, dunque tra le principali organizzatrici del convegno.
Ma le smentite e le precisazioni non sono bastate ad abbassare i toni e la protesta è esplosa, preannunciata da una «chiamata» alle armi postata venerdì sulla pagina Facebook degli studenti del Curie.

Ugo Rossi, principale obiettivo della contestazione anche negli striscioni appesi ai cancelli della scuola («Rossi e Olivi, privé party su invito», «Rossi no quiero bailar con tigo» «La scuola del futuro - Rossi: decido mi»), però non si è fatto vedere: «per altri impegni», è stato detto dalla dirigente generale Livia Ferrario, ma forse anche per non essere coinvolto in una polemica legata alla campagna elettorale locale.
Che infatti non è rimasta estranea alla manifestazione: mentre il sindaco di Pergine Roberto Oss Emer è stato tutta la mattina al fianco degli studenti e al convegno ha mandato l’assessora alla Cultura Angela Leonardelli, la candidata della Lega nord Donata Soppelsa - presente all’evento - ha parlato chiaramente di «dissenso comprensibile» e di «strumentalizzazione» dei ragazzi «a fini elettorali».

Più dell’aspetto politico, però, i manifestanti hanno contestato il fatto che il convegno sia stato organizzato a porte chiuse, invitando soltanto i rappresentanti di classe delle quarte e quinte a parteciparvi: "Se c'erano problemi di capienza in aula magna, poteva essere fatto in palestra", hanno detto.

I portavoce dei docenti presenti alla manifestazione («qui siamo pochi perché molti nostri colleghi sono in classe a fare lezione») hanno lamentato poi di non essere stati coinvolti nella preparazione dell’evento - non sottoposto all'approvazione del consiglio di istituto - e di esserne venuti a conoscenza per caso o proprio dai rappresentanti degli studenti.

Infine, non è piaciuto a molti ragazzi il fatto che a loro compagni fossero stati consegnati degli interventi preconfezionati (i saluti in cinque lingue portati ai relatori) e fosse stato loro raccomandato di non porre domande scomode. Aspetti, questi, negati da Marina Taffara, finita nel mirino dei contestatori soprattutto per il suo ruolo politico.

Momenti di tensione ci sono stati quando gli studenti sono riusciti a entrare a scuola e a recarsi fino alle soglie dell’aula magna, dove sono stati fermati dai professori e dal servizio d’ordine, anche per l’impossibilità di contenere tutti nella sala. A quel punto, dopo alcune rumorose proteste, i ragazzi sono stati condotti in palestra dove li ha raggiunti poco dopo l’assessore provinciale Alessandro Olivi, che si è intrattenuto con loro per circa mezz’ora, ripetendo quanto appena detto al convegno sui rapporti tra scuola e lavoro e le azioni provinciali a favore dell'occupazione giovanile.

Questo chiedevano, in fin dei conti, gli studenti: di potersi confrontare coi relatori (qui l'articolo sul convegno) E tre loro rappresentanti, alla fine, sono state ammesse in aula magna. A replicare alle loro critiche una compagna, che ha difeso evento ed esperienze lavorative attuate dalla scuola, mentre la dirigente Boccher - dopo aver ribadito che la natura dell'incontro era istituzionale e dunque in base a questo sono stati scelti i relatori, mentre la partecipazione è stata ristretta per motivi dovuti alla capienza dell'aula magna - ha aperto alla possibilità di un nuovo incontro per tutti.

 

Video e foto Erredi

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