Procreazione assistita, a rischio il centro di Arco
Prima la brutta notizia della chiusura di notte e nei fine settimana del punto nascita e ora, all’orizzonte del reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Arco, un’altra mazzata. Il centro di Procreazione medicalmente assistita (Pma) potrebbe non reggere il colpo della riorganizzazione. Attualmente sono tre i ginecologi che ruotano intorno a questa struttura che effettua in media 600 cicli di secondo livello e 2-300 di primo. Sono due medici che sono presenti nella struttura da più di cinque anni e il primario, il dottor Arne Luehwink.
I due medici, che ovviamente sono sconfortati dalla ridotta attività del reparto, avrebbero già ricevuto richieste di trasferimento. Se dovessero accettare il centro Pma si troverebbe senza ginecologi esperti in materia. A questo si aggiunge che recentemente si è liberato il posto di primario al centro di procreazione medicalmente assistita di Brunico. Una posizione che potrebbe interessare, vista l’aria che tira nella Busa, al primario di Arco che per molti anni ha lavorato in Alto Adige. "Interessante che lei sia così ben informata su cosa sta accadendo qui – dice il primario Luehwink interpellato su questo pericolo - .
Io sono sicuro che l’Azienda vuole investire nelle periferia, ma non posso che confermare che in mancanza di collaboratori esperti il centro non potrà proseguire, senza ripercussioni, l’attività".
Il problema di reperire ginecologi è da sempre particolarmente sentito negli ospedali di periferia dove l’attività è ridotta. Arco si era sempre salvato perché comunque aveva un buon numero di parti, c’era una certa attività chirurgica e inoltre il centro Pma da anni è punto di riferimento per le tante coppie che hanno problemi di fertilità e quindi hanno difficoltà a procreare.
Se il centro di Arco dovesse smettere di funzionare o dovesse rallentare l’attività a farne le spese sarebbero davvero tante famiglie. Nel 2014, anno record, grazie al Centro di Arco ci sono state 130 gravidanze, con un successo delle cure pari al 30,95%. A partire dal 2007 ci sono state 722 gravidanze. Numeri, che ovviamente per i genitori, ma anche per tutta la cerchia familiari e gli amici, sono molto di più. Sono vite umane che senza l’aiuto delle nuove tecniche di fecondazione assistita e del personale specializzato non avrebbero mai potuto venire al mondo.