Riva, i «Barcaroi» e il futuro di un rito che piacerebbe anche ai turisti

di Davide Pivetti

Una cerimonia breve, poco più di un'ora tutto compreso, ma che emoziona molto chi vi partecipa e incuriosisce più di quel che si pensa chi vi si avvicina per la prima volta.

Questa mattina, attorno alle 10, si è rinnovato l'antico rito della «Benedizione dei barcaroi», con venticinque natanti di ogni tipo - dalle ammiraglie rappresentate dal motoscafo dei vigili del fuoco e dalla pilotina della Fraglia ai pedalò passando per barche da pesca, cabinati e motoscafi - e una cinquantina di persone che prima si sono date appuntamento al porto vecchio di piazza Catena a Riva, e poi hanno raggiunto la zona dello Sperone, lungo la scogliera che precipita dalla Ponale e dalla Gardesana Orientale nel Garda, per partecipare alla benedizione.

La Madonnina altro non è che un semplice capitello bianco realizzato più di cent'anni fa in quel luogo dalla famiglia Crosina - storici navigatori gardesani - perché un componente della famiglia si salvò per miracolo, e con lui i passeggeri, da una frana precipitata nel lago proprio nel momento in cui la loro barca stava passando.

Il rito fu ripetuto puntualmente e continuò ad essere molto sentito nel Novecento, ma nei decenni successivi si perse lentamente fino ad essere quasi dimenticato.

A riscoprirlo con intelligenza è stata l'associazione «Amici della Tirlindana», guidata dal presidente Adolfo Pellizzari, che ormai da diversi anni ripropone questa iniziativa aprendola ogni volta alla partecipazione di rivani e turisti.

Un aspetto, questo, sul quale con ogni probabilità si ragionerà anche maggiormente in futuro visto l'emozione e l'interesse che la breve cerimonia - con le barche tutte ferme a pochi metri l'una dall'altra, davanti allo scoglio della madonnina - suscita in chi vi partecipa. Non sarebbe difficile, coinvolgendo gli enti di promozione turistica, gli operatori economici della zona portuale, magari anche gli altri circoli velici e i loro soci, farne un evento capace di entrare a pieno diritto nel calendario turistico-culturale altogardesano.

Anche perché - come si nota bene in questi giorni - se è vero che lo sport e l'outdoor sono sempre più il menu richiesto dai nuovi turisti che arrivano nel Garda trentino, è anche vero che continua ad esserci una fetta importante di ospiti che al contrario cercano momenti di condivisione con le tradizioni, la storia, la cultura locale. Promuovere la «Benedizione dei Barcaroi» in questo senso sarebbe molto interessante.

Ieri, intanto, la cerimonia si è completata con la benedizione da parte di monsignor Giovanni Binda, decano rivano, con il saluto dell'assessore Alessio Zanoni per il comune di Riva e con la lettura della poesia di Giacomo Floriani dedicata proprio a quel capitello, ad opera del professore ed esperto di vernacolo, Livio Parisi. Un brindisi a bordo a suggellato la felice iniziativa.

VIDEO: LA BENEDIZIONE DEI BARCAROI (2016)


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