Le due famiglie unite nel dolore anche per l'ultimo addio ad Alba e Mattia
Due famiglie straziate ma unite al momento dell'addio.
Oggi ci saranno anche i genitori di Alba Chiara Baroni al funerale di Mattia Stanga, che lunedì pomeriggio ha premuto il grilletto e posto fine alla vita della sua fidanzata e alla propria.
Domani mattina ci sarà invece l'ultimo saluto alla ragazza, alla presenza dei genitori di Mattia.
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«NON È STATO IL VERO MATTIA»
«Non è stato il vero Mattia a premere il grilletto. È stata una mano uscita dal nulla». Ivo Stanga, zio di Mattia e assessore in carica della giunta tennese, non sa darsi pace. Lunedì pomeriggio gli è crollato il mondo addosso e il suo dolore non è certo meno intenso di quello dei fratello Lucio, di mamma Claudia, dell'altro nipote Michele (il fratello di Mattia) o dei famigliari di Alba Chiara, «una ragazza solare e sempre sorridente - ricorda Ivo Stanga - Una ragazza dolcissima che da noi era di casa così come Mattia lo era a Volta di Nò».
Ivo Stanga in questi giorni ha fatto da «scudo» ai genitori del ragazzo senza sottrarsi alle domande postegli sia dagli inquirenti che dai cronisti che si sono riversati a Tenno in questi drammatici giorni. E anche nelle ore immediatamente precedenti alle esequie di Mattia, lo zio ribadisce che «non esiste una spiegazione per quello che è successo». «Per noi, come credo per i genitori e i famigliari di Alba, è stato un fulmine a ciel sereno, un dramma che non riusciamo ancora a spiegarci. Non avevamo avuto alcun sentore di problemi tra i due ragazzi, tra loro non c'erano screzi, erano attaccati uno all'altro praticamente sempre. E si amavano».
Lunedì Mattia è andato a comprare quella pistola a Roncone, quella che poi diventerà l'arma del delitto, il mezzo col quale ha posto fine alla vita di Alba e alla sua: «Ma era da un po' di tempo che Mattia diceva che voleva vendere la sua carabina e prendere una pistola per il poligono - racconta Ivo Stanga - Gli amici coi quali andava ad esercitarsi avevano tutti la pistola e lui voleva fare altrettanto».
E poi c'è un altro particolare che a Ivo Stanga non torna e che quindi, a suo giudizio, farebbe venir meno ogni ipotesi di premeditazione: «Ma vi pare che se avesse voluto fare quello che poi purtroppo è successo con la pistola acquistata quella mattina avrebbe preso anche due scatole di munizioni? Gli sarebbero bastati pochi colpi, avrebbe comprato una sola scatola, non due. No, Mattia non ha premeditato nulla ma noi non riusciamo comunque a darci una ragione per spiegarci quanto accaduto».
Perché, e lo zio lo ripete quasi come un mantra, «non c'è mai stato alcun sentore o avvisaglia di problemi tra loro». «Mattia - ricorda ancora Ivo Stanga - era un ragazzo buono, sempre disponibile, sul lavoro come in casa e nella comunità. Non era certo un violento, non ha mai alzato una mano contro nessuno e pensi che un giorno con un'altra persona hanno dovuto portare un cagnolino dal veterinario e il veterinario gli ha detto che ormai non c'era più nulla da fare. È tornato a casa piangendo». L'ultima volta che Ivo Stanga ha visto il nipote è stata la notte prima del dramma: erano le 3.30, l'imprenditore tennese non riusciva a dormire e Mattia era appena rientrato dal turno di notte in Cartiera.
«Non è stato il vero Mattia, il nostro Mattia, a premere quel grilletto - ripete lo zio - È stata un qualcosa uscito dal nulla che ha armato la sua mano. Non so se si possano e come si possano prevenire queste tragedie. So che la nostra famiglia ha perso due figli e lo stesso credo valga per i genitori di Alba. Perché lei era come una figlia per noi e Mattia era come un figlio per loro».