Focolaio Covid nell’ospedale di Rovereto: entrati in chirurgia, sei pazienti si sono infettati
Il fatto era tenuto segreto, ma è stato svelato dalla consigliera provinciale Coppola, ora l’Azienda sanitaria cerca di capire come sia potuto succedere
ROVERETO - Un focolaio di casi di Covid-19 nei giorni scorsi ha interessato il reparto di chirurgia del Santa Maria del Carmine e potrebbe essere partito dal caso di un operatore sanitario. Usare il condizionale in questo caso è d'obbligo, perché è davvero difficile appurare con certezza chi possa aver portato il virus dentro al reparto ospedaliero. Sta di fatto che alcune persone (sei) che nei giorni scorsi erano state ricoverate per interventi chirurgici, pochi giorni dopo sono risultate positive al coronavirus, che per qualcuno di loro avrebbe avuto anche conseguenze pesanti.
I ricoveri in ospedale sono consentiti soltanto a seguito di un tampone dall'esito negativo, ma non è escluso per esempio il caso di un asintomatico non rilevato dal tampone ma positivo. E in quel caso anche l'operatore sanitario potrebbe a sua volta esssere stato contagiato.É la stessa Apss comunque a confermare la presenza tra i positivi al Covid-19 di un sanitario di quel reparto e a dichiarare che non era vaccinato. Il caso dunque si collega a quanto dichiarato, proprio in questi giorni, dal presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi, che ha affermato: «Non va bene che operatori sanitari non vaccinati siano in contatto con malati né che siano messi nelle condizioni di essere in contatto con malati». Nella stessa occasione il ministro alla salute Roberto Speranza ha aggiunto che si potrebbe arrivare all'obbligo del vaccino per legge, in questi casi: «É al vaglio un intervento normativo, ma è solo quota residuale quella di operatori sanitari non vaccinati».
Il focolaio roveretano (isolato come da procedure) è stato portato alla luce dalla consigliera provinciale del gruppo misto Lucia Coppola, che ha depositato un'interrogazione al riguardo. «Pare - scrive la Coppola - che in questi giorni, presso un reparto dell'ospedale di Rovereto, si sia verificato un "cluster" di infezione da Covid 19 trasmesso da un operatore sanitario infetto. Tale evento avrebbe di fatto provocato la necessità di isolamento dell'intero reparto e l'improvvisazione in altri reparti dei posti letto per il ricovero dei pazienti che necessitano di interventi già programmati e per motivi di urgenza».
A tal proposito la consigliera che fa capo ai Verdi chiede al presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, «se sia in corso una pianificazione di natura organizzativo-gestionale atta alla prevenzione e predisposizione di posti letto "Covid free" affinché non vi sia, come nel caso in questione, la necessità di dover "improvvisare" estemporaneamente ed affannosamente il reperimento di posti letto, con grave rischio per la salute dei pazienti afferenti, soprattutto per patologie gravi, e enorme disagio per il personale sanitario». Inoltre lo interroga «se non si ritenga di sostenere, così come lo fanno tutti i virologi ed epidemiologici, la necessità di vaccinare obbligatoriamente il personale medico-sanitario perché casi simili non debbano più ripetersi». Il tema è di stretta attualità.
Nel frattempo, mentre l'Apss cerca di capire se qualcosa è andato storto nel reparto di chirurgia, sono sempre i sanitari dell'ospedale a curare chi si è infettato. Ed anche se dovesse essere accertato un errore, non possiamo dimenticare il prezioso lavoro di tutta la grande macchina ospedaliera.