Trento, Comune contro il divertimento. No a bowling e discoteca

Sembra non esserci spazio per il tempo libero e il divertimento a Trento. Nemmeno quando ci sono imprenditori che lanciano idee e progetti che potrebbero anche avere ricadute positive sul fronte dell'occupazione: è il caso di Dino Rebek, che aveva progettato di aprire un mega locale a Spini di Gardolo, con 24 piste da bowling, bar e ristorante. Il Comune però ha dato il via libera solo alla ristorazione, scatenando le ire dell'imprenditore

di Franco Gottardi

bowlingSembra non esserci spazio per il tempo libero e il divertimento nella città di Trento. O meglio, lo spazio ci sarebbe ma quando si trova una collocazione che sembrerebbe ideale sono burocrazia e regolamenti a mettere i bastoni tra le ruote. «Questi vivono fuori dalla realtà» si sfoga Dino Rebek, imprenditore del settore, deluso e incavolato nero per il «no» che si è appena sentito rispondere dal Comune.
L'ultima che Rebek voleva realizzare con la sua società, la Disan srl, è ambiziosa: aprire una grande sala da bowling con annessi ristorante, bar e discoteca. Un tipo di offerta che oggettivamente manca in città, dove il bowling non ha cittadinanza (ha chiuso da anni anche nella vicina Lavis) e dove anche l'ultima sala dove si ballava è stata fermata dall'incompatibilità con il vicinato.
Rebek aveva trovato una collocazione ideale: il seminterrato di un grande capannone in via Vienna a Spini di Gardolo che ospita una serie di aziende artigiane. Tremila metri quadrati liberi in cui aveva progettato di inserire ben 24 piste da bowling più una parte dedicata alla ristorazione dove organizzare anche feste per i bambini e, nell'angolo in fondo, una discoteca. Un investimento importante, nell'ordine dei 3 o 4 milioni di euro, per un'attività che avrebbe dato lavoro a una trentina di persone. «Non abita nessuno nel raggio di un chilometro e non ci sarebbe stato nessun disturbo, visto che in centro giustamente queste sono attività che creano impatto. Ero pronto a partire coi lavori per aprire in autunno, ma lunedì scorso in Comune ho avuto la brutta sorpresa di sapere che non si può fare» racconta l'imprenditore.
Lo sportello dei cittadini e delle imprese in verità ha dato il via libera per quanto riguarda il bar e il ristorante ma ha detto «no» per tutto il resto. Per un problema di regolamenti. Le norme di attuazione del vigente piano regolatore considerano l'intera area di Spini di Gardolo produttiva, con la possibilità però di inserire attività di pubblico interesse. E sarebbe proprio l'interpretazione soggettiva dei funzionari comunali la discriminante. Ristorante sì e piste da bowling no; bar ok ma niente discoteca. Rebek però non ci sta: o tutto o niente. E protesta. «Questo regolamento è fuori dal tempo perché dà la possibilità di decidere discrezionalmente cosa è di pubblico interesse. Io mi chiedo: perché una discoteca non deve essere considerata tale. Io dico che questo regolamento è assolutamente da cambiare».
L'uomo è risentito anche per il trattamento ricevuto. Se la prende con il dirigente dello Sportello, che non gli ha voluto spiegare di persona il motivo del diniego mandandolo dall'assessore, che non c'era. La prossima settimana avrà la possibilità di presentare le sue rimostranze, ma è sfiduciato. «Personalmente ho sempre trovato ostacoli più che collaborazione - commenta - perché qui a Trento pare che qualsiasi progetto che non sia una banca trovi difficoltà a passare. Io avrei comprato quello spazio perché il prezzo era buono e avevo già chiesto i preventivi per le piste da bowling».
Ora Rebek, se il «no» verrà confermato anche dall'assessore, medita di tornare all'attacco con un progetto uguale in un altro capannone vuoto, sempre nella zona industriale, quello della Garbari Costruzioni che ha interrotto la sua attività. Rischiando però di sbattere nuovamente contro gli stessi ostacoli. Intanto a poche centinaia di metri, nell'area acquistata da Pisetta e soci accanto alla Whirlpool, uno striscione su un edificio in costruzione annuncia la prossima apertura di un grande ristorante con cucina italiana, cinese e thailandese. Tutto bene finché ci si limita a mangiare, ma il gioco o il ballo no.
Una interpretazione che l'assessore comunale all'urbanistica Paolo Biasioli giustifica con la lettera del piano regolatore: «Innanzitutto - spiega - quella è zona industriale di livello provinciale dove sono ammesse, oltre a quella produttiva, alcune funzioni di completamento e di servizio alla stessa». Ecco perché una mensa o un ristorante è giustificata e una pista da bowling no. Detto questo Biasioli ammette che c'è spazio per una revisione della norma: «Assieme alle aree verdi e agricole in ottica di revisione del piano regolatore stiamo ragionando anche sulle aree industriali, dove ci sono spazi inutilizzati che vanno recuperati. Bisogna però fare attenzione a non trasformare tutti i capannoni in qualcosa d'altro perché si finirebbe per snaturare l'area e condizionare pesantemente i prezzi. Va trovata la giusta via tra rigidità e riutilizzo».
Per cambiare il Prg però ci vorranno almeno due anni. Tempi incompatibili con l'economia reale.