«Scaletta» chiusa alle 22.30 Ma il via vai in strada non si ferma
A pochi minuti dal fatidico orario di chiusura imposto dall’ordinanza comunale, all’osteria La Scaletta si registra il pienone. Dentro e anche fuori, dove come sempre, come ogni sabato sera che si rispetti, i tanti giovani clienti stazionano con una birra o un bicchiere di vino. Alle 22.30, però, il personale, attenendosi rigorosamente a quanto imposto dal sindaco, ha già fatto uscire i presenti dal locale e, in meno di un quarto d’ora, vicolo Santa Maria Maddalena conta appena cinque persone ancora ferme nei paraggi: universitari indecisi sul da farsi, se continuare la serata in casa o cercare un altro locale con un orario di apertura un po’ più clemente. «Non ne sapevamo nulla di questa nuova regola - dicono - ma a un certo punto siamo stati avvisati che avrebbero chiuso presto».
La maggior parte degli avventori «sfrattati» giocoforza dalla Scaletta ha invece optato per la soluzione più comoda, con buona pace dei residenti della zona: spostarsi di appena qualche metro, nello slargo davanti al liceo coreutico «Bonporti», dove decine di ragazzi fanno capannello e si godono il sabato sera tra una birra e quattro chiacchiere. Problemi per reperire l’alcol del resto non ce ne sono: lo si può portare da casa o comprare per tempo in qualche bar o market del centro. Oppure, ci si può far spillare una «media» in uno dei locali ancora aperti in zona: dal pub «Le Note» al «Caffè Matrix»: quest’ultimo osserva solitamente un orario che prevede la chiusura alle 21, ma sabato sera, con tanto di apposito avviso affisso sulla porta, ha tenuto le serrande alzate fino alle 24.
L’ordinanza emessa nei giorni scorsi dal Comune di Trento, che impone allo storico locale della movida trentina una chiusura tassativa alle 22.30 (orario di stop alla somministrazione di bevande, con serrande abbassate entro le 23) anche e soprattutto nei weekend, ha creato non pochi mal di pancia, in particolare tra gli universitari, per molti dei quali La Scaletta è uno dei pochissimi punti di ritrovo aperto fino a tarda sera: Udu Trento e UniTin hanno già espresso pubblicamente il loro disappunto, chiedendo che la giunta comunale si apra ad un confronto anche con gli studenti, al fine di trovare una soluzione che sia condivisa non solo dai residenti ma anche da chi frequenta abitualmente i locali del centro storico.
L’assessore comunale Roberto Stanchina, dal canto suo, ha già fatto sapere che c’è spazio per un dialogo, e d’altra parte l’ordinanza ha un effetto limitato temporalmente: la chiusura anticipata stabilita sarà infatti valida fino all’11 marzo, dopodiché il locale dovrebbe tornare ai suoi consueti orari.
Va detto che il provvedimento del sindaco nasce proprio sulla scia delle proteste dei residenti non solo del vicolo, ma anche delle vie adiacenti allo slargo, dove sabato sera continuava a esserci grandissimo movimento di giovani nonostante La Scaletta avesse abbondantemente abbassato le serrande.
L’episodio clou che aveva infiammato gli animi degli inquilini della zona, peraltro, riguardava proprio gli schiamazzi fino a tardi e la sporcizia - da fazzoletti sporchi a vetri di bottiglia - lasciata nel piazzale al termine di una serata. «Capisco le esigenze di chi abita qui - ci dice una studentessa universitaria - ma la soluzione non è far chiudere presto un locale. Anzi, servirebbero più punti di ritrovo anche per evitare che ci si concentri tutti in un solo luogo».