Nuovi crocifissi in tutte le aule, piovono critiche sul preside
Polemiche a Brentonico. Il dirigente: «Nessun costo per la scuola, ci sono stati regalati»
Tornano i crocefissi nelle aule dell'Istituto Comprensivo di Brentonico. Una storia a metà fra la beneficenza e forse, ben che vada, l'afflato religioso, fa ricomparire all'improvviso il simbolo della cristianità sulle pareti delle scuole elementari e medie dell'altipiano.
La storia diventa pubblica venerdì mattina, quando sul profilo Facebook di una docente dell'istituto compare una lunga riflessione sul tema della laicità della scuola, a suo avviso violata dalla recente decisione del dirigente scolastico, il dottor Paolo Chincarini, di affiggere i crocefissi in tutte le aule. Una riflessione pacata, che invoca il principio di laicità della scuola e delle istituzioni, ma anche il diritto dei lavoratori di insegnare in un ambiente rispettoso di tutti i valori. Perché, si argomenta, l'esposizione dei simboli religiosi nega la libertà di lavorare senza sottostare a vessilli religiosi.
Nello «sfogo» dell'insegnante, subito «rimbalzato» sul web tra i social media, amplificandosi di passaggio in passaggio, la sintesi di un malessere diffuso. Un malessere di cui è stato destinatario diretto anche l'assessore alla Cultura e all'Istruzione del Comune di Brentonico Quinto Canali. «Ho ricevuto manifestazioni di disagio da parte di alcuni docenti per la scelta del dirigente scolastico - conferma -. Come Comune non abbiamo competenza diretta, e come politico non intendo esprimere giudizi. Chiederò alla direzione scolastica di illustrare la vicenda». La sede del «chiarimento» sarà la prossima seduta del Consiglio scolastico, dove Canali, titolare delle delega all'istruzione, siede di diritto.
Nel frattempo resta il dibattito, all'interno ed all'esterno dell'istituto, sul ritorno «in massa» dei crocifissi, che evidentemente negli anni scorsi erano stati piano piano rimossi, probabilmente fra l'indifferenza dei più. Caduti in disuso, insomma. Ed è così che si scopre una storia che si tinge, anche, di beneficenza. Lo spiega lo stesso dirigente scolastico: «I crocefissi sono stati regalati alla scuola, non sono stati acquistati». Ma come regalati, da chi? «Non posso, chiaramente, rivelare il nome della persona che ha compiuto questo gesto».
Il dirigente, comunque, è disposto a raccontare tutta la storia. Che comincia l'autunno scorso, quando «mi fecero notare che in alcune aule della scuola mancava il Cristo crocifisso. Ho fatto una verifica e ho appurato che, in parecchi casi, era vero». A questo punto il dirigente rivela di aver compiuto tutti i dovuti approfondimenti e di aver scoperto che «il regio decreto degli anni Venti del secolo scorso che considera il simbolo cristiano come un arredo scolastico obbligatorio è ancora in vigore e che è stato confermato da recenti circolari ministeriali». A questo punto, il dirigente si è trovato nella spinosa condizione di chi deve far fronte ad un obbligo di legge, senza i fondi necessari: «Ho fatto presente a chi mi aveva sollecitato che le priorità di bilancio in quel momento erano altre».
E qui il colpo di teatro, forse è proprio il caso di dirlo: di lì a pochi giorni il misterioso benefattore ha fatto recapitare a scuola i crocefissi necessari, e anche qualcuno in più che non si sa mai, per «arredare» le aule di Brentonico. A questo punto, ammette il dirigente «non potevo far altro che adempiere al dovere impostomi dalla legge e dalla giurisprudenza».